ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

La Lacco Ameno del futuro disegnata dalla Federico II

Di Gianluca Castagna

Lacco Ameno –  Rampe, gradoni, salti di quota, postazioni di car sharing e bike sharing. Corsi d’acqua e nastri più o meno immaginifici. Terrapieni e percorsi intuitivi che fanno della piazza Santa Restituta non solo un luogo di sosta ma un momento dinamico all’interno di un viaggio (di scoperta) che non conosce capolinea.

Anche gli slogan colpiscono per arguzia e creatività: “Laccio Ameno”, “La scossa ideale”, “Panta rei”, “La piazza restituita”, “Il nastro”, “Il mare in piazza”. Sedici progetti elaborati a tempo di record dagli studenti della Scuola Politecnica e delle Scienza di Base dell’Università Federico II di Napoli sono stati presentati alla cittadinanza domenica scorsa, nell’Auditorium del Grand Hotel Terme di Augusto a Lacco Ameno. Quattro giorni (e notti) di studio, analisi, confronti per una sfida voluta dall’Amministrazione guidata da Giacomo Pascale e dall’Università di Napoli, alla ricerca di soluzioni architettoniche e ingegneristiche che proiettino il comune del Fungo nel futuro e nella modernità.

Proposte di progetti che, pur nella varietà delle soluzioni, hanno evidenziato linee comuni: annullare la frattura che esiste tra la piazza Santa Restituta e il rione Genala; ridurre in modo significativo il carico di traffico automobilistico che strangola la piazza; sgombrare il campo dall’ammasso di architetture di disturbo (il meno è più, esattamente come nella comunicazione); evidenziare il fronte della cortina edilizia e della facciata della chiesa, restituendo così importanza agli elementi storici dell’area (oggi si guardano ma non si vedono); restituire il lungomare al paesaggio naturale su cui insiste. Meno muretti, meno sagrati, meno automobili. Qualcuno si spinge a immaginare l’intero corso Angelo Rizzoli, occupato da ampi marciapiedi laterali («oggi in alcuni punti si è costretti a scendere quando si incontra un passante provenire dalla direzione opposta», hanno giustamente osservato) e da un’unica carreggiata che impedirebbe di fatto ogni ipotesi di parcheggio, anche temporaneo, lungo il corso. La fontana in piazza, feticcio irrinunciabile a detta dei lacchesi intervistati, sopravvive in quasi tutti i progetti. Magari decentrata o con altre forme, ma c’è.

Molte proposte ‘giocano’ sulla forma del paese: una rada semicircolare ai cui estremi si allungano le ultime pendici dei due contrafforti che si appoggiano al monte Epomeo. Questo declina con ardite e ripide gradinate, in una levità e varietà di colori senza pari, fino a confondersi con i litorali e le spiagge. Nel suo insieme, la figura esatta di un teatro antico: il mare aperto rappresenta la scena, la baia è il recinto riservato al coro e all’orchestra, il terreno che si eleva a scale, formando dei corridoi sovrapposti e concentrici, richiama l’idea di un vasto anfiteatro.

Ads

Naturalmente, di queste proposte, è necessario studiare accuratamente anche il loro contenuto funzionale, verificando  in via preventiva le condizioni di sostenibilità e fattibilità dei modelli gestionali ipotizzati. Certo, alcuni possono disorientare perché “stravolgono” l’impianto attuale,  ma di fronte all’esaurimento della capacità attrattiva di modelli di sviluppo urbano ripetitivi e non funzionali, anche i cittadini (e non solo le amministrazioni) cominceranno a riconoscere nella riqualificazione del territorio un possibile strumento di convenienza che sia espressione ed eco di bellezza, convivialità e co-appartenenza.

Ads

«Sono molto soddisfatto di questo workshop – ha dichiarato il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale – questa iniziativa ci ha confermato  che la politica e gli amministratori devono avere un approccio diverso con la cosa pubblica. Diverso in termini di metodologia e studio. Restituire la progettazione ai professionisti, architetti e ingegneri, laddove da noi l’urbanistica è stata ad appannaggio degli avvocati. In linea generale, siamo andati avanti per improvvisazione, sulla scorta di norme che consentono poco e nulla, attraverso interventi spuri che non funzionano. Dobbiamo dotarci invece di una strumentazione omogenea che consenta di prevedere uno sviluppo organico del territorio, immaginare cosa possa e debba essere Ischia da qui ai prossimi 30 anni. Sarebbe cieco, ad esempio, non andare nella direzione che ci indicano i turisti da tempo e da più parti. L’adozione di un serio progetto di mobilità sostenibile, ad esempio, non è più rinviabile. Dobbiamo capire – continua il sindaco – che un’operazione di questo tipo ha una portata anche culturale, non solo progettuale. Lacco Ameno deve ritagliarsi un segmento tutto suo che già le appartiene. Deve mettere in vetrina i suoi gioielli, dal Museo Pithecusae a Villa Arbusto agli scavi archeologici di Santa Restituta. Gli studenti universitari ne hanno preso semplicemente atto a prescindere dalle mie indicazioni. Dalle interviste che hanno realizzato tra i cittadini di Lacco Ameno, sono emerse le stesse criticità. Riguardo alle soluzioni, direi che non mi spaventano le scelte impopolari. A me interessa la visione di un paese che possa garantire il futuro dei nostri figli e la migliore accoglienza a un turista».

Significativa è anche l’apertura dell’architetto Aldo Imer, nuovo soprintendente per i sei comuni dell’isola d’Ischia. «Sono molto lieto di aver partecipato a questo workshop con dei giovani, quindi idee fresche e mentalità nuove per suggerimenti che possano realizzare nuovi spazi ricchi di significati. Il sindaco ha inquadrato bene quello che è il significato esistente della piazza, effettivamente è una rotatoria perché gli girano le macchine intorno, un luogo fruito per pochi istanti e occasioni. Una piazza che non vive, quindi va riprogettata anche in maniera forte ma lasciando inalterati certi elementi. Mi ha sorpreso, ad esempio, la proposta intitolata “La scossa ideale”. Quasi un terremoto, una scomposizione rivoluzionaria degli spazi che mi pare abbia dato loro il giusto significato».
La Soprintendenza non è più il baluardo della conservazione? «La Soprintendenza è tendenzialmente conservatrice ma possibilista – spiega Imer – Non è vero che dice sempre no. Chi mi conosce sa che  mi discosto da certi atteggiamenti troppo restrittivi, che pure hanno contribuito sull’isola al fenomeno dell’abusivismo. Bisogna essere molto attenti, controllare, dialogare con i progettisti e le istituzioni, lavorare in sinergia per la crescita urbanistica e intellettuale della comunità».

Dopo la presentazione dei progetti, gli studenti della Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II hanno ricevuto un attestato di partecipazione dal sindaco Pascale alla presenza dei docenti che li hanno guidati in questo workshop, dei professori Francesco Polverino e Francesco Rispoli coordinatori scientifici dell’iniziativa. Premiati anche Bruno Basentini, patron del Grand Hotel Augusto e Dino Taliercio, per anni responsabile tecnico del comune di Lacco Ameno e coordinatore organizzativo del workshop.

Foto secodaria (in basso pag 12)

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex