CRONACAPRIMO PIANO

L’isola che non c’è, Ischia non è ancora a misura di disabile

Nonostante gli sforzi a livello amministrativo, il problema del superamento delle barriere architettoniche presenta numerosi aspetti, molti dei quali ancora migliorabili

La foto che abbiamo pubblicato alcuni giorni fa, che ritraeva una donna in carrozzella impossibilitata a muoversi sul marciapiede di Piazza Antica Reggia perché una macchina mal parcheggiata ostruiva il passaggio, è soltanto una foto iconica di un modo di fare e di un problema che sull’isola si pone spesso. Un problema che però ha molte sfaccettature, urbanistiche, legislative, amministrative e sociali. Dal punto di vista delle modifiche infrastrutturali funzionali all’abbattimento delle barriere che rendono difficile ai disabili la fruizione del territorio, il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino spiega: «Il problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche è un tema per il quale, per quanto si possa fare o si possa progettare, a fronte del disagio che i diversamente abili finiscono per patire quotidianamente, si fa sempre poco. In questo io sono molto severo con me stesso, con noi come amministrazione, e in generale con tutti, perché per troppo tempo fino al recente passato si è operato senza tenere in debita considerazione le problematiche di coloro che vivono tali disagi. Questo è il punto di partenza delle valutazioni che noi tutti dobbiamo fare. D

Enzo Ferrandino: «Siamo stati i primi a istituire la figura del Garante dei disabili. Nella programmazione delle opere pubbliche il tema del superamento delle barriere è tra le priorità, come stiamo dimostrando nel rifacimento dei plessi scolastici, dei marciapiedi e di altre misure varate negli ultimi anni, ma molto resta da fare»

Il sindaco di Ischia Enzo Ferrandino

i conseguenza, bisogna costantemente impegnarsi: noi stiamo cercando di farlo; laddove c’è una programmazione di opere pubbliche uno dei primi elementi che vengono valutati è sicuramente l’abbattimento delle barriere architettoniche. Un esempio concreto è costituito dalla costruendascuola intitolata a Gianni Rodari, dove il plesso è stato fornito di un ascensore proprio per superare il problema di deambulazione dei portatori di handicap e consentire di raggiungere tutti gli ambienti dell’edificio in maniera agevole e tranquilla. Un intervento del genere lo abbiamo eseguito di recente al Municipio, e su tutte le strade sulle quali stiamo intervenendo, a partire dal rifacimento dei marciapiedi: si cerca sempre porre al primo posto le esigenze dei diversamente abili. Tuttavia come è noto, essendo il nostro territorio di antica fattura in termini di organizzazione urbana, purtroppo per il passato non vi era la medesima sensibilità che si registra oggi. A volte, naturalmente, quando si va ad operare in concreto, l’intervento “cozza” con l’assetto esistente. In tal senso faccio l’esempio del nostro cimitero, nell’ala più antica, dove ci siamo trovati a realizzare un intervento di abbattimento di barriera architettonica realizzando degli scivoli per superare alcuni gradini, ma non era possibile, così siamo dovuti ricorrere a un’attrezzatura che di fatto solleva la sedia a rotelle e consente di superare l’ostacolo: chiaramente si tratta di operazioni piuttosto macchinose. Dunque, dove l’intervento è possibile, lo realizziamo, se invece non è possibile, si cerca di elaborare la soluzione alternativa migliore per ridurre i disagi». Dal punto di vista sociale, il primo cittadino aggiunge: «Esiste poi un’importante azione di sensibilizzazione: voglio ricordare che durante la scorsa consiliatura siamo stati la prima amministrazione a individuare la figura del Garante dei disabili nella persona del professor Raffaele Brischetto, affiancato dall’avvocato Adriano Mattera, i quali in maniera molto costruttiva hanno collaborato con l’amministrazione contribuendo a farci raggiungere tanti piccoli obiettivi che considerati complessivamente non sono ancora sufficienti, ma mettono in condizione i diversamente abili a vivere il territorio un po’ meglio rispetto al passato».

Raffaele Monti: «L’evoluzione normativa a favore del superamento delle barriere architettoniche non va di pari passo con le possibilità di applicazione pratica, e anche dal punto di vista della sensibilizzazione sociale c’è ancora tanta strada da fare»

Il comandante della polizia locale di Lacco Raffaele Monti

Vi sono tuttavia alcuni aspetti problematici, efficacemente sintetizzati dal comandante della Polizia municipale di Lacco Ameno, Raffaele Monti:«L’amministrazione di Lacco Ameno ha elaborato il Peba, il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, per adeguare le strutture urbane, concepite secondo criteri del passato che non tenevano conto delle esigenze dei diversamente abili, alla moderna sensibilità. Ecco, il corto circuito è costituito dal contrasto tra l’evoluzione normativa, che meritoriamente si sta conformando sempre di più alle esigenze dei disabili, e l’applicazione pratica di tali misure. Una discrasia che mette in difficoltà le pubbliche amministrazioni. Un esempio è dato dalle zone a traffico limitato: una serie di sentenze recenti ha stabilito che i disabili non sono più tenuti a comunicare la propria condizione di disabilità per poter accedere alle ztl, perché toccherebbe alla pubblica amministrazione conoscere quali sono i veicoli al servizio di disabili: tuttavia non è stato detto con quali modalità si dovrebbe riuscire a conoscere tali informazioni. L’ufficio comunale in questo modo non riesce a sapere chi è disabile e chi no, ma lo può sapere soltanto ex post, cioè dopo aver irrogato la sanzione. Il sistema automatico di rilevazione legge la targa, ma non il contrassegno-disabili, perché in tal caso interverrebbe la norma che vieta di infrangere la privacy sui dati personali sensibili. Quindi la contraddizione è evidente, visto che la Cassazione ha stabilito che gli utenti diversamente abili non sono più tenuti a comunicare tale informazione all’ente. Fra l’altro era stato concepito il Cude, il Contrassegno unico disabili europeo, una banca dati dove confluiscono tutti i dati relativi ai veicoli al servizio dei disabili, ma fino a oggi la sua applicazione pratica è molto lontana, proprio perché non ci sono istruzioni precise in merito. Bisognerebbe raccogliere tutte queste informazioni, inserirle nella banca-dati, in maniera tale che al momento dell’irrogazione delle sanzioni il sistema vada a scartare quei veicoli al servizio di utenti diversamente abili che hanno diritto ad accedere alla zt. Tutto questo per evitare che ciascun utente mandi una semplice mail per chiedere di essere inserito nella “white list”. Di fatto, molti avvocati stanno impugnando le sanzioni irrogate ai disabili, appellandosi a tali sentenze: nel frattempo il Comune ha perso tempo e denaro. Dunque, la sensibilità normativa è in evoluzione ma poi mancano le necessarie prescrizioni applicative in concreto. Anche sul fronte del rispetto dei cittadini verso le strutture concepite a favore dei disabili, la strada da fare è ancora tanta, visto che anche in presenza di segnaletica orizzontale e verticale taluni utenti non rispettano le regole previste per agevolare i disabili: tuttavia, da quando sono state inasprite le sanzioni per la sosta abusiva sulle aree riservate ai diversamente abili, con multa più salata e decurtazione dei punti sulla patente, le infrazioni sono molto diminuite».A dimostrazione del fatto che c’è ancora molto da fare a livello di sensibilizzazione, per quanto alcuni enti abbiano già approntato una serie di atti e previsto tale figura, il Garante dei disabili – citato dal sindaco Enzo Ferrandino nell’intervento che avete appena letto – finora è diventato realtà soltanto nel Comune di Ischia, circostanza che testimonia come tale tematica non sia ancora radicata tra le priorità.

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