CRONACAPRIMO PIANO

IL “MANAGER” DELLO SPACCIO

L’arresto del 18enne C.R. porta a quasi 6 chili il quantitativo di droga sequestrato in una settimana dalla polizia. La storia e il profilo di un giovane che non era legato al mondo della droga locale e si riforniva acquistando direttamente in terraferma. La camera “concessagli” dai genitori della fidanzata dove custodia 2.6 kg di hashish e oltre 10.000 euro in contanti

Ancora un arresto, ma soprattutto ancora un ingente quantitativo di droga. Poco meno di 6 chili il quantitativo di sostanze stupefacenti sequestrato in meno da una settimana dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia, guidati dal vicequestore Ciro Re, il che lascia intendere che nella lotta al fenomeno dello spaccio ci sia stata davvero una repentina accelerazione. Ancora una volta, tra l’altro, a finire in manette non è stato uno dei “soliti noti” ma un incensurato e insospettabile, addirittura appena maggiorenne. Che tra l’altro, stando ad una serie di indiscrezioni raccolte in ambienti bene informati, operava in proprio e non dipendeva da grossisti isolani ma si riforniva direttamente in terraferma. Evidentemente aveva maturato nella sua breve esperienza il know how necessario, oltre ad essersi riuscito a garantire contatti con pezzi grossi dello spaccio partenopeo ed anche il denaro necessario per acquistare la merce. D’altronde, se a casa della fidanzata di C.R. (già, perché ironia della sorte tutta l’illecita attività si svolgeva in queste mura domestiche, ovviamente all’insaputa della fidanzata e dei suoi genitori) sono stati rinvenuti la bellezza di 2.6 chili di hashish e oltre 10.000 euro in contanti, ci vuole poco a capire come il giovane studente avesse una certa facilità nel poter contrattare ed acquistare anche quantitativi di droga tutt’altro che irrilevanti. Che lo avrebbero portato pian piano a mettere su un fiorente mercato soprattutto tra i giovanissimi, che spesso al “fascino” del fumo fanno davvero fatica a resistere. Tra l’altro, a lasciare intendere come C.R. agisse e si muovesse in assoluta autonomia è confermato anche da una serie di risultanze investigative che avrebbero confermato che il ragazzo non aveva contatti con pregiudicati locali o con altri più o meno piccoli spacciatori. Insomma, sulla carta il mondo degli stupefacenti pareva proprio non appartenergli. Sulla carta, appunto.

Probabilmente è stata una soffiata a mettere nei guai il diciottenne, soffiata che non soltanto ha riferito dell’illecita attività perpetrata ma che ha poi consentito agli investigatori anche di appurare che tutto quanto segnalato si svolgeva lontano dalle mura domestiche, insomma da casa propria. Secondo una ricostruzione dei fatti, nella mattinata di venerdì sarebbe stato convocato dapprima in commissariato il padre della fidanzata di C.R. poi sarebbe scattata la perquisizione domiciliare all’interno dell’abitazione e nello specifico in uso esclusivo al giovane, che quando c’è stata l’irruzione dei poliziotti (erano da poco trascorse le 9.30) stava ancora dormendo. E’ scattata allora la perquisizione che ha portato a rinvenire all’interno di un armadio dietro ad alcuni capi di abbigliamento ben 2.613 grammi di hashish e tutto il necessario (bilancini, cellophane ecc.) per il confezionamento delle dosi oltre a 10.270 euro in contanti. In quel momento i genitori della fidanzata di C.R. e la stessa 17enne si sono mostrati increduli dinanzi a un tale stato di cose. A scagionarli da ogni responsabilità fortunatamente – oltre a tutti gli accertamenti fatti dai poliziotti – ci ha pensato lo stesso C.R. che ha chiesto scusa per aver tradito la fiducia che gli era stata accordata nell’ospitarlo a casa. Il resto fa parte di un copione fin troppo scontato, copione che ha portato il 18enne ad essere condotto presso gli uffici del commissariato di Ischia per essere sottoposto agli adempimenti di rito. Dell’accaduto è stato portato a conoscenza il sostituto procuratore di turno, dott.ssa Antonella Lauri, che ha disposto la traduzione di C.R. presso il carcere napoletano di Poggioreale dove resterà ristretto in attesa dell’udienza di convalida. Suo difensore di fiducia è stato nominato l’avvocato Raffaele Pesce. Il denaro (peraltro in gran parte composto da banconote di piccolo taglio) è stato posto sotto sequestro al pari dello stupefacente e delle varie apparecchiature ritrovate nel corso della perquisizione, tra cui spicca anche una macchina casalinga per il confezionamento sottovuoto di ottima qualità, a dimostrazione di come non si badasse a spese per raggiungere i migliori risultati nel confezionamento dello stupefacente. Si chiude così un nuovo capitolo della guerra allo spaccio che, come dicevamo, ha subito una accelerazione notevole negli ultimi giorni. Quasi come a far intendere che questo effetto domino non abbia ancora scritto la parola fine. Nel frattempo, restano i numeri a voler smentire in maniera inequivocabile chi si ostina a voler spiegare che il consumo di droga dalle nostre parti sia un fenomeno assolutamente nella norma e non preoccupante. E’ una legge di mercato, alla domanda deve sempre corrispondere adeguata offerta e viceversa. Noi ci fermiamo qui, ma abbiamo l’impressione che anche a strettissimo giro le forze dell’ordine non faranno altrettanto.

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