LE OPINIONI

IL COMMENTO I diritti dei lavoratori tornino una priorità

DI FERDINANDO CAREDDA

In questi ultimi mesi il covid ha portato un clima di incertezza in tutto il paese che già attraversava un momento economico difficile. Come rappresentante dei lavoratori stagionali del turismo posso solo confermare che questi sono stati i più colpiti dalla crisi. Lo stagionale è un lavoratore precario a vita che lavora solo un periodo limitato dell’anno, ovvero, la stagione turistica. Fino al2015, questi ultimi ricorrevano agli ammortizzatori sociali fin quando non venivano dimezzati dal governo con l’introduzione del Naspi (nuovo assegno sociale per l’impego). Questa situazione già molto instabile è degenerata con l’arrivo del covid poiché le aziende hanno fatto assunzioni per pochi mesi rispetto ai 6 mesi degli anni precedenti e quindi avendo una copertura solo per la metà dei mesi lavorati si trovano, per il restante senza lavoro, senza sussidio e quindi senza poter vivere in maniera dignitosa. Alcune iniziative sono state varate da parte del governo negli ultimi mesi a sostegno dei lavoratori stagionali del turismo, ma ahimè, in molti non hanno potuto beneficiare del bonus, poiché assunti con un contratto a tempo indeterminato o determinato nel quale non è stato specificato il carattere della stagionalità, circostanza che non ha permesso all’INPS di identificarli correttamente e di conseguenza erogare loro il bonus.

I lavoratori stagionali sono molto preoccupati per il futuro poiché, già prima dell’instaurarsi di questa situazione emergenziale, vivevano una situazione di precarietà con le loro famiglie, data dai pochi mesi di lavoro e dalla riduzione del sussidio a sostegno del reddito. Inoltre, le poche aziende che invece sono state ripartite, a causa dell’esiguo flusso turistico hanno impiegato un numero inferiore di collaboratori e questi pochi che sono stati assunti avranno contratti precari. Ma fortunatamente non sono tutti cosi . Questa grave situazione che si è creata ha portato molte famiglie a non poter mettere il piatto a tavola e quindi si è creato un clima di esasperazione. Fino adesso se non abbiamo assisiti ad episodi gravi lo dobbiamo grazie alla famiglia, che gioca un ruolo fondamentale mettendo a disposizione i risparmi di una vita, i nonni con le pensioni e il terzo settore con le varie associazioni di categoria in prima linea la Caritas che oggi si deve occupare di un numero quadruplicato di persone ben 2500 famiglie. Quindi se non è scoppiata una vera emergenza sociale e grazie a queste realtà… mi auspico che quanto prima IL GOVERNO metta in atto degli strumenti subito esecutivi per tutelare questi lavoratori. Io personalmente ho avuto vari incontri con il ministro di allora: Catalfo .

Come associazione chiediamo lavoro e decontribuzione per le aziende del comporto senza limiti di età; maggiore controllo delle condizione contrattuali dei lavoratori; modifica del sistema degli ammortizzatori sociali in modo di garantire dignità nei periodi di disoccupazione, e qui vi garantisco che è stato fatto un gran lavoro, abbiamo presentato un emendamento ed è fermo in commissione bilancio e non votato nell’ultima manovra in quanto, a loro detta, non cerano coperture. Dobbiamo lottare per far si che questo emendamento passi e ci restituisca la dignità; un piano vaccinale che ci faccia lavorare in sicurezza e su questo voglio dire grazie ai nostri amministratori che hanno saputo sensibilizzare il governatore per far rendere le isole covid free; – lavori socialmente utili per tutti coloro che non troveranno impiego per il 2021. Gli stagionali non vogliono sussidio ma LAVORO. In merito posso annunciarvi che è nato un coordinamento regionale per portare avanti le istanze di tutti gli stagionali della Campania in modo più concreto ed efficace. Come già lo scorso 10 aprile siamo scesi in piazza per rivendicare le nostre istanze lo faremo oggi a Pompei. Il nostro motto è: ”A morire sia il covid non il lavoro”. Quindi vi aspetto tutti in piazza.

* COORDINATORE REGIONALE ASSOCIAZIONE NAZIONALE LAVORATORI STAGIONALI

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Luigi

Ma giggino non aveva abolito la povertà?

Carlo

“Gli stagionali non vogliono sussidio ma LAVORO.”???? Bastava investire i miliardi del rdc in incentivi per le imprese. Ora hanno chiuso, e il rdc non è infinito. Il “conto” delle scelte scellerate è del pressapochismo sta arrivando.

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