LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola e quel potenziale inespresso

DI ANTIMO PUCA

Ischia è ricca di storia, di bellezze naturali dal patrimonio architettonico incomparabile per la sua varietà e particolarità. Ma la nostra Amata versa in stato di degrado. Basta rendersi conto delle condizioni carenti dell’illuminazione pubblica e delle strade impraticabili a causa delle buche non riparate. I paesi collinari hanno un fascino notevole che non mi sembra sia stato mai debitamente sfruttato, anche allo scopo di realizzare la tanto reclamizzata “destagionalizzazione” del turismo. Le frazioni interne sono tanto ricche di attrattive spesso ignorate da un turismo che si ferma solo al mare. Il rifacimento delle strade d’accesso alle montagne sarebbe un consistente incentivo ad uno sviluppo commerciale delle aree. E’ fondamentale predisporre un nuovo piano di utilizzo di colline e montagne, al fine di evitare che rimangano luoghi esclusivamente panoramici, a partire dalla valorizzazione di percorsi di trekking già esistenti ma poco conosciuti, mancanti di segnaletica e, spesso, in condizioni di degrado. Le aree maggiormente attrattive dal punto di vista turistico sono ricche di biodiversità e per questo molto fragili, perciò meritano un’attenzione speciale, capace di coniugare salvaguardia degli ecosistemi e fruizione sostenibile, valorizzazione delle produzioni di qualità e crescita delle opportunità di sviluppo locale. L’assalto di autoveicoli, auto/moto raduni, nei week end della fioritura non rappresenta un’opportunità di crescita per il territorio. Bensì un rischio per la quale bisogna organizzare un sistema di fruizione di straordinari paesaggi che preservi la biodiversità e portare beneficio alle economie locali basate su agricoltura e turismo. 

La crescente domanda di natura deve essere accompagnata da chiare regole di fruizione che garantiscano la tutela di aree fragili e la loro fruizione attenta garantendo gli interessi delle comunità residenti e delle attività economiche a iniziare dalla tutela delle coltivazioni messe a rischio. Bisogna valorizzare l’enorme bagaglio naturale, culturale storico e artistico di Ischia con Musei come Villa Arbusto e Scavi archeologici di Santa Restituta e luoghi rimasti inespressi e non resi fruibili al pubblico. È necessario che le amministrazioni locali si adoperino, ciascuna per le proprie competenze e funzioni, affinché venga scongiurato l’arrivo di un numero insostenibile di autovetture e superiore alle capacità di carico di un contesto territoriale fragile e delicato. Se c’è turismo c’è anche sviluppo commerciale e tutto l’indotto ne beneficia. Occorre che i Comuni adottino metodi di lavoro di rete tra commercianti, associazioni, istituzioni culturali, promotori turistici, alberghieri e ricettivi in genere, realtà produttive del territorio. La bassa stagione deve essere affrontata con precise pianificazioni e strategie di marketing che rendano lschia un luogo interessante e frequentato non solo per pochi mesi di alta stagione ma nell’intero arco dell’anno. Questo può avvenire incentivando il turismo culturale ed artistico, il turismo ecologico, il turismo enogastronomico e tutte quelle attività che possano attrarre avventori durante la bassa stagione. Sarebbe opportuno creare un’unica cabina di regia che possa pianificare interventi ed eventi dell’isola, garantendo un’ottimale armonia tra gli stessi, ed evitando sovrapposizioni. Turismo e cultura camminano di pari passo ma sono ancora poco sfruttati rispetto al valore potenziale delle molteplici tipologie di fruizione turistica. Un patrimonio da valorizzare crea lavoro, futuro e nuovi modelli di sviluppo territoriale recepiti in un quadro più esteso. Cosi “con la cultura si mangia”!

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