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IL COMMENTO La reputazione di Ischia come valore umano ed economico

DI LUIGI DELLA MONICA

Prendo spunto dalla disamina di Franco Borgogna, effettuata la scorsa domenica, per segnalare alcuni punti essenziali del turismo cosiddetto esperienziale, tanto propagandato turante la kermesse “Procida, capitale della cultura italiana”. L’A.N.M.I. Ischia, di cui indegnamente sono Presidente, riceve una chiamata da Ravenna, Modena e Reggio Emilia – terre avvezze al turismo ed all’accoglienza – per celebrare un evento triste, credetemi tristissimo: il raduno nazionale delle vittime di Capo Matapan, addì 28.03.1941; battaglia navale anglo-italiana nelle acque territoriali greche, dove persero la vita oltre 2.318 marinai e tra essi a bordo delle unità vi erano 101 ischitani, distribuiti fra i sei comuni dell’isola, di cui 10 caduti e 91 fatti prigionieri di guerra. Soltanto questo quotidiano ed il “Dispari”, che devo ringraziare, danno menzione del mio comunicato stampa in ordine all’evento, assenti le televisioni locali e regionali, mentre soltanto il Sen. Salvatore Lauro ed il Comune di Ischia, in persona del Sindaco Enzo Ferrandino e dell’Assessore Luigi Di Vaia percepiscono l’impatto emotivo e storico dell’evento, fornendo ogni supporto logistico alla buona riuscita della celebrazione. Il noto imprenditore isolano consente il trasporto marittimo di un drappello di partecipanti alla manifestazione commemorativa per lanciare in acqua una corona d’alloro a quei caduti ed il Comune di Ischia fornisce palco e service audio per un concerto pomeridiano, gentilmente richiesto alla Soprano Serena Stabile, che con il nostro Maestro Ivan Gira e la voce narrante Enzo De Maio hanno inscenato una rappresentazione cantata, musicata e narrata della canzone napoletana, intitolata “Core analfabeta”. Immancabile nel repertorio “o marenariello”, che confesso ai lettori essere stata la canzone con cui mio nonno materno da Santa Lucia salutava la sua fidanzata, mia nonna, per fare ritorno in Italia dopo sette anni, tra guerra e prigionia. Proprio queste parole disse la voce narrante ai marinai accorsi al concerto: “grazie a Voi per avere fatto bella l’Italia, al Vs. sacrificio di vita e di morte”.

Giacciono in fondo al Mare Egeo le navi da guerra Pola, Fiume, Zara, Vittorio Alfieri e Giosuè Carducci, carcasse ferrose che hanno imprigionato per sempre negli abissi giovani e mature vite di uomini di mare, i cui corpi furono massacrati, ma le loro anime trasvolarono serene ed imperturbabili nel loro giuramento prestato alla Patria, che essi ritenevano sacro dovere servire e proteggere, anche nella consapevolezza di incontrare morte certa. I soci ANMI di Ravenna, Modena e Reggio Emilia, hanno chiarito di aver scelto Ischia non come meta delle loro vacanze per 36 ore, laddove il raduno doveva svolgersi a Napoli città, ma per due ordini di motivi: il primo è che a Forio d’Ischia esiste una lapide commemorativa ed il secondo è che la nostra isola era rappresentata in loco con ben 101 marinai! Pertanto, era importantissimo che i giovani dell’Istituto Nautico “C.Mennella” intervenissero, come lo hanno fatto al mattino del 06 aprile alle ore 10.00 sempre in Piazza Antica Reggia, in corposo numero di oltre 40 ragazzi e ragazze, al fine di non dimenticare, di capire e ricordare che oltre ottanta anni or sono vite appena affacciate all’orizzonte del vasto mare sono state spezzate dalla brutalità della guerra, che ci ha condotti dopo tante tribolazioni alla pace che oggi godiamo, speriamo per tanti secoli in avvenire. ANMI Ischia si è gemellata con ANMI Ravenna e Modena, sperimentando un “mode experience”, per cui con l’intento di partecipare ad un evento storico, culturale e commemorativo dei defunti, si è saggiato contemporaneamente il turismo sull’isola e nella città metropolitana. Da tempo si discorre sui quotidiani negli ultimi due-tre anni della concorrenza di Napoli verso Ischia, ma il raduno dell’associazione “Vittime di Capo Matapan” ha dimostrato come un gruppo di ospiti d’elite – perché consentitemelo erano tutte persone di prim’ordine – invece che sostare solo a Napoli ha inteso sperimentare anche le bellezze geomorfologiche e culinarie dell’isola. Si, perché dopo aver preso posto all’hotel “Villa Maria”, venerdi sera subito mi hanno chiesto una buona pizza e siamo andati da “Gaetano” a via delle Ginestre; sabato pesce e coniglio all’ischitana sulla riva destra dal “pinterrè”.

Risultato? Entusiasti di Ischia ed i loro profili facebook zeppi di foto ricordo che elogiavano anche le più piccole particolarità dell’isola che magari a noi sfuggono. Per non parlare della gioia e della meraviglia nell’aver assistito ad un’esibizione di musica classica napoletana da brivido. Eppure tutte le cose belle, talvolta si tingono di nero. Mentre stavamo procedendo al mattino del sabato 06 aprile a bordo del “Capitan Morgan”, in corrispondenza del Castello Aragonese, lato ponente, abbiamo notato estese chiazze di schiuma bianca provenienti dal mare aperto. Sdegno e sofferenza per noi isolani accompagnatori, in una cornice di un mare blu cobalto, con venti completamente assenti. Non ho voluto scattare fotografie, perché tanto era il dolore alla visione di quello scempio. Ebbene cari lettori, i caduti di Capo Matapan, come delle altre tragedie di guerra, ci ricordano che se il loro sacrificio estremo ci ha condotti alla pace, se il mare si è colorato di rosso del loro sangue, noi non dobbiamo oltraggiarli permettendo che le nostre acque vengano inquinate per la nostra indifferenza. Non si tratta di uno slogan volgarmente ambientalista, ma di amore per il nostro ecosistema che proprio quelle vite recise nel fiore degli anni ci hanno permesso di vivere in pace ed in armonia con la natura del mare. Se il giorno 11 aprile si è celebrata la giornata del mare, che ha coinvolto tante associazioni sicuramente degne di menzione, ma non tipicamente esperte di marineria, la svolta determinante deve essere: mai più voltarsi dall’altra parte se nel nostro mare si scopre un’anomalia. Non si può più disquisire della giornata del mare, quando fra pochi giorni torneranno le imbarcazioni selvagge tollerate anche dagli operatori locali, pur di “campare” nella stagione. Non si può considerare affare di pochi intimi, appartenenti all’ANMI, la commemorazione delle vittime di Capo Matapan, quando poi questo mare, trasparente e maestoso nel suo colore verde smeraldo, viene stuprato in nome del guadagno 3 mesi per oziare gli altri 9: in tal senso, la giornata del mare diventa squisitamente una manifestazione ipocrita.

Un altro dolore provocato dall’interazione con gli amici emilio-romagnoli è stata la loro domanda: “quando possiamo venire ad Ischia senza trovare il caos”? Stamane, anche un impiegato di banca pugliese, conosciuto come testimone in una mia causa, mi ha detto che da appassionato di diving si guardava bene dal venire ad immergersi ad Ischia in agosto. Per quanto affermato, il sottoscritto ed i suoi soci ANMI hanno dato all’isola, grazie solo al Sen. Lauro ed al Comune di Ischia, con il Sindaco ed il citato assessore Di Vaia, la dimostrazione tangibile che con la buona volontà dei dilettanti, ma innamorati perdutamente dell’isola, qualcosa di buono e di concreto per il cambio di passo del turismo esperienziale si può fare per innalzare la reputazione dell’isola, per depurarla dagli ospiti scostumati e riportarla ai fasti antichi ed al rango della cugina caprese, che già ad aprile fa parlare di sé con vip nei suoi locali notturni. Non vi è la presunzione in chi scrive di aver fatto una buona cosa, ma concedetemi almeno il privilegio di averci provato e se ho sbagliato, se sono stato impreparato ed incompetente in selezionare ristoranti, organizzare cerimonie e concerti chiedo umilmente scusa, ma da ossessivo amante dell’isola so per certo che la sua pace paradisiaca è stata resa possibile anche dalla morte violenta di quei dieci ischitani e dalla prigionia degli altri novantuno, i ragazzi al tempo di “Capo Matapan”, non dimentichiamolo.

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