LE OPINIONI

IL COMMENTO L’isola, i social e i suoi “haters”

DI GIANMARCO BALESTRIERI

Pochi giorni fa leggevo dei commenti fuori luogo in occasione di un articolo pubblicato da “il Golfo” che raccontava della festa di compleanno di una ragazza, che di lavoro fa la fashion blogger. Ora fino a quando i commenti sono relativi all’articolo ed ai contenuti, è (più o meno) tutto lecito, anche commenti sul lavoro della ragazza sono accettabili, purchè non si sfoci nella maleducazione, un fenomeno che sui social da un po’ di anni a questa parte trova campo libero. Sono un agente di spettacolo, vendo artisti, a Pasqua ho realizzato un evento ad Ischia un rapper di nome “COCO”, ed anche in quel caso la maleducazione ha trovato spazio per espandersi, e quello che più mi ha colpito è che lamaggior parte dei commenti erano di persone dai 40 ai 60 anni, ignare che magari a quell’età si può non conoscere un rapper e si possa non sapere cos’è una fashion blogger, ma loro continuano nella loro missione di offendere come se non ci fosse un domani, come se quel commento agli occhi dell’opinione pubblica li rendesse più brillanti e simpatici, ed invece si mostrano solo per il basso livello che li caratterizza e pure per una buona dose di frustrazione.

Per anni ho lavorato con personaggi del Grande Fratello e di Uomini e Donne, ad ogni locandina pubblicata arrivavano le offese gratuite degli “over”, però poi in discoteca arrivavano dalle 700 alle mille persone a sera che pagavano ticket dai 20 euro a salire per fare solo una foto con questi personaggi, ed erano persone di tutte le fasce d’età. Ora mi domando, è più stupida una persona che fa la fashion blogger, o uno che compra un prodotto solo perché lo indossa un influencer? Un po’ la stessa cosa del calcio, se un calciatore guadagna milioni di euro per calciare un pallone è perché ci sono milioni di persone disposte a pagare per farglielo fare. La nostra società è in evoluzione, chi lo capisce prima, sarà il primo a guadagnarci da questo cambiamento, fashion blogger che influenzano il nostro modo di vestirci, youtuber che tengono incollati alla tv bambini, e ragazze disposte a posare in lingerie su onlyfans, mentre prima facevano i cataloghi a 500 euro a ripresa oggi guadagnano cifre mostruose, alcune delle quali per la mole di lavoro accumulata hanno addirittura comprato casa a Dubai. Se uno parla con una capra e posta il video su tiktok, e ci sono discoteche che gli danno 2000 euro per averlo come ospite, e ci sono migliaia di persone che comprano i ticket per vederlo, siamo così sicuri che il ragazzo con la sua capra sia quello sbagliato?

Il fenomeno degli haters è troppo presente sui social, anche perché la nostra legislazione ancora non tutela bene questo stato di cose, prima o poi arriveranno le prime denunce e tutto ritornerà nei ranghi come è normale che sia. Se siamo figli o meno di una società malata questo non lo so, ma perlomeno siamo figli di una società libera dove ognuno è libero di fare quello che gli pare, il commento è quantomeno da accettare soprattutto quando uno si espone, ma a patto sia un commento o una critica priva di offese, spesso personali, spesso alla famiglia e questo è davvero troppo da sopportare. Un social non è una piazza da dove dietro un muro scagli una pietra e nessuno ti vede, quello che fai rimane scritto nel tempo e va controllato, siamo il frutto della nostra società che cambia nelle forme e nei lavori, la Ferragni che è stata la prima a capirlo oggi è milionaria, se uno paga 2 euro una bottiglia d’acqua perché griffata per quale motivo va offeso l’autore? Non ha fatto altro che fornire un servizio che la società desidera, quindi per quanto si voglia rimanere legati al passato, cerchiamo di aprirci al futuro, e magari ne trarremo tutti benefici economici e non dal capire davvero come funzione oggi il sistema.

* AGENTE DI SPETTACOLO

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