LE OPINIONI

«Caffè Scorretto» «Il “Peperone”, senza peli sulla lingua»

”Che tipo d’isola e sistema economico vogliamo lasciare ai nostri figli?”. Questa domanda la posi in un “Caffè Scorretto” del 2015 sulla falsariga di altri che negli anni passati si sono chiesti la stessa cosa. Da allora, com’è evidente, non c’è ancora una risposta precisa benché se ne possano trovare molte tra loro diverse a volte anche superflue. La politica amministrativa, soprattutto, continua a fuggire davanti alla possibilità di ricerca di una soluzione univoca pure perché un quesito di questo tipo mette per forza davanti all’ipotesi di una scelta e, l’isola, rispetto proprio alla capacità di scegliere, è un po’ confusa.

”Che tipo d’isola e sistema economico vogliamo lasciare ai nostri figli?”. Questa domanda la posi in un “Caffè Scorretto” del 2015 sulla falsariga di altri che negli anni passati si sono chiesti la stessa cosa. Da allora, com’è evidente, non c’è ancora una risposta precisa benché se ne possano trovare molte tra loro diverse a volte anche superflue. La politica amministrativa, soprattutto, continua a fuggire davanti alla possibilità di ricerca di una soluzione univoca pure perché un quesito di questo tipo mette per forza davanti all’ipotesi di una scelta e, l’isola, rispetto proprio alla capacità di scegliere, è un po’ confusa

Per esempio, che direzione vuole prendere rispetto al tipo di turismo, al momento solo ideale; che turismo vuole? Oppure, riguardo alle azioni da adottare per intervenire sul sistema economico isolano ce n’è qualcuna degna di nota in un mix di temi che s’intrecciano necessariamente con un quadro internazionale non irrilevante e che non si possono riassumere brevemente in una rubrica, ammesso che a qualcuno interessino? Insomma si tratta di avere a che fare con un processo di modifica sociale, economica ma soprattutto culturale cui devono partecipare tutte le amministrazioni, nessuna esclusa e la gente.

Ciò corrisponderebbe inevitabilmente a una composta visione verso un’isola nuova, ripensata nella consapevolezza che può vivere anche con risorse proprie, inverno incluso. Magari associandosi proprio tra i comuni che la compongono (vi ricordo che arriverebbero soldi, tanti, dallo Stato Centrale solo per il fatto di aver pensato all’unione dei servizi) e con le altre isolette dell’arcipelago campano (riuscite a immaginare un “consorzio” tra isole dell’arcipelago?). In questo modo si potrebbe considerare «l’uscita» dalle congetture e dai labirinti mentali di una Regione Campania che usa poca attenzione per le isole, oltre i proclami post pandemia, e non pensa, al contrario, alle sorti di ogni singolo territorio che diviene nelle campagne “di guerra” elettorali solo un bacino di voti cui esponenti politici a vario titolo tendono a infilare le mani. Tuttavia qualche reazione nella sensibilità di molte persone, stanchi della solita retorica da campagna elettorale permanente si trova nel mondo intellettuale, in particolare in quello di Ischia? Sì, di esponenti, tanto in passato come nel presente, ce ne sono (stati). Nello specifico, chi è l’intellettuale? Si potrebbe rispondere: tutti. Infatti, tutti gli esseri umani lavorano con l’intelletto. Per quel che ci riguarda da vicino, si potrebbe pure azzardare una differenza tra chi usa questa capacità, bene, e chi la usa meno (si potrebbe farne di esempi) ma forse è meglio per qualcuno non addentrarsi in un gorgo di ragionamenti apparentemente inutili. La domanda principale, allora è un’altra: che differenza c’è tra l’intellettuale e tutti gli altri? Lui lavora con l’intelletto che attiva per la ricerca, per indagare la natura di qualcosa. In sostanza è chi di fronte ad una massa d’informazioni, da solo si mette alla ricerca delle risposte che derivano da una serie di domande su certi temi e fenomeni.

Insomma si tratta di avere a che fare con un processo di modifica sociale, economica ma soprattutto culturale cui devono partecipare tutte le amministrazioni, nessuna esclusa e la gente. Ciò corrisponderebbe inevitabilmente a una composta visione verso un’isola nuova, ripensata nella consapevolezza che può vivere anche con risorse proprie, inverno incluso. Magari associandosi proprio tra i comuni che la compongono (vi ricordo che arriverebbero soldi, tanti, dallo Stato Centrale solo per il fatto di aver pensato all’unione dei servizi) e con le altre isolette dell’arcipelago campano (riuscite a immaginare un “consorzio” tra isole dell’arcipelago?). In questo modo si potrebbe considerare «l’uscita» dalle congetture e dai labirinti mentali di una Regione Campania che usa poca attenzione per le isole, oltre i proclami post pandemia, e non pensa, al contrario, alle sorti di ogni singolo territorio che diviene nelle campagne “di guerra” elettorali solo un bacino di voti cui esponenti politici a vario titolo tendono a infilare le mani

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Il suo compito, in sintesi, corrisponderebbe alla capacità di confrontare le risposte e dopo averle interpretate darne una propria e personale oppure per correggere o capire meglio il senso delle domande. Un’attività per niente semplice. Il suo ruolo è affrontare temi e fenomeni per amore delle idee e stimolare la società, gli altri, alla ricerca di una verità possibile o alla costituzione di uno spirito critico, nell’intenzionalità di parlare e pensare per formulare alternative col fine di contribuire a cambiare il corso di qualcosa o il modo in cui si accoglie un tema o un argomento. Infine, per far questo, l’intellettuale emerge nel momento in cui con coraggio e senza particolari ragioni egoistiche si assume la responsabilità di esporsi in prima persona, fuori dal suo ambito di competenza specifico, per parlare all’intera comunità civile, affrontando i fenomeni culturali attuali poiché l’attualità è il suo ambito, dove cioè interviene e svolge la propria attività.

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La domanda principale, allora è un’altra: che differenza c’è tra l’intellettuale e tutti gli altri? Lui lavora con l’intelletto che attiva per la ricerca, per indagare la natura di qualcosa. In sostanza è chi di fronte ad una massa d’informazioni, da solo si mette alla ricerca delle risposte che derivano da una serie di domande su certi temi e fenomeni. Il suo compito, in sintesi, corrisponderebbe alla capacità di confrontare le risposte e dopo averle interpretate darne una propria e personale oppure per correggere o capire meglio il senso delle domande. Un’attività per niente semplice

Tutto ciò sarebbe impossibile senza “autorità professionale” e “competenza”, requisiti essenziali per rivolgersi alla collettività. Si tratta di un tipo di servizio diverso da quello che svolgono per esempio gli architetti o gli ingegneri, i medici o gli informatici. Loro forniscono “servizi”, non creano riflessioni per far pensare meglio il corpo sociale. L’intellettuale invece ha qualcosa che lo lega con la ricerca della verità, ciò lo accomuna con il filosofo, e senza paura di stravolgere un ordine precostituito su limiti convenzionali, dice le cose come sono. Denuncia. Michele “Peperone” Petroni, a mio avviso oltre al genio mostra di essere un vero intellettuale. L’artista foriano, “isolano”, in mostra a Villa Arbusto fino al 30 settembre, attraverso le sue opere ha contestato le nefandezze della transizione dell’isola da un’economia agricola alla modernità del turismo. Sarcastico e ironico, vale la pena di fermarsi davanti alle sue opere e iniziare a riflettere sulla domanda principale: ”che isola e sistema economico vogliamo lasciare ai nostri figli?”.
Pagina Fb Caffè Scorretto di Graziano Petrucci

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