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Operazione “Narcos”, prosciolti Roberto Pipolo e Ludovica Florenzo

La decisione è stata adottata dal gip Caputo nel corso dell’udienza prelimare: passa la linea difensiva degli avvocati Antonio e Mitty De Girolamo, Filomena Giglio e Ida De Maio

Il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Caputo ha prosciolto dall’accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti Ludovica Florenzo e Roberto Pipolo, che erano finiti in manette il 30 dicembre 2017 nell’ambito dell’operazione denominata “Narcos” e condotta dagli agenti del commissariato di polizia di Ischia. La Florenzo era assistita dagli avvocati Antonio De Girolamo e Mitty De Girolamo, mentre i difensori del Pipolo erano gli avvocati Filomena Giglio e Ida De Maio. Finiti rispettivamente nel carcere femminile di Pozzuoli ed in quello di Poggioreale, Ludovica Florenzo e Roberto Pipolo vennero rimessi in libertà nel primo pomeriggio di San Silvestro al termine dell’udienza di convalida che evidentemente aveva già manifestato in maniera inequivocabile il loro coinvolgimento marginale o del tutto inesistente nell’attività di indagine rispetto agli altri soggetti che erano stati arrestati.

L’operazione Narcos vide la sua genesi quando la locale ps, agendo di concerto con la Procura della Repubblica di Napoli, portò dietro le sbarre Mirko Ianuario, Giuseppe Iacono, Giuseppe Caliendo, Roberto Pipolo e Ludovica Florenzo. Gli inquirenti, tra l’altro, avevano avviato la loro indagine da diverso tempo, svolgendo pedinamenti ed attività di controllo lungo il territorio isolano per molti mesi, arrivando a ritenere che il Ianuario fosse il dominus di un’organizzazione dedita allo spaccio. Non era un caso che l’uomo addirittura avesse celato, disseminandole per le varie pinete ubicate nel Comune di Ischia, delle buste di marijuana del peso complessivo di circa 240 grammi cadauna, inviando le coordinate del nascondiglio non certo in maniera banale ma affidandosi ad una collaudata “App” che dopo sessanta secondi dalla ricezione del messaggio trasmesso al complice vedeva il messaggio stesso cancellarsi in automatico. Insomma, roba degna del miglior Tom Cruise nella saga di “Mission Impossible”, ma anche un particolare che la dice lunga su come lo Ianuario si fosse adoperato nel tempo per essere “imprendibile” alle forze dell’ordine. Lo stesso Ianuario, ovviamente, faceva in modo che l’ingranaggio viaggiasse nella stessa direzione: l’installazione della App per la messaggistica, infatti, era imposta a tutti i suoi clienti e dunque agli acquirenti, in maniera da poter muoversi e gestire al meglio gli scambi. Che, appare superfluo sottolinearlo, portavano ottimi profitti che venivano chiaramente reinvestiti nell’acquisto di ulteriore droga.

Gli inquirenti fecero scattare il blitz un mercoledì sera, sotto una pioggia torrenziale, nel momento in cui compresero che si stava per concretizzare uno scambio di soldi e droga tra Ianuario, Caliendo e Giuseppe Iacono e non a caso in quel frangente veniva sequestrato l’importo di 800 euro. In quello che sembrò all’epoca quasi la trama di un thriller, ci fu anche l’accurata ispezione dell’autovettura in uso a Mirko Ianuario (che dopo un attento esame risultò essere rubata), che permise di svelare e scovare un nascondiglio segreto creato artigianalmente dallo stesso, sito nella zona dell’air bag del passeggero. All’interno dello stesso sbucarono, denaro contante per complessivi 1.700 euro e un involucro contenenti gli immancabili 200 grammi di mariuana. Ludovica Florenzo e Roberto Pipolo rimasero successivamente coinvolti nell’inchiesta quando furono accertati contatti e “acquisti” da Mirko Ianuario. Ma evidentemente, come mostra il proscioglimento di ieri, senza alcuna finalità di spaccio.

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