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Il faro di Punta Imperatore e il progetto dell’Opera Pia

Di Isabella Puca

ROMA – La commissione di gara  ha dato, ieri mattina a Roma,  lettura dei punteggi attributi ai singoli progetti che si sono candidati alla gestione del faro di Punta Imperatore. Il  progetto dell’Opera Pia è risultato essere per ora il primo in classifica.  Il massimo dei punti è stato assegnato, infatti, per quel che riguarda le soluzioni di recupero; 14,17 punti su 15 per quel che riguarda la manutenzione, la conservazione e il monitoraggio del faro; 10 punti su 10 per quel che concerne la fruibilità pubblica della struttura, il contributo allo sviluppo locale sostenibile  e alla destagionalizzazione della domanda turistica, e per l’attività di networking.  «Questo non significa – ci ha dichiarato Silvano Arcamone per l’Opera Pia Iacono Avellino Conte – che ci siamo aggiudicati  la gara, in quanto vanno assegnati ancora i punteggi dell’offerta economica, ma intanto ci godiamo questa piccola soddisfazione di aver proposto il miglior progetto su Punta Imperatore».  Tra i partecipanti ci sono altre due aziende legate all’isola d’Ischia, la società “La Serenissima Srl”, collegata a De Siano, valutata dalla commissione con un punteggio di 49,81, 10 punti in meno dall’Opera Pia; e  la Rete Società Turismo Sorrento con a capo Salvatore Lauro con 43,03 punti. La Fondazione Opera Pia Iacono Avellino Conte, con a capo Celestino Vuoso,  concorre, quindi, insieme ad altre 5 aziende, per ottenere la gestione del Faro foriano di Punta Imperatore. A fine gennaio, la notizia rimbalzò su varie testate giornalistiche, e l’Opera Pia svelò in esclusiva per “Il Golfo” l’intero progetto che ha visto lavorare insieme una equipe di giovani professionisti ischitani. La loro idea è quella di creare una struttura ricettiva di lusso che vedrà, d’estate, un resort di lusso e, d’inverno, una residenza per artisti di calibro internazionale che, ospitati per più mesi, regaleranno una loro opera al territorio. Da parte dell’Agenzia del Demanio c’era infatti l’invito a realizzare un progetto legato sì al turismo, ma che andasse a valorizzare il faro in sinergia con il territorio. Da qui, l’idea di coinvolgere gli artisti, invitare loro a vivere il faro per poi lasciare una traccia della loro permanenza in un’opera che resterà alla struttura. Il gruppo che ha lavorato al progetto, diretto dall’architetto Silvano Arcamone vede in prima linea gli architetti Giovanna Ballirano, Giuseppe Trani e Simone Verde; la parte economica finanziaria del progetto è stata curata, invece, dai dottori Antonio Starace e Fabrizio Fiorito, mentre le procedure amministrative sono di Marialaura Vuoso. Il resort di Punta Imperatore, se l’Agenzia del Demanio valuterà positivamente il progetto presentato dalla Fondazione Opera Pia, anche per quel che concerne la valutazione economica, sarà abbinato a un’attività di ristorazione in partenariato con eccellenze presenti nel territorio, già c’è infatti una prima intesa con alcuni albergatori. Inoltre, verrà riproposta un tipo di cucina anche a km 0 in quanto sarà recuperato l’orto del farista. L’idea è quella di mettersi in sinergia con altre eccellenze del territorio come le case vinicole famose in tutto il mondo, il Castello Aragonese, i giardini La Mortella e quanti vorranno dare il loro apporto positivo alla causa. Ampio spazio verrà dato, poi, al teatro tenendo ben viva un’emozionante rappresentazione che senza la storia di quel faro non avrebbe avuto mai luogo. Parliamo di “Lucì”, spettacolo portato  in scena dall’attrice Lucianna De Falco nel 2008 per far conoscere ai più quella storia affascinante che gira intorno a quel faro dove, per la prima volta, fu una donna a far da fanalista: Lucia Capuano, trentenne vedova e madre di 7 figli.

 

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