LE OPINIONI

IL COMMENTO Questa non è Ischia

DI RAFFAELE MIRELLI

Vi sottopongo un pensiero che nei giorni passati ha fatto discutere le persone a me vicine nell’ambito dei social. La riflessione che ho esternato circa la presenza del ministro del Turismo a Ischia e – in particolare– la proposta fatta nell’ambito della conferenza istituzionale,che riguarda una campagna social per “rilanciare” Ischia.

Mi piacerebbe approfondire un aspetto che in molti hanno compreso e tradotto secondo il proprio punto di vista. Mi piacerebbe prenderne il nocciolo concettuale e sottoporlo ai lettori del quotidiano. Eccola di seguito: “Campagna social per rilanciare Ischia?!? Mi dispiace, ma Ischia deve essere ricostruita a partire dalle persone, da noi cittadini. Vedo una contraddizione di fondo in una campagna di rilancio che parte dai social.  Almeno adesso. Le presenze non mancano e non mancheranno, anche perché, come per le scorse disgrazie, abbiamo goduto di pubblicità mondiale: non tutti conoscono l’isola e in tanti l’hanno scoperta in modo trasversale.

Forse dovremmo imparare a parlare di noi stessi, degli “ischitani”, uniti da intenti comuni, non da personalismi. Sono proprio questi che ci hanno portato a sottostare, a subire disgrazie continue. Cambiamo slogan: mettiamo i cittadini, i loro bisogni al centro del discorso e non lo “sfruttamento” del territorio sotto la bandiera economica, del turismo. Se noi impariamo a stare bene, anche l’isola diventerà un posto migliore, per tutti, non solo per i turisti. Questo aspetto viene troppo spesso messo da parte. Perché ci siamo educati alla logica del mero mercato economico. E il nostro benessere? Quello lasciato all’ombra di un solstizio invernale? Il problema non è solo economico e politico, ma esistenziale! Viviamo male e senza diritti. Non voglio essere disfattista, ma così non funziona. Nemmeno da un punto di vista dialettico. Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Serrara, Barano: siamo esseri umani e non muli, siamo cittadini di un solo territorio e facciamo fatica ad abitarlo nel benessere comune. Mi dispiace, così non funziona. È sicuramente inopportuno intraprendere, a un mese dalla disgrazia, un discorso che riguarda l’aspetto economico, quello turistico. Perché? Siamo ancora sotto le macerie, e non quelle dell’alluvione, ma quelle del 2017. Non siamo stati in grado di mettere in sicurezza le zone terremotate e di proporre alternative. Adesso rincorriamo, con la solita ansia da prestazione,l’estate che verrà con promesse e – lasciatemelo dire – poche azioni.

Allora mi chiedo, in modo sciocco, perché non riusciamoa superare la paura di non farcela.Del resto,“abitiamo” un sistema statale che richiede tasse, pagamenti in cambio di una gestione, quella dei nostri diritti.

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Mi chiedo perché si parli di turismo, quando è proprio questo che – da un lato – ci ha sostenuti e nel modo sbagliato. La maggior parte di noi vive una precarietà consapevole di un sistema che spinge a essere frettolosi in primavera, ossessivi d’estate e inerti durante l’autunno e l’inverno. Il sistema Ischia non genera felicità, al contrario ci anestetizza e ci aliena, ci rimette in attesa, ci sfrutta quando deve. Il sistema Ischia non esiste. Anzi, il sistema Ischia ci sistema. Allora ecco che ci si augura un buon anno, ancora una volta,per essere poi delusi dalla nostra stessa condotta e dalle contingenze che riteniamo inutili. Nella logica della violenza non esiste il consenso. Mi ripeto: la natura viene aggredita dalla nostra azione di mercato, di inciviltà e quindi viene violentata, abbandonata con grande negligenza e “strafottenza”. Se la natura fosse una persona o un Dio, allora possiamo ritenere che questa si sia accanita contro di noi e ribellata alla nostra azione. Contiamo vittime e tragedie da troppi anni e non riconosciamo la causa. Mi chiedo ancora perché affrontiamo la realtà con un bagaglio immenso di timore, paura.

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Che cosa stiamo aspettando? L’anno nuovo? Una nuova promessa? Tutto quello che ci raccontano, su come debbano essere condotte le nostre vite, va nella direzione della moderna schiavitù di un sistema che ci rende troppo infelici e che non funziona. Questi giorni, queste epoche sono per tutti, per tutti quelli che non hanno identità e voglia di cambiare le cose. L’isola sta affondando nell’infelicità. Questo è ineccepibile. Eppure, lavoriamo e veniamo pagati da chi impara da noi, dai nostri errori, da chi alimenta il sistema della paura, della precarietà. E se imparassimo a desiderare il meglio per la nostra comunità, sarebbe sciocco? Sapete spiegarmi quale pratica, quali azioni abbiamo intrapreso per essere migliori? Noi ischitani troppo spesso consideriamo le riflessioni, i pensieri scritti come perdita di tempo e inutile speculazione. Forse mi ritenete “pazzo” per ciò di cui scrivo, da anni: “Felicità? Ma che dice? Non ha nulla da fare nella vita?”. Per molti, forse troppi di noi, è irriverente, poco pratico chiedersi della felicità. Al contrario,in tanti sostengono che bisogna tenersi sulla sponda della pratica, dell’azione.

Eppure, lavoriamo per essere felici, per sostenerci, per sostenere chi amiamo. Ci vogliamo realizzare, perché alla fine si possa affermare con orgoglio: “Sono felice!”

Volgiamo lo sguardo ai nostri carie, se livediamo sorridere, diventiamo felici.

Vogliamo essere felici, anche perché l’infelicità ci fa paura. Se siamo felici, troviamo il senso dell’esistenza.

Ecco perché insisto nel parlare di felicità. Quando scrivo, rifletto sulla mia terra, sull’amore che per essa nutro, mi auguro che diventi presto un luogo migliore per tutti noi. Io amo Ischia e non sono il solo.Spero che la rabbia che ci pervade,diventi motore per il cambiamento. Questa terra mi ha generato, ha generato la mia famiglia, i miei amici. Questa sera, quando per tutti noi inizierà il conto alla rovescia, penserò al nuovo anno e cercherò di vedere dei segni di felicità nei miei cari, nei miei amici. Cercherò di mascherare la tristezza di un anno andato con un brindisi e un abbraccio, stretto a mia moglie, sperando che io l’abbia resa felice. Ci abbracciamo per tenerci nella vita, per non perdere l’equilibrio, insieme. Guarderò al cielo, perdendo una lacrima in segno di sacrificio per me stesso, per chi mi ha lasciato e ci ha lasciati. Nel caos delle voci, della musica, saremo commossi negli sguardi. Fateci caso! Saremo tutti emozionati e terrorizzati allo stesso tempo, ci augureremo la vita, il tempo. La nostra piccola vita, graziosa e bella,è così fragile.

Cercherò il futuro di una promessa unica, per i miei figli, sorelle, fratelli. Brinderò con l’amaro in bocca e con il coraggio di credere che tutto questo mi accomuna a tutti voi.

Avrò il coraggio di pensare che questa non è Ischia, la sola che mi è concesso di immaginare.

Buon anno!

Il grande onore di chiudere un anno di editoriali per il Golfo, mi emoziona non poco. Ringrazio il direttore e i miei colleghi di scrittura che, senza pausa, si prendono del tempo da dedicare alla riflessione, quindi alla nostra isola.Perché le parole scritte provengono dal pensare, dall’energia che muove l’azione retta, il progresso mondiale e il miglioramento delle condizioni delle nostre vite.

* FILOSOFO

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Parlare di felicità sarebbe pazzia? Non direi proprio, piuttosto è cosa saggia per ogni umano.
Del resto il Natale dei Cristiani affonda le sue radici ancestrali nei riti del fuoco, nella celebrazione della luce e del sole che vince le tenebre consentendo alle genti di cogliere l’essenza della vita, che lei ha ben sintetizzato nel pensiero: “Se noi impariamo a stare bene, anche l’isola diventerà un posto migliore, per tutti, non solo per i turisti”...

Chris

Ja, aber ohne Touristen wäre es eine Insel im Mittelmeer, die dann zurück in die Zeit vor dem Beginn des Tourismus fallen würde. Ich kann mir nicht vorstellen, ob die meisten der Inselbewohner gerne wieder Bauern oder Fischer wären. Sicher, Tausende würden die Insel verlassen, was widerum positiv für das Klima und die Natur wäre, da dann auch ein Großteil der Kraftfahrzeuge verschwinden würde, von denen es derzeit einfach zu viele auf den 41 qkm großen Inselchen gibt. Verteilt den Tourismus auf alle 4 Jahreszeiten, bietet neue Reisekonzepte an, wie spezielle Bildungsreisen, z. B. mit Sprach- und Kochkursen. Baut eure Spa-Anlagen aus, modernisiert sie. Dann kann man Gäste auch mit besonderen Kurangeboten anlocken. Baut die Gastronomie auf der Insel aus, macht daraus kulinarische Tempel mit der besten italienischen Küche weit und breit! Legt um dem Epomeo Terrassen für den Wein und Gemüseanbau an. Das hält den Berg zusammen und ergibt neue Einnahmequellen.
Vor allem aber baut den Bustransport auf Ischia dringend aus!!! Ersetzt die “Schrottbusse” durch neue, sichere mit guter Ausstatting! In der Saison ist es für jeden Tourist eine Zumutung, sich in die übervollen Busse quetschen zu müssen, in der sehr oft die Klimaanlagen nicht funktionieren. An alle Haltestellen gehören Abfahrtspläne und Sitzgelegenheiten für wartende, besonders ältere Gäste. Aus den Altstädten müssen die meisten Fahrzeuge heraus genommen werden, oder die Gehwege so ausgebaut werden, dass Fußgänger bequem darauf flanieren können und nicht Gefahr laufen überfahren zu werden. Die Gehwege dürfen auch nicht von Kraftfahrzeugen zugeparkt werden, so das die Gäste auf den vielbefahrenen Straßen laufen müssen. Wir, mein Mann und ich, waren wie so viele andere Touristen schon sehr oft genervt von diesen Ärgernissen. Vor allem in der Hauptsaison! Für so manchen Gast wird es wohl der letzte Besuch auf der Insel gewesen sein…
Ich könnte hier mit Vorschlägen weiter fortfahren. Werde aber erst einmal auf eure Reaktionen darauf warten.
Wir, der Ian und die Chris aus Berlin, die sich schon vor Jahren in eure schöne Insel verliebt hatten, wünschen euch allen ein schönes und beruhigtes neues Jahr. Wir kommen bald zurück und bleiben dann vielleicht für immer.

Chris

Danke an den Autor dieses wunderbaren Artikels. Wir wünschem ihm und seiner Familie alles Gute, Gesundheit, verbunden mit dem Wunsch, dass alle seine persönlichen Wünsche in Erfüllung gehen. Ich hätte mir widerum gewünscht, dass er die Veränderungen, die er sich für Ischia erhofft, präziser formuliert hätte. Was genau stellt er sich für die Zukunft vor? Weniger Touristen? Nein, setze ich dagegen, nur die Planung des Tourismus sollte sich ändern. Diese Idee habe ich schon mehrmals hier, bei IlGolfo24, vorgeschlagen. Die Insel bietet sich für einen durchgängigen Jahes-Tourismus an. Die Temperaturen sind auch im Winter für Menschen, die aus nördlichen Ländern kommen, frühlingshaft. Mein Mann und ich waren in der Vergangenheit schon im November und im Februar auf Ischia und begeistert. In diesem Jahr wollten wir von Januar bis Ende März kommen. Leider ereigneten sich 2 Todesfälle in der Familie, wir können die Reise nicht antreten. Im Winter zieht es viele Deutsche auf die Kanarischen Inseln. 5 Stunden Flug! Nach Neapel nicht einmal 2! Die Hotels sollte man für Winter-Touristen ordentlich ausstatten. Die Bäder top in Ordnung bringen, altes Mobiliar gegen neues austauschen, besonders die Betten! Aus den Spa-Bereichen kleine aber feine Highlites erschaffen, denn, die Gäste kommen auch vorrangig wegen der Radonbäder auf Ischia. Vor allem müßte man die Hotel-Gastronomie verbessern! Italien ist das Land mit der besten Küche der Welt! Leider findet man sie auf Ischia viel zu wenig! Sollen Gäste im Winter kommen, muß man denen etwas besonderes anbieten. Kochkurse könnten dazugehören, Weinverkostungen, italienische Sprachkurse, Tanzkurse für Tarantella usw. Vorerst mein 1. Teil zur Verbesserung des Lebens auf der schönen Insel. Lasst es euch mal durch den Kopf gehen. Ich melde mich wieder. Ein Diskurs mit euch wäre sinnvoll. Was meinen die Leser zu meinen Idern?
Herzliche Grüße aus Berlin von Chris

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