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L’Arpac “sentenzia”: Stop ai tuffi a Citara, Chiaia, Santa Restituta e Fundera

In seguito ad i rilievi dell’Agenzia regionale per l’ambiente sono state registrate alcune anomalie, la nota dolente arriva così proprio a fine stagione

La nota dolente è arrivata a fine stagione: i tratti di mare in prossimità della spiaggia di Citara, della Chiaia, per Forio e di Santa Restituta e di Fundera, per Lacco Ameno, non sono balneabili. È stata l’Arpac- agenzia regionale per l’Ambiente della Campania – a decretare lo stop ai tuffi in queste porzioni di mare in seguito ai prelievi effettuati lunedì scorso, 2 settembre.

Tra qualche giorno saranno ripetute nuovamente i campionamenti per capire se si è trattato di un episodio sporadico, semmai anche legato alle piogge che hanno colpito l’isola domenica e lunedì, o se l’inquinamento delle acque resta. Sono i parametri microbiologici determinanti ai fini della balneabilità a far classificare come “Non balneabile” il mare che cinge le spiagge di Citara, Chiaia, Santa Restituta e di Fundera. In seguito ai prelievi ed alle analisi è emerso che la carica batterica di Escherichia Coli nello specchio d’acqua di Citara risulta essere pari a 831 MPN (Most Probable Number -Numero Più Probabile) /100ml rispetto al valore limite di 500 (il 5 agosto risultava pari a 10). Dati negativi registrati anche alla Chiaia dove oltre ad un eccesso di Escherichia Coli (2005 rispetto al limite di 500), anche il valore degli Enterococchi intestinali è molto alto in confronto al limite (504MPN/100ml rispetto a 200).

Lo stop alla balneazione non ha colpito solo Forio. A finire nel mirino dei tecnici dell’Arpac anche le acque di Lacco Ameno. Ed in particolare nello specchio d’acqua di Santa Restituta (da Punta di Montevico a Porto di Lacco Ameno) è di 1445 il valore di Escherichia Coli. Nel tratto marino di Fundera (dal Fungo all’Eliporto) Escherichia Coli pari a 2005 sul limite di 500, mentre gli Enterococchi intestinali risultano pari a 945 rispetto a 200. Sono batteri che testimoniano la presenza di scarichi di acque nere. In questi tratti, quindi, l’ARPAC sconsiglia la balneazione almeno momentaneamente. Nella relazione i tecnici hanno scritto come sia necessario “accertare la presenza di eventuali fonti di inquinamento”. In ogni caso, ripetiamo, i campionamenti e le successive analisi saranno ripetute tra qualche giorno per confermare il provvedimento di divieto di balneazione o rimuovere lo stesso.

Nei prossimi giorni sono in programma nuovi prelievi per appurare (come è molto probabile) che si sia trattato di un episodio sporadico, magari dettato dalle piogge che hanno colpito l’isola tra domenica e lunedì, o se l’inquinamento delle acque resta. Decisivi per la “non balneabilità” i parametri biologici

Durante questa stagione il mare che circonda l’isola di Ischia è sempre stato classificato come ‘Eccellente’. Solo una piccola parentesi durata pochi giorni di non balneabilità per Sant’Angelo. Restano non balneabili anche gli specchi d’acqua in prossimità dei porti. Per il resto, ed è bene ricordarlo, il mare che circonda l’isola di Ischia è eccellente. L’ha stabilito l’Arpac classificando il mare che circonda Ischia non solo è balneabile ma risulta anche pulito.  Per la balneabilità della stagione 2019 è stata definita ai sensi della nuova norma, con la delibera regionale n.881 del 19.12.2018 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n.101 del 31 Dicembre 2018), sulla base dei controlli eseguiti da ARPAC dal 1° aprile al 30 settembre delle ultime quattro stagioni balneari (2015-2016-2017-2018). Il giudizio di idoneità di inizio stagione balneare, espresso in delibera, deriva dall’analisi statistica degli ultimi quattro anni di monitoraggio in base agli esiti analitici di solo 2 parametri batteriologici: Escherichia coli ed Enterococchi intestinali.

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Tali parametri sono stati considerati dall’organizzazione Mondiale della Sanità indicatori di contaminazione fecale più specifici rispetto a quelli (Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella, Enterovirus, pH, fenoli, tensioattivi, oli minerali, ossigeno disciolto, colorazione e trasparenza) ricercati con la vecchia normativa, il DPR 470/82. Le acque di balneazione sono state così classificate secondo le classi di qualità previste dalla norma: Scarsa, Sufficiente, Buona, Eccellente. In ogni caso i tecnici regionali continueranno nell’esecuzione dei controlli in tutti i punti della rete di monitoraggio e in quelli di campionamento aggiuntivi fino al 30 settembre.  

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