LE OPINIONI

IL COMMENTO La lezione che Ischia deve imparare

DI BENEDETTO MANNA

Partiamo da tre considerazione. La prima è che  ci troviamo in una situazione di crisi globale, di crisi importantissima e QUINDI UN MESSAGGIO DI URGENZA DI AZIONI. La seconda è che mentre è importantissimo continuare a documentare gli impatti dei cambiamenti climatici e  mille altri impatti che si hanno sul nostro pianeta, sul suo funzionamento, sui benefici che noi ne deriviamo, altrettanto importante, data l’urgenza e l’entità di questa crisi globale, di dedicarsi in maniera assolutamente determinata e totale  per identificare e sviluppare le soluzioni. QUINDI L’IMPORTANZA DELLE SOLUZIONI. Queste soluzioni richiedono un approccio che rompe le barriere non solo tra le discipline: la biologia marina, l’economia, le scienze sociali, le tecnologie; ma anche tra settori e portatori d’interesse. Ciò richiede uno spostamento di focalizzazione dall’ecosistema a un sistema socio- ecologico. CIOÈ A UN INSIEME CHE COMPRENDE LA PARTE NATURALE E LA COMPONENTE UMANA, LEGATE E IMPRESCINDIBILI. QUINDI UN APPROCCIO DI SISTEMA.

Perché partire dal mare? La vita è nata nel mare, ma anche oggi  il nostro pianeta è un pianeta blu. Il 70% della terra è coperta dal mare e l’Oceano occupa il 90% dello spazio vitale che supporta la vita  del nostro pianeta. Anche se siamo una specie naturalmente terrestre, la nostra presenza, la nostra dipendenza dall’utilizzo delle risorse marine, ha subito negli ultimi 20 anni la cosiddetta “accelerazione blu”, una vera e propria impennata, aumento esponenziale della nostra presenza e utilizzo di  risorse e attività in mare in generale, sia in positivo che in  negativo. C’è un lavoro, uscito recentemente, che documenta nel tempo, la scala dal 1970 ad oggi, questa impennata che parte circa dal 2000 nello sviluppo dell’acquacoltura, estrazione di vari materiali negli ambienti marini, e anche nell’andamento termico. LA BIODIVERSITÀ MARINA E TUTTE QUESTE ATTIVITÀ SONO A GRANDISSIMO RISCHIO E PERICOLO A CAUSA PRINCIPALMENTE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI. Mentre il mare svolge una funzione importantissima rispetto ai cambiamenti climatici, che è quella di proteggerci dai cambiamenti climatici.Infatti il mare, dato il suo enorme volume, ha assorbito si stima più del 90%  dell’eccesso di calore dall’inizio dell’età industriale. QUINDI QUESTA FUNZIONE DI MITIGAZIONE DEL RISCALDAMENTO, DI PROTEZIONE È IMPORTANTISSIMA MA HA UN COSTO. Questo caldissimo assorbimento di calore adesso sta portando a questo aumento esponenziale della temperatura, che ha raggiunto il massimo storico di contenuto termico dell’ambiente marino proprio nell’anno scorso. E’ il mare più caldo che sia mai stato documentato nella nostra  storia. QUINDI UNA SERIE DI IMPATTI: AUMENTO DI FREQUENZA IN CASO DI EVENTI ESTERNI, PERDITA DI OSSIGENO O NEL CALORE.

Lo stesso fenomeno si sta verificando per quanto riguarda la funzione degli Oceani di assorbire l’eccesso dell’anidride carbonica. Dall’inizio dell’età industriale si stima che nel mare venga assorbito dal 20% al  30% dell’eccesso di anidride carbonica generata dalla combustione del gasoil. ANCHE QUESTO HA UN COSTO PERCHÉ PORTA ALL’ACIDIFICAZIONE DEL MARE. IMPATTI IN GRAN PARTE SCONOSCIUTI. UN GRANDE CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEGLI IMPATTI ECOLOGICI DELL’ACIDIFICAZIONE VIENE PROPRIO DA ISCHIA, che con il sistema dei VENTS è un laboratorio naturale straordinario che ci fa capire quali potrebbero essere le conseguenze di queste traiettorie se non cambiano per biodiversità e in funzione dell’ ecosistema marino: SONO UN SITO UNICO AL MONDO.

* INGEGNERE, MANAGER PER LA SOSTENIBILITA’

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