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Enzo Di Maio: «Un’alternativa a Del Deo? Obiettivo possibile, la partita non è ancora chiusa»

FORIO – Il tempo scorre inesorabile, il 12 maggio si presentano le liste e in paese c’è un clima di attesa e di confusione. Vogliamo provare a chiarire un po’ la situazione ai nostri cittadini?

«C’è un clima di confusione perché c’è fermento, dovuto al fatto che molte persone si stanno adoperando per creare gruppi per poter partecipare alle prossime elezioni amministrative di Forio, anche per verificare se c’è la possibilità di trovare sindaci alternativi a quella che è l’attuale, unica candidatura ormai certa, che è quella del sindaco uscente. Nel paese c’è anche del malumore: questa amministrazione non penso che abbia dato risposte sufficienti alle esigenze della popolazione. Coloro che come me hanno a cuore l’interesse del paese stanno provando a costituire dei gruppi con degli amici, un’alternativa di gestione all’amministrazione. Chiaramente in tutto questo c’è una difficoltà oggettiva, perché ci sono delle frammentazioni di proposte politiche, che devono trovare però una sintesi. Io mi sto adoperando in questo senso a cercare con tutti questi amici che si schierano in questa parte del campo di trovare una sintesi sia per quanto riguarda la scelta delle persone, sia per quanto riguarda poi le progettualità – e quindi i programmi – che bisognerà presentare alla cittadinanza. In questo lavorio costante che c’è rispetto a questi gruppi, si inizia ad intravedere qualcosa. Adesso che siamo ormai a poco dalle elezioni, qualcosa si incomincia a chiarire. Vorrei già dirvi “siamo questi e stiamo tutti insieme, questo è il nostro candidato”, ma non lo faccio per una questione di correttezza e anche perché non è un dato vero, ma su questo dato stiamo lavorando. Stiamo lavorando perché riteniamo che bisogna cercare di trovare una soluzione che sia accettabile, giusta e corretta. Io ho sempre detto che il sindaco del paese deve essere sicuramente una persona che abbia delle capacità specifiche in amministrazione. Deve essere una persona perbene, perché dobbiamo andare verso quella direzione. In questo paese – come dovrebbe essere in tutti i luoghi in cui si fa politica – si deve scegliere quella che può essere una condizione etica di partenza, e poi chi gestisce la macchina deve saperla condurre. Poi bisogna darsi delle regole: innanzitutto, la scelta di un’amministrazione che, complessivamente, abbia qualità. Dobbiamo uscire dalla dinamica del “voto per voto”. Nel senso che può esserci il caso di un cittadino – stimabilissima persona – che prende tantissimi voti, ma che magari non ha le competenze per fare l’assessore al bilancio. Insieme a questa persona, che va in ogni caso rispettata per il risultato ottenuto, dobbiamo decidere la figura che abbia le competenze per ricoprire quel ruolo. Questa è una dinamica che dovrebbero fare tutti; in realtà però in questo paese questo, che è l’abc per fare bene le cose, non si è mai fatto. Se noi, in questo periodo che ci rimane, riusciremo a creare queste condizioni, probabilmente faremo una squadra che è degna di presentare una proposta al paese. Altrimenti ognuno prenderà le sue decisioni: ci sarà chi non parteciperà proprio e farà un passo indietro; chi eventualmente deciderà di correre portando un contributo al paese. Però le dico: in questo momento sono ancora moderatamente fiducioso. Se prevale il buonsenso fra questi amici, noi riusciamo a trovare una soluzione che possa essere una soluzione alternativa, ma anche seria, concreta. Io non faccio il “politico di professione”: la mia presenza in politica ha un senso in quanto io mi propongo di migliorare certe cose. Se io devo partecipare a qualche cosa in cui non posso dare un contribuito in senso migliorativo, vorrà dire che ci saranno altri che lo faranno».

Francesco Del Deo sostiene di aver già vinto. Il primo cittadino uscente pensa di trionfare a mani basse anche perché, negli scorsi giorni, avrebbe chiuso tutta una serie di accordi. Oltre a quello con l’avvocato Nicola Nicolella, si parla di una possibile intesa con Franco Regine, che gli consentirebbe di sbaragliare la concorrenza. Lei che cosa ne pensa di tutta questa situazione?

«Penso che chi deciderà se vince e chi vince in questo paese le elezioni non sarà Francesco Del Deo né io, bensì i cittadini che andranno a votare. E i cittadini decideranno, secondo me, e lo faranno rispetto a quelle che saranno le scelte che gli prospetteranno. Pertanto, io che mi adopero per una scelta seria, chiaramente devo creare le condizioni per creare una soluzione alternativa. Se non dovesse esserci questa soluzione alternativa seria, mi pare ovvio che Francesco possa vincere poi le elezioni. Ma questo è normale: è successo tra l’altro già cinque anni fa, quando in realtà l’unica proposta che c’era era quella di Francesco Del Deo, e quindi lui ha vinto le elezioni. In quest’ottica può vincere le elezioni. Rispetto a quello che diceva poc’anzi, mi risulta che probabilmente l’avvocato Nicolella faccia parte del gruppo di Del Deo. Per quanto riguarda invece Franco Regine, non mi risulta che ci sia un’intesa tra lui e il sindaco uscente».

Qualora si riuscisse a costituire una compagine alternativa a Francesco Del Deo, a suo parere ci sarà una vittoria netta dell’una o dell’altra fazione oppure si passerà inevitabilmente per il ballottaggio?

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«Penso di sentire nel paese che questa amministrazione non è che abbia tutti questi consensi. Alla fine gli elettori sceglieranno, come sempre, rispetto all’offerta che gli sarà proposta. Noi dobbiamo trovare un sindaco che sia rappresentativo della società civile, che abbia i requisiti e la capacità per poter gestire quel ruolo. E io penso che questa scelta, fatta insieme agli amici comuni, possa essere premiante perché? Perché ad oggi questa scelta, che pure viene detta da tutti, non è stata fatta. Se noi riusciremo a proporre e a portare in questa iniziativa le persone giuste – a partire chiaramente da un candidato sindaco valido – penso che la partita non sia chiusa, anzi».

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In questa eventuale compagine c’è spazio per Stani Verde?

«Certamente. Stani Verde, secondo me, può e deve avere un ruolo. Anche perché bisogna riconoscergli una cosa: Stani ha avuto un ruolo di opposizione costante in questi anni, e questo non gli si può negare. Penso che anche Stani stia ragionando sulla possibilità di trovare una soluzione alternativa, ma questo non deve scandalizzare nessuno. Lo stesso Stani penso che sarebbe ben felice di partecipare ad una compagine dove tutto va bene e ci sia un consenso ampio su certe scelte. Penso che da ragazzo intelligente quale egli è – non posso dire il contrario – questa sarebbe una soluzione che lui certamente non ostacolerebbe».

Potrebbe figurare anche tra i papabili a diventare sindaco, e quindi essere il candidato di questa coalizione?

«Ho dato la mia disponibilità, perché è giusto che gli amici sappiano che c’è qualcuno che è in grado e ha voglia di prendersi le responsabilità. Io sono uno di quelli che si rende disponibile, ma certamente non ho la presunzione o la velleità di dire “O me o niente”. Questo è un discorso che secondo me, in politica, è poco intelligente e poco paga. Chiunque lo faccia, si esclude dalla politica. La politica, per definizione, è la discussione sulle cose. È capire poi, fra chi discute, chi abbia le capacità di ricoprire un determinato ruolo. La figura del sindaco deve incarnare una persona che, in genere, è benvoluta, deve essere una persona seria, rappresentare certe istanze, deve aver svolto dei ruoli non solo politici, ma anche sociali. Questo è importante, perché dimostra che quella persona può essere una persona che può rivestire un incarico. Io, nel mio piccolo, sono organizzatore e promotore ormai da anni di tutta una serie di attività sociali: Torri in Festa Torri in Luce, costituimmo insieme agli amici Forio CB e l’Actus Tragicus. Ho avuto anche modo di sperimentarmi da questo punto di vista. La disponibilità c’è, ma proprio perché ritengo che sia un gesto di responsabilità. Dopodiché, se gli amici dovessero mai dire che su Enzo Di Maio si può costruire un progetto serio, ben venga. Altrimenti dovremo trovare una soluzione seria da prospettare al paese. Mi sembra un discorso di buonsenso che penso debbano fare anche gli altri gruppi che in questo momento ritengono di potere e dovere partecipare con un contributo alla vita del paese. La vita ci insegna che la politica è particolare. Io punto sulla chiarezza perché ritengo che, nel tempo, quella paghi. Mio padre diceva che “il tempo è galantuomo”: ecco, io in questa cosa ci credo fermamente».

Francesco Castaldi

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