LE OPINIONI

IL COMMENTO Quello che dovrebbe funzionare nella scuola

DI DANIELA SCOTTI

Oramai il nostro quotidiano è scandito da un giorno di sole e da uno di allerta meteo, che se ti va bene è gialla, se ti va mediamente è arancione ma quando ti svegli con quella rossa per mantenere la calma ti devi affidare ai più serafici monaci tibetani. Ogni giorno è una chimera e quindi abbiamo imparato con non poche difficoltà a viaggiare “a vista”. Ma in definitiva queste emergenze nelle emergenze non fanno altro che riportare in superficie quanto fragile, impreparato e abbandonato sia e sia stato il nostro territorio. Se solo vogliamo pensare all’incuria e all’assenza totale di manutenzioni che c’è stata negli anni dei terreni, delle montagne e dei canali e che continua a costare la vita a tanti, la nostra rabbia sovrasta impetuosamente il dolore.

Però non voglio generalizzare il problema perché così facendo è come se per una inspiegabile ed irragionevole legge transitiva il problema stesso si annullasse e quindi sarebbe troppo semplice risolverlo così. Vorrei invece soffermarmi su quanto accade quotidianamente nelle nostre case, nelle nostre famiglie, ai nostri ragazzi. La scuola, che agli occhi dei genitore dovrebbe corrispondere a un luogo sicuro, sostanzialmente efficiente e formativo, per i nostri ragazzi rappresenta una seconda casa, un luogo dove confrontarsi, incontrarsi, scontrarsi, realizzarsi, crescere e nel contempo lasciarsi andare. E noi come proviamo a renderglielo accogliente, sicuro e “performante”? Abbiamo uno Stato (che non dimentichiamo mai essere la nostra espressione) che sebbene si professi attento alle esigenze e al futuro dei giovani, quanto in realtà investe in questa prospettiva? Se le direttive sono quelle di regionalizzare ,diversificare, accorpare e privatizzare le risposte che affiorano sono più che chiare. Salviamo la Scuola Italiana, giustissimo. Salviamola da chi vuole togliere, perché il concetto “less is more” funziona per gli interior designer non certo per la didattica o la formazione professionale. E poi semplicemente mi chiedo, invece di concentrarci sul capire se Dante fosse uomo di destra o di sinistra , invece di disquisire sui metodi adottati dalla scuola finlandese e dalle politiche adottate dalle scuole estere, considerando che la Scuola Pubblica non dovrebbe avere nè colori e nè bandiere non sarebbe più opportuno capire come riuscire a dare un tetto sicuro, aule adeguate, personale qualificato, graduatorie aggiornate e messe a disposizione ante apertura affinchè la Scuola possa iniziare con l’organico già al completo e non come spesso accade a gennaio o a febbraio, istituire ed effettuare regolari ispezioni per manutenzioni ordinarie e straordinarie dei sistemi di riscaldamento e rinfrescamento che consentano alla comunità scolastica di poter svolgere idonee lezioni in aula e soprattutto una burocrazia meno farraginosa in materia di Scuola, Sanità e Sicurezza?

Tutte problematiche con cui bisognerebbe confrontarsi con serietà e volontà aldilà degli schieramenti. Ed invece siamo ancora qui a consigliare ai ragazzi di portare plaid caldi in classe, siamo ancora qui ad attendere risposte da Enti assenti a pec, diffide e segnalazioni di inefficienze gravi, siamo ancora qui a scioperare perché non ci sono aule e spazi necessari, non ci sono riscaldamenti funzionanti e nessuno ascolta le tante voci dei Dirigenti scolastici, del personale, degli studenti e delle famiglie. E vogliamo parlare del fatto che ad ogni, ormai frequente, Allerta meteo le amministrazioni locali sono costrette a mettere in sicurezza la comunità chiudendo innanzitutto le Scuole al pari di cimiteri e parchi . E quindi, per concludere, mi vorrei rivolgere al Ministero dell’Istruzione : in considerazione del fatto che viviamo ormai ALLERTATI da due anni e continueremo ad esserlo considerando le lungaggini burocratiche , non pensate che dovendo garantire la sicurezza ma anche il diritto allo studio dei giovani studenti italiani sarebbe opportuno valutare e approvare un piano DID in tutti i casi di allerta o emergenze che richiedano la chiusura delle nostre Scuole ? Non so in Finlandia cosa farebbero e francamente poco mi interessa, ma noi qui, sono certa, vorremmo tanto che una delle priorità di questo governo fosse proprio l’organizzazione, la stabilità, l’efficienza, la continuità, la sicurezza e la presenza costante al fianco del cittadino. Siamo il Paese delle carte, proviamo a diventare quello delle certezze.

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