LE OPINIONI

IL COMMENTO La subcultura dell’autocompiacimento

DI LUIGI DELLA MONICA

Una riflessione mi sovviene in questo scorcio di autunno simil estivo, in riferimento alle preparazioni della stagione turistica 2023, che sicuramente sarà il riflesso dell’isola più bella del Mondo. Certamente i turisti del 2022 torneranno l’anno prossimo in massa pronti a passeggiare amabilmente per l’isola in lungo ed in largo, servita da autobus puntuali, taxi coordinati fra loro, parcheggi capienti ed organizzati con un’applicazione del cellulare in anticipo con un avviso di non viaggiare in caso di riempimento dei posti disponibili… Ci saranno bandiere blu infisse per tutti gli arenili e finalmente si potrà gridare alla vittoria per questo vessillo che sventolava soltanto sul porto turistico di Casamicciola. Non vedremo più le gare selvagge a largo delle coste marine fra natanti guidati da bambini e la posidonia sarà rispettata dagli ormeggi selvaggi, perché avremo i pescatori professionisti come sentinelle del mare, a presidio dell’equilibrio ecologico e naturalistico. Nel frattempo tutti i condoni edilizi saranno sanati e ciascuno che aveva nel cassetto dell’armadio quella pratica presentata nei tempi risalenti agli anni ‘80, ‘90 e 2003 finalmente potrà passare lo straccio della polvere per inserirvi il provvedimento di definizione.

L’estate 2023 sarà la panacea di tutti i malesseri passati, perché vi sarà un’ondata di investimenti attirati tutti dalla unicità della bellezza ischitana, poco importerà ai dissennati scialacquatori di denaro se il valore del prezzo offerto delle vendite sarà esoso e fuori misura, perché si accaparrerà il marchio aggiuntivo “Bella Ischia”. Nessuno osi toccare la divinità di questo nuovo brand: Ischia è bella. Si dovranno tacere le esecrabili vicende di cronaca estiva del turismo maleducato e scomposto, perché quello deriva dalla città metropolitana, la stessa che paga il risanamento delle strade isolane e di altre opere pubbliche secondo necessità. All’Università ricordo che in economia politica si studiavano i fattori di produzione: manodopera e materie prime, ma Ischia ha inserito un ulteriore fattore la sua bellezza. Per questi motivi, la malaugurata crisi strutturale di alcune realtà imprenditoriali isolane, vuoi per insolvenze pregresse, vuoi per incidenti di percorso dovuti al caro energia, si sta medicando con la cessione a terzi, a titolo oneroso, ma si inserisce nella trattativa: la Grande Bellezza Ischia.

Tutto il resto è noia. La prossima stagione turistica quale miraggio dovrà perseguire? Avvocato ma a noi cosa importa, si vive così da settanta anni, ma Lei cosa vuole significare e pontificare? Nulla cari lettori, io penso di dovermi umilmente chiudere in un silenzio eremitico. Nel 2022 abbiamo toccato le stelle, ma non ci siamo resi conto che per vivere in debito di ossigeno occorrono le tute da astronauta, perché ancora si preferisce la clava e le scarpe di lacci, pur di non capire ostinatamente che è arrivato il momento di mutare passo. Il 24 febbraio 2022 ci ha liberato dalla ipocrisia che i russi potessero risolvere la fame di surplus di utili che aveva il settore turistico di lusso, al punto che si guardava con piacere a questi nuovi ricchi come il miraggio economico da perseguire, in caso vi fossero stati problemi di cessione dell’azienda. Una sorta di arabi del 21esimo secolo a cui propinare vendite plurimilionarie, non curandosi che si stava vendendo magari ad un prezzo più che raddoppiato, d’altronde quale scusa poteva trovarsi se non quella che il forestiero si stava comprando un pezzo di Ischia… la bella Ischia. Una supponenza di fondo che anima tutte le operazioni finanziarie sull’isola e che, secondo il mio modesto parere, affosserà l’economia globale in un sistema imprenditoriale fortemente concatenato. Una miopia squisitamente radicata nel tessuto sociale dell’Italia meridionale, non solo ad Ischia, è ritenere che se un singolo sia economicamente prospero, non debba curarsi del vicino o del concorrente in difficoltà. Un errore madornale in tempi di globalizzazione.

Nel 2022 Procida capitale della cultura è stata vista dagli ischitani come una realtà transfrontaliera e ciascuna isola ha vissuto nel proprio orticello, con la differenza che quella di Arturo ha compreso l’indispensabilità di condividere eventi culturali di respiro internazionale, mentre la seconda, la nostra amata isola verde è piombata di nuovo nella presunzione, sterile e retriva, che alla fine tutti gli anni si somigliano fra loro, che verrà Pasqua e poi il 31 agosto e così via, via, senza cambiare. Ischia Ponte si è permessa il lusso di disertare la funzione religiosa, anche se per mera protesta pacifica, dimenticando che a 1800 km Nord-Est la gente non ha più niente e sopravvive al buio e sotto le bombe; i locali notturni dell’Ischia by night sono ormai chiusi definitivamente e moltissime strutture un tempo floride sono in stato di insolvenza; gli ormeggi selvaggi delle unità nautiche da diporto provenienti da tutte le coste del Sud Lazio e della Campania devastano posidonia ed inquinano le spiagge. Tutto si risolverà non temete: Ischia è bella e la bellezza si auto riproduce, come le sorgenti termali Ischia gode dell’energia di Venere che produce reddito e nutrimento umano ed animale. Peccato che le fonti rinnovabili di energia, le desalinizzazioni dell’acqua di mare sono proiezioni di studi universitari, ma certo la realtà, ragazzo mio che ti diletti a scrivere, è cosa diversa e seria rispetto ai sogni ed alle visioni degli uomini. Ischia è così e tale deve rimanere, nessuno la tocchi.

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