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Lacco si interroga, Pascale scenda in piazza

di Francesco Ferrandino

LACCO AMENO. L’estate sta finendo ma il ritornello è sempre lo stesso, e il video-record di Michele Schiano in canoa sul corso Rizzoli che continua a guadagnare visualizzazioni sul web, non fa altro che rilanciarlo all’infinito. Lacco Ameno continua a rimanere ostaggio di problemi pluridecennali e ripeterli in questa sede può sembrare ormai stucchevole, ma la cronaca è quella: nonostante un anno di lavori pubblici per potenziare (sic) la rete fognaria, sono sufficienti poche decine di minuti di pioggia per rendere le vie del paese più simili a fiumi che a strade. L’amministrazione aveva più volte assicurato che, con la conclusione di quest’opera che ha creato non poche difficoltà a cittadini e turisti, non ci sarebbero stati più spettacoli indegni come l’allagamento costante, tombini che saltano, strade trasformate in cloache a cielo aperto, oppure, appunto, in luoghi ideali per usare canoa e pagaia. Queste furono, in sostanza, le parole del primo cittadino Giacomo Pascale al momento dell’inizio dei lavori, parliamo ormai di un anno fa, quando era già difficile credere a una sollecita conclusione di un cantiere che persino nelle previsioni originarie  avrebbe richiesto almeno undici mesi di lavoro.

Più volte si sono levate le lamentele di residenti, commercianti e visitatori, ma spesso è sembrato che l’amministrazione non fosse al corrente delle esatte dimensioni dei disagi, rimanendo quindi silente di fronte alle numerose rimostranze. Ecco, quindi, che la proposta lanciata da Graziano Petrucci proprio sulle colonne di questo quotidiano assume una sua concretezza: lo Statuto del Comune di Lacco Ameno prevede che il sindaco possa convocare un’assemblea di cittadini per dibattere i problemi del paese. Perché no? Sarebbe il modo più veloce affinché i componenti dell’amministrazione vengano direttamente a conoscenza dei problemi reali vissuti nel quotidiano dai cittadini lacchesi.

Nessun tramite, né i media, né i social, ma un contatto diretto, per ascoltare domande, conoscere fatti e problematiche, e magari, quando non si hanno risposte, provare ad elaborarle assieme. Ovviamente senza voler togliere al sindaco Giacomo Pascale e alla sua squadra di amministratori le prerogative e le competenze che possono e devono esercitare in virtù del consenso ricevuto al momento del voto, anche perché in varia misura sono tutti responsabili: l’amministrazione ma anche la minoranza, e con loro i cittadini che li hanno eletti. Controllare da vicino e in modo costante i propri rappresentanti è uno dei doveri civici posti a fondamento della democrazia. Potrebbe essere la volta buona per capire finalmente che “politica” non sta a significare quel mese scarso di campagna elettorale a caccia del voto, bensì una pratica quotidiana e costante per costruire insieme il futuro del paese e quindi dei suoi cittadini.

 

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