LE OPINIONI

IL COMMENTO Tutto il brutto del calcio

I lettori del Golfo perdoneranno chi periodicamente ha il piacere di scrivere le proprie riflessioni sulle pagine di questo giornale se, per una volta, l’argomento scelto non è direttamente legato alle vicende dell’isola d’Ischia. Almeno all’apparenza, perché in fin dei conti, quello di cui mi appresto a parlare riguarda proprio tutti, soprattutto in un periodo in cui, lo Sport, perché è di Sport che parliamo, emoziona a Napoli come a Ischia, grazie a quanto accade sui campi di calcio, dalla serie A e fino alle categorie minori. Un pallone che rotola e tanti cuori che palpitano. L’essenza di una disciplina, che ha intrapreso da tempo la sua strada verso un declino che appare irreversibile. La questione legata al “caso Juventus” è probabilmente solo la punta di un iceberg, il culmine di un disastro annunciato, di un calvario senza fine, che ha avuto ripercussioni, Campionato Europeo vinto a parte, anche sulle vicende della nostra maldestra Nazionale, fuori dai Mondiali per due edizioni consecutive. E quando si pensa di aver raggiunto il punto più basso, ecco che accade qualcosa che ci fa ricredere.

Qualche settimana fa avevamo parlato degli scontri tra i tifosi di Roma e Napoli ma all’indecenza e all’inciviltà, evidentemente, non c’è limite. Il fondo è stato toccato la settimana scorsa, in occasione della partita tra Spezia e Napoli, giocata in uno stadio che per 90 minuti si è trasformato in una fogna ributtante di melma e fango puzzolente. Perché c’è un modo per fare il tifo e per schernire l’avversario, in maniera ironica, beffarda, strafottente e pungente e poi c’è invece il malcostume, l’inciviltà, la cattiveria e la vigliaccheria di chi offende l’avversario oltraggiando la sua storia, i suoi affetti e il suo passato. I cori inneggianti alla morte di Maradona, che si sono levati dalle gradinate del Picco, per lunghi tratti della partita, sono qualcosa di vomitevole, inaccettabile, da condannare senza spirito di misericordia. Sarebbe come tirare in ballo il ricordo di Vialli o quello di Mihajlović, quello di Scirea o quello di Pelè. Una deriva pericolosa, alla quale bisogna mettere un freno da subito. Allo stadio ligure, domenica scorsa, c’erano famiglie con bambini andati al campo soltanto per vedere uno spettacolo e costretti, invece, ad ascoltare un corollario di abominevoli improperi, che avrebbero dovuto indurre l’arbitro Di Bello ad interrompere la gara, mandare le squadre negli spogliatoi e decretare la vittoria a tavolino per il Napoli.

Il direttore di gara ha fatto spallucce, ha fatto finta di non sentire, ha preso la decisione più comoda e codarda. Contro lo sport. Una decisione ingiusta. E chi attende ora provvedimenti clamorosi rimarrà probabilmente deluso. Nell’Italia che aspetta trepidante l’intervento del “San Francesco d’Ucraina”, alias Zelensky, che tra una richiesta di armi sempre più devastanti e un rifiuto al dialogo, si appresta a inviare il proprio messaggio (per fortuna senza la sua presenza) al festival di Sanremo, non accadrà perfettamente nulla. Qualche dichiarazione di sdegno, una multa più o meno salata, un’effimera reprimenda, poi tutto come prima, fino alla prossima partita, al prossimo coro infame. E la palla rotola, sempre più giù.

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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