LE OPINIONI

IL COMMENTO Vandali allo… specchio

Ci avvicinavamo in maniera furtiva, quasi timorosa ad un citofono, uno qualsiasi, scelto a caso tra le tante case o villette del centro. Ci guardavamo con sospetto intorno, poi con un sorriso sarcastico scattava la birichinata. Pigiavamo su uno o due tasti a caso della tastiera e prima ancora di attendere la risposta, sdegnata, del malcapitato inquilino di turno, scappavano a gambe levate con una paura in corpo terribile e il timore di essere scoperti. Il fatto che lo scherzo avvenisse ben oltre la mezzanotte non faceva altro che aumentare il gusto e la malizia di un gesto che oggi appare come infantile e finanche un po’ ingenuo. Era questa la nostra trasgressione più grande, il nostro modo di divertirci fuori dalle regole, contro le direttive dei nostri genitori. La nostalgia per quel modo, sbagliato ma certamente anche innocuo di divertirsi è dettata dal trascorrere del tempo, da un’età che non c’è più. In quella fuga c’era la tutta la nostra voglia di sentirci liberi. Fuori dagli schemi. Pagliacci e sbruffoni.

Oggi è cambiato radicalmente tutto e i ragazzi si divertono a distruggere, violare, deturpare, offendere. Qualcosa di più che una semplice, sia pure censurabile, molestia notturna. La moda tristissima, becera, incivile, inspiegabile che si è diffusa ad Ischia in queste settimane fa rabbrividire. Comitive di ragazzi, sia uomini che donne, trascorrono le loro nottate a prendere a pugni e calci gli specchietti laterali delle auto in sosta mandandoli in frantumi, distruggendoli. È accaduto in più strade del centro di Ischia Porto, sempre di notte, prevalentemente nei fine settimana, quando l’isola è terra di nessuno e il ritorno a casa diventa per tanti ragazzi occasione di teppismo spicciolo e deprecabile vandalismo. Un gesto che non ha alcun tipo di giustificazione e che spiega ancora una volta la decadenza nella quale è finita una parte della nuova generazione. Suonare al citofono era un modo molto stupido per divertirsi ma almeno nascondeva in sé una piccola sfida. Io ti sveglio di notte e tu puoi reagire e punirmi con una bella parolaccia o un duro rimprovero, se non una “solenne mazzolatura” (per dirla alla Totò). Distruggere gli specchietti retrovisori di auto incustodite e in sosta, in piena notte, è da codardi, vili, vigliacchi. Teppisti. Non è una sfida, non c’è la necessità di fuggire, non c’è gusto e non c’è onore. Una brutta moda rispetto alla quale non può sempre essere chiamata in causa l’assenza di controlli. Non è pensabile che le forze dell’ordine debbano preoccuparsi anche di un manipolo di balordi, che non ha null’altro di meglio da fare che andare in giro a danneggiare un bene altrui. Un manipolo di farabutti che degli specchietti retrovisori dovrebbero fare ben altro utilizzo. Ad esempio girarli verso il proprio volto, guardarvi dentro i propri occhi e provare un’infinita vergogna.

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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