CULTURA & SOCIETA'

LA GRANDE BELLEZZA DELLO STATO DEI LUOGHI  NELLE  FOTOGRAFIE  DEGLI ARTISTI  SOMMER, BROGI E ALINARI IN MOSTRA AI GIARDINI RAVINO: GLI INTERVENTI  DI MARIANGELA CATUOGNO, VANIA FERRANDINO E ISABELLA MARINO 

IL COMMENTO DI CATERINA MAZZELLA PRESIDENTE AIPARC PRESENTE ANCH’ ELLA ALLA MOSTRA- Una narrazione "affascinante" -attraverso 12 fotografie scattate dai suddetti autori -di alcuni luoghi ' iconici' dell Isola, della loro storia e delle tante trasformazioni sedimentatesi nelle varie epoche in tema di paesaggio ed architettura. Narrazione coinvolgente,con tanti spunti di riflessione che ha visto protagoniste due eccellenti relatrici : la dott Mariangela Catuogno, archeologa curatrice della mostra (aperta fino al 31 ottobre scorso) e l arch.Vania Ferrandino,apprezzata professionista e Membro del PIDA. Moderatrice l' altrettanto eccellente giornalista dott.ssa Isabella Marino. Le foto esposte appartengono al collezionista ischitano Ing Domenico Jacono. Eravamo in tanti nel "Ventre di Moby Dick"- come mi piace definire la bella Sala bianca e accogliente che ha ospitato la Mostra e la conferenza a conferma che l autunno/ inverno isolano si preannuncia ricco di eventi e novità culturali

Presso la saletta Moby Dick dei Giardini Ravino della Famiglia D’Ambra, si è svolto domenica passata  29 ottobre  2023 l’incontro conclusivo della Mostra ” Architettura e Paesaggio ad Ischia negli Scatti di Sommer, Brogi e Alinari: Ischia nei suoi Primi Scatti Fotografici “. Le relatrici la Dottoressa Mariangela Catuogno, archeologa curatrice della mostra inaugurata il 24 ottobre e conclusa il 31 ottobre , l’architetto Vania Ferrandino membro del Pida e la moderatrice e giornalista Dottoressa Isabella Marino, hanno introdotto la conferenza sulle 12 fotografie dedicate ad alcuni dei paesaggi naturali e antropici che caratterizzavano l’isola d’Ischia nella seconda metà dell’Ottocento.

“Un momento di approfondimento e di riflessione dedicata all’evoluzione del paesaggio, soprattutto in rapporto all’architettura, resa possibile proprio dal valore di testimonianza storica, preziosa e irripetibile,  della fotografia nel fissare lo stato dei luoghi, in questo caso tutti di particolare interesse naturale e culturale, allora come oggi”, ha rivelato la Dottoressa Mariangela Catuogno, curatrice della mostra. Giorgio Sommer, Giacomo Brogi e i fratelli Alinari hanno realizzati degli scatti magnifici, luoghi di grande bellezza naturale, permettendo ai visitatori di ammirare la mostra in tutto il suo valore fotografico,  presentandosi agli occhi dei presenti come uno studio storico dell’evoluzione del paesaggio, mostrando il cambiamento architettonico dei luoghi che rappresentano il centro culturale,  politico e religioso dell’isola stessa in un periodo storico teatro di grandi cambiamenti. Il percorso espositivo è composto da dodici fotografie tutte molto interessanti. Il Settecento era stata l’epoca d’oro del Grand Tour per Napoli, con la scoperta di Pompei ed Ercolano.  Il viaggio romantico e intellettuale è continuato con grande fortuna nell’era del pittoresco e del sublime, così la fotografia è diventata subito tra i più richiesti souvenir di viaggio.”

La mostra ai Giardini Ravino ha proposto tutti scatti molto apprezzati dal pubblico, permettendo di ricreare un’ideale galleria di memorie, capace di testimoniare la bellezza dei luoghi. Attraverso questi scatti si è delineata un’accurata narrazione visiva che ha messo in relazione i vari autori. Un gioco di connessioni che ha permesso di posare uno sguardo nuovo in immagini di forte impatto visivo. Una proposta che è stata anche un modo di percorrere le trasformazioni dei vari luoghi dell’isola, con un linguaggio capace di cogliere le diversità geografiche, di percorrere le profondità della storia e di entrare nelle pieghe del nostro territorio, quello di un’isola ricca di storia e memoria”,rivela l’artista Ylenia Pilato presente alla conferenza in qualità di spettatrice. Anche l’artista Magda Kismet ha espresso un suo pensiero:” Ho apprezzato le fotografie di un’isola inedita, come perfetto momento di approfondimento culturale ed architettonico. Il fascino dell’isola d’Ischia, come era quando la terra si presentava ancora molto selvaggia, misteriosa e poco, o nulla, abitata. Come tante cartoline d’epoca, le fotografie mi hanno aiutata a ricostruire l’antico volto di Ischia”. L’isola è stata fin da subito presente negli obbiettivi dei primi fotografi, attratti dalle sue grandi bellezze paesaggistiche.

Il fotografo tedesco Giorgio Sommer, innamorato di Ischia, nella metà dell’Ottocento, aveva scelto la bella Italia come sua patria elettiva. Dal suo studio napoletano Sommer spesso e volentieri ha compiuto incursioni sulla bella isola d’Ischia e fotografato i luoghi più ameni ed i suoi simboli, primo tra tutti il Castello Aragonese. Sommer ha operato tutti i formati, grande, mezzano, stereoscopica, album e carte da visita, e ha coltivato sia il ritratto sia la veduta sia la ripresa di insiemi e di dettagli architettonici sia la scena di genere e i costumi sia la riproduzione di opere d’arte.  È da sottolineare che Sommer, a differenza di altri tra i primi stabilimenti commerciali operanti in Italia, compreso quello dei fratelli Alinari,  ha dato importanza alla produzione e alla diffusione anche di piccoli formati. Giorgio Sommer ha scelto di fotografare quei luoghi che il mondo intero considera, ancora oggi, degni di memoria per supremazia artistica e per bellezza naturale. Le fotografie esposte alla mostra hanno immortalato un’isola che è cambiata lentamente. In particolare, gli Alinari nelle loro campagne fotografate ad Ischia, hanno fornito uno spaccato molto realistico della vita che si conduceva sull’isola. Durante la conferenza conclusiva, l’architetto Vania Ferrandino si è soffermata sulle case di pietra, tutt’ora simbolo dell’isola d’Ischia, ricavate dallo scavo dei grossi massi di tufo verde franati dal Monte Epomeo.

Gli studiosi di architettura spontanea hanno sostenuto che le case di pietra furono scavate dalle comunità contadine autoctone in cerca di nuovi insediamenti e di nuovi terreni per la coltivazione della vite. Tale processo di migrazione interna, di trasformazione sistematica di massi e del territorio circostante tramite la costruzione di terrazzamenti e di sentieri, si era intensificata nel Cinquecento a seguito dell’incremento demografico dell’isola, dell’abolizione dei pascoli e delle incursioni piratesche che suggerivano aree coltivabili meno esposte e abitazioni lontano dalle coste e mimetizzate nella natura. Ad Ischia l’antico viene integrato come memoria vivente del passato. Le fotografie esposte sono state scattate tutte prima del terremoto di Casamicciola del 1883, il quale ha in parte alterato l’identità urbanistica dei luoghi. La moderatrice e giornalista Isabella Marino si è espressa in apertura della conferenza cosi:” La mostra è un momento di riflessione, un evento culturale che diventa una vera e propria chicca per gli appassionati di fotografia d’altri tempi e non solo. Sono tutte fotografie che fermano nel tempo una testimonianza innegabile di opere di epoca borbonica prima del terremoto del 1883 di Casamicciola “. La mostra ha seguito un percorso ben preciso. Il primo scatto ha raffigurato il Monte Epomeo con l’Eremo di San Nicola, a testimonianza di come l’uomo si è adattato alla natura della nostra isola. L’Europa ha conosciuto l’isola d’Ischia attraverso gli scatti. Le numerose sorgenti termali e le emissioni calde e benefiche dovute alla genesi vulcanica hanno condotto ad Ischia i viaggiatori dalla fine del’500.

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Per primi, studiosi stranieri che, constatata la fondatezza dell’antica fama di quelle acque, si sono incaricati di farla conoscere al di là del mare. Cosi’, in seguito, sono iniziati i soggiorni per cura o anche per diletto, man mano che si sono diffuse notizie sulla bellezza dei luoghi in cui erano incastonate le fonti termali. Appunti di viaggio e lettere sono stati il veicolo promozionale del tempo,  insieme ai racconti dei visitatori che,  prima e dopo Ischia, si sono fermati a Napoli, tappa fondamentale del Grand Tour. Dalla conferenza ai giardini Ravino si è appreso che la grande parte dei forestieri prendeva casa sul versante settentrionale dell’isola dove erano gli approdi e le sorgenti termali più note. A rendere ancora più piacevoli i soggiorni erano le passeggiate tra le colline fasciate da vigne fin nelle zone più impervie. La visita all’isolotto spopolato del Castello, era l’occasione per conoscere la storia dell’antica città di Ischia, allora già trasferita sull’isola grande al di là del ponte di pietra, nel borgo di pescatori che si stava ampliando con la costruzione dei palazzi nobiliari affacciati sul mare. E una vista straordinaria si godeva da Monte Vico. Una sequenza di immagini da custodire per sempre nella memoria con gli altri ricordi dell’isola accogliente,  luminosa, profumata, selvaggia e amena. Con il desiderio di tornare, prima o poi.

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Espresso nei versi da Re Ludwig di Baviera che così recitava:” Corri ad Ischia. Lontano dal frastuono della vita, la’ troverai quella pace che da tempo ti è sfuggita via”… Un ulteriore argomento che ha interessato l’isola d’Ischia durante la conferenza conclusiva della mostra ai giardini Ravino, è stato lo studio delle antiche strutture di produzione del vino, i palmenti presenti in gran quantità e scavati nel tufo o realizzati in massi staccati dalla montagna. Queste strutture rappresentano l’architettura rurale dell’isola e continuano a narrare di una storia importante dell’isola d’Ischia. Negli anni poi numerose sono state le variazioni subite dal paesaggio, sono stati cancellati antichi sentieri, ricoveri, vasche e palmenti. La mostra si è rivelata interessante, perché ha fatto riflettere anche sull’importanza del patrimonio culturale di Ischia. Saperlo riconoscere, apprezzarlo e saperlo conservare con la consapevolezza che siamo una sorta di custodi della bellezza che ci circonda. Grazie alla generosità del collezionista Domenico Iacono,  ogni visitatore si è soffermato ad ammirare le fotografie che hanno mostrato gli scorci più famosi dell’isola come Casamicciola,  Lacco Ameno, la salita verso il Monte Epomeo, il Castello Aragonese e il porto d’Ischia. La curatrice Mariangela Catuogno ha rivelato:” sono soddisfatta di questa esposizione perché per la prima volta in assoluto sono state proposte le fotografie originali di Ischia della fine dell’Ottocento.

Il mio rapporto con il collezionista Domenico Iacono è stato bello. C’è una collaborazione che va avanti da anni e grazie al suo immenso patrimonio documentario abbiamo raccontato i mille volti di Ischia nel corso del tempo, testimoniando i principali cambiamenti paesaggistici ed architettonici dell’isola”. Il collezionista Domenico Iacono, si è detto emozionato:” l’idea di realizzare questa mostra è nata dalla volontà di mostraret al pubblico l’isola con le fotografie originali dell’epoca. È stata una mostra che ha permesso di fare dei collegamenti con il passato e di come è cambiata l’isola in 150 anni di storia”. Anche Luca D’Ambra, proprietario dei giardini Ravino, si è detto entusiasta:” le foto sono state sensazionali ed ho rivolto i miei complimenti alla Dottoressa Catuogno per l’impegno profuso, non solo in questa mostra ma in tutte le altre che ci hanno preceduto”. Tutti i visitatori, tra i quali Caterina Mazzella della FIDAPA, sono tornati a casa dopo la conferenza con gli scatti fotografici impressi nella mente. Da questa esperienza in presenza è nata in molti di loro la consapevolezza di voler valorizzare e riscoprire l’isola, un’isola che continua a sorprendere grazie al profondo ed intricato intreccio tra elementi naturali ed antropici. In questo periodo è davvero piacevole riscoprire l’isola d’Ischia con lo spirito giusto, ma soprattutto vivere ogni luogo con maggiore intensità. 

Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotgoreporter

Collaborazione: Ylenia Pilato 

antoniolubrano1941@gmail.com

                                                                                                              info@ischiamondoblog.com

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