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Arrivano le castagne e i “cachissi” ed è autunno, le caldarroste tradizione che stenta a rilanciarsi

di ANTONIO LUBRANO

ISCHIA – La stagione che ha accommiatato l’estate, ovvero l’autunno, si ripropone come tempo di nuove e tante cose buone, a cominciare dalle castagne e dai “cachissi”, i frutti per eccellenza di questa stagione dove per effetto naturale, incominciano a cadere le foglie. Siamo nei primissimi giorni di ottobre, in pratica, con l’autunno ormai bene avviato, andiamo verso il semestre freddo. La transizione avviene sempre lentamente, ma piogge e nuvole, come di consuetudine, iniziano a diventare protagoniste fastidiose in questo periodo. Per fortuna non…rompono ancora come sanno fare, tranne che la nebbia che su a Fontana è spesso di casa. Il nostro paese e naturalmente l’isola d’Ischia, con l’equinozio d’autunno viene esposta al flusso atlantico in maniera sempre più consistente, con il tempo che si fa generalmente più variabile e meno stabile. Intanto fin’ora  abbiamo avuto tempo splendido da potersi ritenere vera e propria coda dell’estate ormai ufficialmente  passata, Insomma, nostro malgrado, aspettiamo le piogge, che sono attese ad ore.   Tutto ciò, non ci impedisce però di apprezzare e godere di quello che la natura offre, compresa la stessa pioggia che a modo suo, battente o no, innaffia i nostri boschi, li rinfresca reduci dalla calura estiva, li rivitalizza e fa risplendere i propri tipici colori di stagione straordinari e belli nel loro manifestarsi, tra il giallo oro, il marrone antico ed il sempreverde dominante. Qui le castagne che stanno per fare capolino dal loro guscio a riccio e  spinoso, appena sbocciate  si propongono come tante gemme nel fresco panorama boschivo dell’isola di sopra, dove località come il Cretaio, tra Barano d’Ischia e Casamicciola e la Falanga tra Serrara Fontana e Forio, rappresentano le sedi naturali della fioritura di questo gustoso frutto autunnale ed invernale.  Le castagne si possono  trovare e raccogliere, mentre si passeggia per i boschi dell’isola già in questi  giorni di ottobre: stanno lì sui sentieri, mollemente adagiate sulle foglie cadute, tutte lucide e brillanti, marroni scurissime con toni rosso cupo, oppure più bionde, perché più giovani, timidamente si affacciano dai loro ricci, per deliziare  prima la vista di chi le scopre, e poi il palato di chi le manga. La natura è generosa di frutti ricchi, e la castagna dal punto di vista nutrizionale è perfetta per chi deve affrontare il freddo nei periodi di magra. Infatti quando la società dei consumi era inesistente, e ci si sfamava soltanto con quello che la terra – ed il mare – fornivano, i marroni erano un alimento fondamentale, soprattutto nelle famiglie più povere, prive persino di un pezzo di campagna da coltivare. Spesso si pensa che i termini “castagna” e “marrone” siano sinonimi, ma non è così. La castagna è il frutto dell’albero selvatico mentre il marrone è quello della pianta coltivata e modificata con successivi innesti. Nel riccio della castagna si possono trovare da 1 a 7 frutti, in quello del marrone da 1 a 3. Le castagne sono piccole, hanno la buccia bruno scura e sono più schiacciate da un lato e più tondeggianti dall’altro. I marroni invece sono più grandi e più dolci. Raccogliere le castagne nei boschi era semplice

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