DI ANTIMO PUCA
Sguardo acuto. Occhio lungimirante. Orecchi attenti. Un osservatore. Un riflessivo. Di poche parole. Ponterate. Atteggiamento signorile. Di raro spessore. Pantaloni bianchi e camicie sgargianti semiaperte da cui fuoriusciva un petto villoso. Ci saluta uno degli ultimi pionieri del bel turismo dell’isola. Un uomo che ha espresso la Sua sapienza attraverso la creazione de “i giardini Eden”, un incanto naturalistico che ha fatto innamorare il forestiero doc, il turista distinto e i conclamati vip dell’epoca d’oro. Gente che non solca più i nostri lidi da un po’. L’artista del “come si cucina il pesce”, scienza infusa riservata ai pochi eletti. Il Suo ristorante fu tra i primi a distinguersi per gli chef d’esperienza e il servizio d’élite. Attore tra gli attori nello gestire i Suoi luoghi, talvolta si confondeva con Antony Queen di cui aveva il fascino e la similitudine. A noi ischitani altro non resta che ringraziarLo per avere avuto il coraggio di osare in tempi duri e di essere riuscito ad elevare l’isola ai vertici internazionali del turismo d’avanguardia. E di ringraziare Dio per il dono di averLo avuto isolano.
Rispetto per l’uomo, l’amico e l’imprenditore di grande qualità.
È il momento di discutere il suo abusivismo, del cancello inserito su una proprietà non sua a bloccare il passaggio pubblico per l’accesso alla torre. E dell’edificio abusivo costruito su proprietà pubblica, di cui ancora nessuno si è occupato. Ripristiniamo queste situazioni in modo da lasciare un limpido bel ricordo.