CRONACA

Le cozze come le ostriche, premiata a Trieste Sara Fioretti

La 32enne ricercatrice isolana ha ricevuto il riconoscimento “Bernardo Nobile”: ecco perché il crostaceo potrebbe produrre perle

Sono brutte ma buone. E forse anche preziose parliamo delle cozze che potrebbero produrre perle. È questo il risultato di uno studio condotto da Sara Fioretti, ricercatrice isolana di Forio che ha ricevuto a Trieste il premio Bernardo Nobile (bandito dall’Area Science Park) per la miglior tesi di dottorato che abbia portato al deposito di un brevetto. La 32enne ricercatrice isolana ha svolto la sia la tesi di laurea in Biologia delle produzioni marine che quella del dottorato di ricerca all’Ischia Marine Center della stazione marittima Anton Dohrn di Napoli. Una tesi, quella del dottorato discussa nel 2019, che ruota attorno all’importanza della filiera della mitilicoltura in Campania. Nel corso della ricerca Sara si è interrogata su come incrementare la mitilicoltura nel male del Golfo di Napoli. «E da qui è nata l’idea di capire se fosse possibile creare delle perle dalle cozze», ci spiega la giovane ricercatrice. Tra l’incredulità generale Sara Fioretti ha cominciato a studiare e sperimentare. Incredulità anche da parte della Stazione Zoologica Anton Dohrn che con un post sui social ha fatto sapere come «Si tratta di una possibilità che può dapprima generare una certa incredulità, perché esse sono ben note in cucina per le proprietà organolettiche e sorprende che possano invece diventare un prolifico generatore di perle, simbolo di bellezza per antonomasia».

«E così abbiamo provato a sperimentare una tecnica nuova, diversa da quella utilizzata nel Pacifico, che ci ha concesso di appurare la fattibilità di rendere ‘perliferi’ i mitili», ci spiega con entusiasmo Sara Fioretti. In pratica è stata messa a punto una tecnica di grafting (impiantazione del corpo estraneo che è il seme per la produzione della perla) innovativa e vantaggiosa sotto tanti aspetti. Bassissima mortalità, economicità, semplicità e bassa specializzazione del personale sono tutti fattori innovativi che hanno contribuito a mettere a punto una proposta brevettuale accettata in campo internazionale. Nel 2019 c’è stata la discussione della tesi e poi due anni per brevettare la scoperta. Nei giorni scorsi, poi, è arrivato il riconoscimento dello studio premiato a Trieste nell’ambito del premio Bernardo Nobile bandito dall’Area Science Park. «Questa tecnica – ci spiega Sara Fioretti parlando dei prossimi passi da compiere – ha portato alla nascita di una perla di una qualità bassa. Quantità e soprattutto qualità delle perle sono scarse, perché abbiamo utilizzato come innesto una pallina di plastica. Ma sappiamo che la tecnica funziona ed a breve proveremo replicarla con innesti di qualità migliori in modo da provare a creare delle perle più ‘preziose’». Il tutto avverrà sulla costa Flegrea dove già ci sono degli allevamenti di mitilicoltura già avviati a pochi passi dall’isola di Ischia. E chissà che tra qualche anno parleremo di produzioni di perle da mitili made in Isola d’Ischia. Di certo il brevetto è nato sull’isola verde da un’isolana di Forio doc (anche se nata in Umbria) Sara Fioretti.

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