CRONACAPRIMO PIANO

«La nostra libertà è sacra», Ischia in piazza per dire no al green pass

Ieri mattina la manifestazione di protesta sul porto d’Ischia contro l’obbligo di certificazione verde rafforzata per imbarcarsi su traghetti e aliscafi. E alla fine, provocatoriamente, spuntano anche una canoa e una barchetta, soluzioni alternative e “temerarie” per raggiungere i porti di Napoli e Pozzuoli

E’ una mattinata nuvolosa, con un cielo plumbeo. E fa freddo, decisamente. Ma a porto d’Ischia è andata in ogni caso in scena la manifestazione di protesta contro l’obbligo di green pass rafforzato sulle vie del mare promossa dall’associazione “Resistere per esistere”, al motto di “isolani, mai isolati”. Sulla banchina Agostino Lauro ci sono una quarantina di manifestanti: insieme a loro carabinieri e polizia che vigileranno su una manifestazione che resterà comunque sempre pacifica. Ironia della sorte, proprio mentre si aprono le danze, i traghetti Medmar e Caremar delle 11.10 e 11.30 iniziano ad imbarcare vetture e passeggeri. Con i militari della Guardia Costiera che diligentemente controllano che tutti coloro che salgono a bordo siano in possesso della regolare certificazione verde. Una protesta se vogliamo sincronizzata, e che nella stessa giornata e nella stessa ora si svolge anche in altre realtà insulari, in qualche caso anche con degli eccessi di “vivacità” (ma vuole essere un eufemismo, ndr), rispetto a quanto succede sull’isola. Ad aprire le danze è Gianni Vuoso, poi ci saranno tra gli altri gli interventi del presidente di “Resistere per esistere” Gianluca Bevilacqua, di Clementina Petroni e del vulcanico Pasquale “Dragon” Di Costanzo, che è stato tutt’altro che tenero nei confronti della classe politica italica ed in particolare del premier Draghi, cui non sono stati risparmiati epiteti ovviamente poco garbati e certo irripetibili da queste colonne. Ma non è mancato chi, come ad esempio Maria Morgera, ha voluto sottolineare l’assenza del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, evidentemente bravo a farsi pubblicità sui social dicendosi indignato per la discriminazione riservata agli isolani su traghetti e aliscafi, ma che poi non si è presentato all’appuntamento di ieri mattina per esprimere supporto e vicinanza ai manifestanti.

«In Italia abbiamo un banchiere (Draghi, ndr) che decide quello che vuole», ha esordito Gianni Vuoso che dopo avere invitato ancora una volta all’astensione alle prossime elezioni politiche, ha aggiunto: «Il nostro movimento è nato in maniera spontanea per dire no alle tante idiozie che ci vengono propinate. Mi chiedo, cosa ci vuole a capire che è assurdo non poter salire su un traghetto e recarsi invece a un supermercato?». Il presidente Bevilacqua ha dapprima ringraziato i presenti, poi ha detto tra l’altro: «Abbiamo davanti agli occhi contraddizioni incredibili. Un tampone negativo certifica il nostro stato di salute molto più di un green pass, anche chi ha fatto tre dosi di vaccino potrebbe ammalarsi. Insomma, il green pass non è una misura sanitaria ma politica perché non dà nessuna patente di immunità. La mia libertà non può essere condizionata da una dose di vaccino, non so che farmene del contentino rappresentato dall’ordinanza del ministro Speranza. Sono pronto a lottare, e con me tanta gente, e andremo oltre fino a quando non saremo ascoltati. Sono stanco, la gente è stanca, sono riusciti a separare anche familiari, persone che sulla carta dovevano essere inseparabili. Ci troviamo dinanzi a una inaccettabile dittatura: spero che sempre più persone si sveglino, l’uomo è nato libero e deve morire libero».

Proprio mentre scorrevano gli ultimi interventi e la manifestazione sembrava volgere ai titoli di coda, ecco l’improvviso colpo di scena. Da un furgone venivano sistemati sulla banchina una canoa ed una piccola barchetta, dove alcuni manifestanti simulavano anche di remare mostrando nel contempo cartelli che indicavano le destinazioni da raggiungere. Per la serie, con l’accesso vietato a traghetti ed aliscafi, a Napoli e Pozzuoli ci toccherà arrivare così’. Un modo simpatico ma anche ironico di sottolineare lo stato dell’arte ma se vogliamo anche dall’elevato valore simbolico. Aspettando tempi migliori o che magari la voce della protesta possa servire a portare risultati ben diversi da quelli ottenuti col provvedimento emesso dal Ministero della Salute. Che, al netto di come ciascuno di noi la possa pensare, è evidente che rappresenta poco più di un contentino.

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