CRONACA

Il ricordo di quei terribili naufragi di quattro secoli fa al largo dell’isola: a – nell’archivio diocesano il “libro nero” di condanne e morti in mare di nostri pescatori

STORIA DI ANTICHI NAUFRAGI DEI NOSTRI “EROI” DEL MARE Ecco le più antiche notizie di morte in mare: il 20 gennaio 1596 mupiono annegati nel tratto di mare fra Forio d’Ischia e l’isola di Ventotene Antonino Pappacoda e suo figlio Francesco di 20 anni per sopraggiunta tempesta; il 27 febbraio 1597 muoiono affogati per l’affondamento della loro barca al largo del Castello Aragonese Geronimo De Laurienzo di Campagnano, Giovan Angelo Boffa, Giovan Vincenzo Di Scala e Leonardo De Ruggiero. . Il 28 agosto 1797 morì a Tunisi ove era andato con il suo bastimento Nicola Colonna di Antonio e di Angela Schiano, marito di Lucia Di Bernardo. Fu mandata a Ischia la notizia di questo decesso da un sacerdote di Tunisi. La firma di lui fu riconosciuta, come votiva, da due ischitani che avevano conosciuto quel sacerdote per essere stati essi a Tunisi come schiavi per diversi anni, cioè Nicola Colonna fu Francesco e Giacomo Lallo. Non sono mancati i miracoli avvenuti attribuiti a San Giovan Giuseppe, Santa Restituta, Sant’Antono, San Vito, San Michele Arcangelo e San Giorgio. Le documentate ricerche dell’archivista Don Camillo D’Ambra

Diceva il simpatico e popolare Pulcinella; “Pe’ mare nun ce stanne taverne”. Ne sapevano qualcosa i nostri lontanissimi antenati di 4 – 5 secoli fa dell’antico Borgo di Celsa e non solo che perdevano figli, mariti, zii e nonni nel mare quando questi diventava cattivo e non ti dava la possibilità di salvarti da sicura morte fra i flutti invincibili per le sole forze umane. Le antiche vedove del mare attorno all’isola d’Ischia, dimenticate ed oscurate dal tempo che tutto cancella, ma non sopprime il ricordo storico scritto e ben custodito nell’archivio diocesano ischitano, rappresentano una vecchia, triste pagina di storia della vita passata soprattutto del ‘antico Borgo di Celsa di Ischia Ponte.

TRANI

Con l’aiuto di Don Camillo d’Ambra, oggi sulla soglia dei 97 anni, impareggiabile ex archivista e storico del patrimonio documentaristico della nostra isola, è stato possibile conosce cosa conservava, dai secoli passati, il vecchio archivio diocesano, sulla vita e la morte, ma più sulla morte, degli antichi pescatori ischitani periti in mare con gozzi mal fermi e poco attrezzati per vincere le avversità della natura, quando questa si dimostra decisamente inclemente. Nomi e cognomi, età e provenienza dalle varie località dell’isola, di padri, di giovani figli ed anche di nonni ancora in grado di uscire in mare e contribuire col lavoro duro e spesso pericoloso, al sostentamento della famiglia. Ma anche mortalità in terra, fra incidenti e condanne, per misfatti severamente puniti. La lista nera è lunga ed impietosa, ed elenca nomi e cognomi di uomini conosciuti all’epoca del vecchio Borgo di Celsa di Ischia Ponte, come di Forio, Lacco Ameno, Testaccio. Un pensiero personale sul nostro mare bello e cattivo che quando ci si mette non perdona, ce lo fornisce in sintesi il nostro stesso Don Camillo che si esprime così: “Se il mare potesse parlare rivelerebbe “che tesore tene ‘nfunne” , quante sue vittime custodisce, quanta storia nasconde nel suo immenso ed inesplorato archivio.

ANNI ’20 SPIAGGIA DEI MARONTI DONNE CHE AIUTANO A TIRARE LE RETI DEI LORO UOMINI PESCATORI DI TESTACCIO

L’ischtano ama il mare, perchè è fonte di vita, ragione prima dell’esistenza di una comunità marittima, ma lo teme anche. E’ un amico, certo, perché ti procura il pane per vivere, ma è un amico infido. Il forestiero che viene a Ischia d’estate tornandosene a casa porta con sé il ricordo di un mare sempre blu e liscio come l’olio, perché così l’ha visto e ritiene fortunati quelli che nell’isola sono nati e vivono. Questi, però, che hanno sperimentato tante volte la furia del “mare irato che flagella i nostri lidi” ed apporta lutti e danni ingenti, non indulgono tanto facilmente ad un amore così idilliaco con una creatura così allettante, ma anche così perfida”. Parole sante, come santo è il personaggio che ci ha affiancato in questa nostra fatica informativa. Ecco le più anticche notizie di morte in mare: il 20 gennaio 1596 muoino annegati per sopraggiunta tempesta fra la costa di Forio d’ Ischia e l’isola di Ventotene Antonino Pappacoda 56 anni e suo figlio Francesco di 20 anni di Piano Liguori; il 27 febbraio 1597 muoiono affogati per l’affondamento della loro barca Geronimo De Laurienzo di Campagnano, Giovan Angelo Boffa, Giovan Vincenzo Di Scala e Leonardo De Ruggiero.

ANNO 1857- MARE IN TEMPESTA DAVANTI A ISCHIA PONTE OPERA DI CLARKSON FREDERICK- STANFIELD

Non né detto altro. Quasi certamente erano pescatori che s’erano spinti troppo al largo e furono fagocitati dalla tempesta. Il 10 dicembre 1797 morì a Ponza, ove era andato per la pesca Giovan Battista Storino, vedovo di Arcangela Petrellese. In agosto 1802 presso l’isola del Giglio in Toscana, per naufragio morì Giuseppe Raffaele Cinque di Domenico e di Marianna Di Meglio nato a Ischia il 14 maggio 1788. Il 27 febbraio 1794 morì nel mare di Sardegna Antonio Agostino d’Ambra di Francesco Antonio e Luisa di Paola di 22 anni, insieme ancora morirono un fratello di Antonio, Giuseppe Cristoforo Nicolaniello Pinto di Gioacchino e Rosa Serra, marito di Francesca Califano di 40 anni. Il 27 febbraio 1794 morì per naufragio Antonio Agostino di Franscescantonio e di Lucia De Paula, nato a Ischia l’11 agosto 1772. Il 28 agosto 1797 morì a Tunisi ove era andato con il suo bastimento Nicola Colonna di Antonio e di Angela Schiano, marito di Lucia Di Bernardo.

ANTICHI DOCUMENTI PERGAMENATI CONSERVATI NELL’ARCHIVIO DIOCESANO

Fu mandata a Ischia la notizia di questo decesso da un sacerdote di Tunisi. La firma di lui fu riconosciuta, come votiva, da due ischitani che avevano conosciuto quel sacerdote per essere stati essi a Tunisi come schiavi per diversi anni, cioè Nicola Colonna fu Francesco e Giacomo Lallo. Nicola Colonna di Francesco e di Restituta Califano, nato a Ischia l’8 giugno 1738 fu fatto schiavo a Tunisi ed ivi morì il 29 agosto 1797. Quando arrivò a Ischia la notizia della morte per mezzo di un certificato fatto da un sacerdote di là, la firma di questi fu riconosciuta da due ischitani che erano stati anch’essi schiavi a Tunisi, ma erano riusciti a tornare a Ischia più Giacomo Lallo e un marinaio Nicola Colonna. Il 30 dicembre 1807 morì naufrago nel mare di Civitavecchia il pescatore Francesco Del Pirno di 38 anni, marito di Maddalena Cane. Nel libro dei morti della Parrocchia di Santa Barbara di Ischia, è registrato dal Rettore della detta Parrocchia Don Sulpizio Fernando, Protonotario Apostolico e Primicerio del Capitolo

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ANTICO DOCUMENTO CON DESCRIZIONE DI VECCHI NAUFRAGI CONSERVATO NELL’ARCHIVIO DIOCESANO DI ISCHIA

Il proditorio attentato e la susseguente morte di suo nipote trentenne, Claudio. Come è impressionante il numero delle vittime del mare, così forse anche di più, è quello delle vittime della violenza. Trascriviamo dal libro dei morti dell’archivio diocesano nomi di persone paesane assassinate e il giorno dell’avvenuto omicidio: Lanfreschi Costanza vedova di Colella Canetti il 23 ottobre 1658; Guarnieri Santo di Prospero il 15 dicembre 1658; Mormile Medea detta “la cecata” il 30 novembre 1660 uccisa per caso da un suo garzone; Onorato Giuseppe di Risillo o Risullo l’8 dicembre 1660; Cervera Melchiorre il 17 settembre 1661; Pignatelli Fabrizio il 26 gennaio 1662; Cervera Giacomoantonio il 6 febbraio 1662; Rossi Sallustio il 21 maggio 1663; Bassi Francesco il 16 ottobre 1661; Mellusi Aurelia vedova di Sigismondo Amalfitano 16 novembre 1661; Pesce Francesco il 30 settembre 1663; Amalfitano Zenobia di Sigismondo il 14 aprile 1658; Buono Antonio di Micco il 2 ottobre 1658; Mellusi Pancrazio il 25 marzo 1666; Bruno Giulio (nativo di S.Sosio di Calabria) il 3 marzo1667; Castagna Teresa moglie di Alfonso de Bottis il 24 dicembre 1668;

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CAPODANNO 1979 – IL PESCHERECCIO DELLA FAMIGLIA BARBATO SCAMPATO AD UN SICURO NAUFRAGIO

Sacerdote Francesco De Luca l’8 gennaio 1678; Iacono Antonio marito di Lucrezia Pennillo il 6 gennaio 1679; Nicolella Francesco, soldato l’8 gennaio 1678; Bassi Carlo, chierico il 10 gennaio 1680; Coppa Giovan Battista da Forio, ucciso a Villa dei Bagni, l’attuale Porto d’Ischia, il 14 aprile 1686; Mancusi Giovanna detta Cuanna (uxoricidio) uccisa dal marito Francesco Amodio il 6 febbraio 1682; Spera Martino Nicola il 16 aprile 1686; Sacerdote Francesco Sasso di Carlo il 29 dicembre 1693; Giovan Antonio Sasso il 29 dicembre 1693; Cugimolo Giovanni, forestiero, il 13 aprile 1695; Luogo Antimo Pietro di S.Antimo d’Aversa l’8 maggio 1697; Schiano Giovan Battista, marito di Monica Santoro l’11 febbraio 1698; Farese Francesco di Felice e di Mattera Castagna il 20 maggio 1699; D’Attorre Francesco di Mares e di Angela Petrellese, ragazzo di 9 anni, fu trovato morto a mare sotto il Castello (omicidio o disgrazia?); Esposito Farese Giovanni di Zagarinio e Zarrafinio e di Agata Tremaglia ragazzo di 17 anni, forse su una barca, fu ucciso presso Ventotene; Migliaccio Nicola di Cesare, anni 22, ucciso a Fontana il 5 agosto 1719;

LO STORICO ARCHIVISTA DON CAMILLO D’AMBRA

Lauro Santo Antonio Pasquale di Francesco e di Emiliana Scotti, di anni 25 di Villa dei Bagni; Malvasi Pietro, calabrese soldato al servizio del Governatore di Ischia il 18 aprile 1720; Iacono Crescenzo, di Barano ucciso a Campagnano il 20 maggio 1747; Amalfitano Nicola Francesco Saverio, bambino di anni 5 mesi 7 e giorni 11 il 6 maggio 1754 fu buttato in una cisterna a Campagnano da Brigida Mazzella di Sabbato, alis Borghietta. Il bambino fu sepolto nella chiesa di Campagnano (libro dei morti Parr. Di San Domenico vol.11 pag.35 a tergo). Questo esecrando delitto fu punito con un processo in direttissima e l’assassina fu condannata alla forca. Infatti nello stesso libro dei morti a pag. 36 si legge:” E’ morta condannata dalla giustizia al supplizio della forca Brigida Mazzella, sepolta in San Domenico il 28 luglio 1754. L’elenco continua. De Angelis Stefano, marito di Antonia Conte ucciso il 19 aprile 1706; Sasso Francesco Antonio, di anni 16 ucciso il 2 aprile 1755; Villani Dionisio di anni 27 ucciso Terrazappata il 10 agosto 1730; Mattera Gaetano di Carluccio e di Lucia Iacono, anni 31 ucciso a Fontana il 10 gennaio 1705; Migliaccio Nicola di Cesare di anni 22 ucciso a Fontana il 5 agosto 1719.

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

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