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LE STORIE DI SANDRA Per la cara Nicoletta Di Scala

Ricordo sempre con tanto affetto, Nicoletta Di Scala, la sarta che abitava come me a via Venanzio Marone. A quel tempo non c’erano negozi di Pronto Moda, ma si andava dalle sarte che avevano anche cataloghi con le stoffe da scegliere. Così ho voluto dedicare a lei questo mio scritto. Lucrezia, Catello, Nicoletta e Giovan Giuseppe detto giagiarù, sono i figli di Pasquale Di Scala (detto Pascale e scass, figlio di Pascalon) e di Anna Gloria (Nanninella mile figlia di Catiello u mulnar) che si sposarono nel 1935. Una famiglia dove regnava la voglia di aiutarsi e di dare una mano, e dove i quattro figli sono riusciti a condurre una vita serena puntando sul lavoro. Lucrezia chiamata Enzolella, ebbe la poliomielite e restò sempre a dare una mano in casa, Catello studiò al nautico e si imbarcò, Nicoletta fin da piccola aiutava la mamma a prendere l’acqua, perché non c’era ancora nelle case l’acqua corrente.

Giovan Giuseppe sposò una ragazza inglese e vive da anni con la famiglia a Londra. Nel frattempo, come molte ragazze di allora, anche Nicoletta a 11 anni iniziò a imparare a cucire con Anna Marcellino con la sarta Giuseppina Taliercio e poi con Maria Tortora. Era brava e precisa e si appassionò tanto da volersi diplomare in taglio. In questo l’aiutò la sua zia Margherita che le pagò il corso. Si diplomò in taglio da Fiorentina e subito dopo comprò una macchina da cucire. Quella macchina è stato un tesoro dolce per Nicoletta che ha voluto conservarla bene da 65 anni. Intanto il tempo passava e lei fu notata da un bel ragazzo benestante di Ferrara Fontana, Vincenzo Iacono, che la corteggiò a lungo fino a fidanzarsi con lei dopo aver chiesto il permesso alla famiglia come si usava a quei tempi. Nel 1961 si sposarono e Nicoletta, che era abituata ai sacrifici, continuò a essere attenta anche se il marito non le faceva mancare niente, e spesso non capiva perché Nicoletta continuava a essere oculata. È stato un matrimonio d’amore il loro, e ha dato due bei frutti, Luciana, bruna come la sua mamma e Lucrezia dai lunghi capelli lisci biondi.

Due ragazze in gamba che hanno studiato, lavorano si sono sposate e hanno creato famiglie solide con figli studiosi alcuni dei quali già laureati e professionisti affermati. Come a dire che i sacrifici e l’esempio sono serviti a Luciana e a Lucrezia che hanno amato i genitori e continuano a stare spesso insieme a loro. Cara Nicoletta non posso dimenticare quelle belle gonne a pieghe che mi cucivi, quei bei vestiti di carnevale per me le mie sorelle, i vestiti per le cerimonie. E non posso dimenticare come era bello venire con mamma da te al tuo laboratorio sartoria, perché eri e sei una donna allegra, sorridevi spesso e riuscivi sempre con tanta pazienza a trovare il modello che mi sarebbe piaciuto. Sono contenta di averti conosciuta e amata e sono contenta dei bei vestiti che mi hanno fatto fare sempre bella figura ovunque sia andata. Ringrazio Luciana Iacono per avermi dato notizie e belle fotografie.

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