CRONACAPRIMO PIANO

L’isola diventi modello di sicurezza per l’intera Italia

Ieri mattina presso l’auditorium “Leonardo Carriero” di Lacco Ameno l’interessante convegno promosso e organizzato dalla giornalista Ida Trofa con autorevoli e illustri patrocini e relatori. In molti hanno sottolineato i rischi, a lungo sottovalutati, di un territorio ricco di bellezza ma anche straordinariamente fragile. Necessario invertire la rotta partendo da interventi non strutturali, rimarcata anche la necessità di prestare attenzione ai bacini idrici

La mitigazione del rischio, la tutela dell’ambiente, il diritto a vivere in una comunità ed un territorio sicuri non sono più derogabili. È prioritario considerare la ricostruzione dei territori non come una spesa, ma come un investimento di enorme valore su uno dei luoghi potenzialmente più ricchi al Mondo. Un’iniziativa trasversale aperta a tutti a quanti vogliono contribuire a varare e sostenere un modello virtuoso di rinascita per tutte le aree del nostro Paese. Dopo l’esperienza del 2017, che purtroppo non ricevette l’attenzione che avrebbe meritato, è tornata nuovamente “Ischia Modello di Sicurezza”.Una iniziativa, promossa e organizzata dalla giornalista Ida Trofa, che coinvolge prestigiose Università ed Enti di Ricerca, spiegata in un Convegno, che si è tenuto nella sala Conferenze Leonardo Carriero dell’Hotel Regina Isabella di Lacco Ameno nella mattinata di ieri.

L’iniziativa, oggi come nel 2017 subito dopo il terremoto che sconvolse buona parte di Casamicciola e Lacco Ameno, intende, appunto, proporre soluzioni pratiche, basate su considerazioni rigorosamente scientifiche, per mitigare finalmente e definitivamente gli alti rischi (in particolare sismico e idrogeologico) connessi con la natura vulcanica dell’isola, facendo di essa un modello virtuoso per tutte le aree del nostro Paese, in gran parte affette dalle stesse problematiche sebbene su una scala spaziale molto più ampia. La Manifestazione ha visto l’adesione della Struttura del Commissario Delegato per gli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nei territori dell’Isola di Ischia il 26 novembre 2022.Con il patrocinio della Regione Campania, Città Metropolitana di Napoli ed i Comuni di Lacco Ameno, di Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Serrara Fontana, Barano d’Ischia, ma anche dell’Ordine Architetti, dell’Ordine degli Ingegneri e dell’Ordine dei Geologi, SIGEA società Italiana di Geologia Ambientale e Meridiana Italia.Una proposta operativa per la messa in sicurezza di Ischia dai rischi legati alla natura vulcanica. Dalla corretta gestione del rischio, sismico ed idrogeologico, un contributo alla rinascita dell’isola come modello di riferimento per il Paese di cui si è discusso discuterà con Giuseppe De Natale (Dirigente di Ricerca INGV, Napoli), Giuseppe Rolando (già professore ordinario di Vulcanologia all’Università Federico II di Napoli), Gianluca Valensise (Dirigente di Ricerca INGV, Roma ), Antonello Fiore (Presidente SIGEA), Giovanni Legnini Commissario Straordinario per la ricostruzione post sisma 2017 e delegato per gli eccezionali eventi meterologici 2022). “Ischia Modello di Sicurezza” propone un approccio innovativo, con ilpresupposto che la sicurezza e la vivibilità dei luoghi, equa e accessibile,abbia un valore sociale inestimabilema comunque estremamente sostenibile economicamente, utilizzando buone pratiche di governance e di gestione economica.

Tecnologia,  ambiente,  la ricerca, la scienza  sono al Centro del percorso che indaga come fare di Ischia un modello esportabile nel mondo. Il passato e il futuro sono il fulcro di questo impianto. Abitabile e sostenibile. Il Lavoro degli ingegneri, degli architetti, dei geologi che aiuta lo sviluppo dei popoli, l’abitare non deve essere più  zavorra ma valore aggiunto. La Struttura perfetta che farà stare in piedi il paese rispondendo anche all’esigenza dell’ abitare e del vivere. E quindi anche una catastrofe produce un capolavoro di resilienza e consapevolezza della fragilità del paese. In memoria delle vittime. Dopo l’introduzione della giornalista Ida Trofa e il saluto del sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale che ha voluto elogiare anche la collega per aver organizzato un momento convegnistico tanto importante, ecco le dichiarazioni salienti rese dagli intervenuti.

VALENSISE (INGV): «TERRITORIO VULNERABILE, ROTTA DA INVERTIRE »

“Perché in Italia i terremoti fanno tanti danni e tante vittime? Perché sono molto forti, o molto frequenti, o eccezionali? O perché colpiscono in zone dove non ce li aspettavamo? Nulla di tutto questo. La comunità scientifica nazionale è solida e preparata: conosce dove e come sono avvenuti i terremoti del passato, e sa valutare dove e con quale forza avverranno quelli futuri. Ma l’Italia è eccezionalmente vulnerabile: non solo nel suo immenso patrimonio monumentale, ma anche nelle civili abitazioni. E quel che è peggio, in molte aree questa vulnerabilità aumenta con il tempo, invece di diminuire, e si sottostimano sistematicamente i rischi che lo sfruttamento del territorio comporta. Parleremo quindi di vulnerabilità, dell’edificato e dell’ambiente fisico, e dei danni che inevitabilmente i prossimi terremoti causeranno, calando il tema nazionale anche sulla realtà ischitana. Ma siamo sulla strada giusta per invertire la rotta?”.

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FIORE (PRES. SIGEA): «SI ATTIVINO PRIMA GLI INTERVENTI NON STRUTTURALI»

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“L’Italia è un Paese dove la pericolosità geo-idrologica per la conformazione geologica e per le dinamiche geomorfologiche è estremamente elevata, esplicandosi sovente soprattutto con l’accadimento di frequenti fenomeni franosi ed esondazione di corsi d’acqua. Avendo trascurato una pianificazione attenta alle evoluzioni geologica e geomorfologica del territorio si è fatto si che di pari passo con l’urbanizzazione e l’infrastrutturazione del territorio aumentasse il rischio. Abitazioni e infrastrutture quasi mai sono in grado di fronteggiare le forze sviluppate da una frana o da una colata di fango. L’estremizzazione meteoclimatica particolarmente significativa nel bacino Mediterraneo nell’ultimo ventennio è uno dei principali effetti del cambiamento climatico in atto; esso risulta essere più evidente ed esteso relativamente all’incremento delle temperatura e da una decisa maggiore irregolarità delle precipitazioni cumulate annuali distribuite in un numero di giorni mediamente inferiore del 10% rispetto alle medie climatiche più recenti con conseguente aumento della loro intensità media e sempre più frequenti strutture temporalesche che interessano il nostro Paese.

Una evento temporalesco ha interessato l’Isola di Ischia innescando all’alba del 26 novembre, lungo il versante nord dell’isola, una colata rapida di fango che ha interessato 218 edifici dell’abitato di Casamicciola Terme, distruggendone 27 e causando 12 vittime, oltre feriti e disagi per i residenti delle abitazioni interessate dal rischio residuo. Nelle aree urbanizzate ad accertata pericolosità geo-idrologica da frana e alluvioni, per mitigare gli effetti di questi eventi, risulta necessario attivare prima di tutto gli interventi non strutturali. La pianificazione territoriale deve basarsi sulla definizione degli scenari evolutivi delle potenziali frane e alluvioni tenendo in conto le quantità di materiale mobilizzato, le traiettorie, e le forze in gioco. Risulta altrettanto necessario avviare un monitoraggio del territorio e la definizione dei meccanismi di rottura delle farne o di propagazione delle piene le soglie pluviometriche di innesco di questi fenomeni. Questi studi dovrebbero aggiornare i Piani di assetto idrogeologico in modo da rendere più attuali gli strumenti urbanistici comunali. Inoltre è necessaria una manutenzione delle opere di presidio già realizzate e l’eventuale implementazione con nuove opere strutturali se quelle esistenti non sono ritenute sufficienti a garantire una adeguata mitigazione del rischio. Gli effetti al suolo del nubifragio del 26 novembre a Ischia, in primis la colata di blocchi rocciosi, detriti e fango, sarebbero potuti essere meno distruttivi se il territorio fosse stato nel tempo diligentemente mantenuto e correttamente presidiato. Un ruolo non secondario potevano rivestire le opere di regimentazione idrauliche che sono indispensabili per mantenere il corretto e naturale delicato equilibrio geo-idrologico e idrogeologico dell’intero versante. In queste condizioni, già al limite dell’equilibrio, l’aggravante di avere urbanizzato aree senza un’attenta pianificazione in termini di evoluzione geomorfologica dei versanti, ha incrementato fortemente il fattore di rischio. In regime di cambiamento climatico, quale il periodo attuale, risulta evidente che il completo abbandono e degrado del territorio privo di cura e di manutenzione, la mancata sistemazione idraulico forestale, e la mancata cura della vegetazione, accelerano i processi morfologici. Dopo l’alluvione che ha interessato la stessa Casamicciola Terme nel 2009 dovevano essere realizzati diversi interventi, occorreva realizzare studi che definivano gli scenari evolutivi dei versanti e gli interventi di messa in sicurezza. Nei 13 anni trascorsi si sarebbe potuto intervenire per mitigare i rischi e utilizzare al meglio i fondi stanziati per la realizzazione degli interventi, fondi mai spesi. Contiamo molto sulla struttura commissariale guidata da Giovanni Legnini e sulla l’esperienza da essa acquista in altri scenari di dissesto; crediamo che il caso di Ischia, che va affrontato e risolto con una visione ampia soprattutto per gli ischitani, la loro sicurezza, il loro benessere e la loro economia, possa essere di esempio per una Paese sempre più propenso a rincorre le emergenze anziché prevenirle”.

DE NATALE (INGV): «UN’ISOLA RICCA DI STORIA E RISCHI»

“Ischia è un’isola che racchiude in sé le origini e la Storia della nostra Civiltà; e racchiude in sé anche tutti i principali rischi legati a fenomeni naturali, per la sua natura vulcanica. In quest’isola, funestata da disastri recenti e passati per evidenti difetti di prevenzione, la mitigazione efficace dei rischi, estremamente semplice ed economica su un territorio di piccole dimensioni, può diventare un esempio virtuoso per iniziare finalmente un’operazione analoga a scala nazionale. La mitigazione del rischio sismico può essere qui facilmente raggiunta consolidando opportunamente gli edifici nell’area che sperimentò intensità sismiche maggiori o uguali all’VIII grado Mercalli durante il terremoto del 1883, che può essere considerato come evento massimo. Il rischio idrogeologico può essere in parte gestito con opportune opere idrauliche per il ripristino degli alvei principali e la regimazione; nelle zone soggette al rischio più alto, bisogna invece interdire l’edificazione”.

ROLANDO: «I BACINI IDRICI? SONO DEI KILLER»

“L’intervento verte sullo studio della franosita del versante settentrionale dell’Epomeo, alla luce degli eventi del 26 Novembre. Mette in evidenza, in particolare, l’elevata propensione dei bacini idrici allo sviluppo di frane detti debriis flow, responsabili da decenni di morte e distruzione a Ischia”.

I DATI DEL RISCHIO

ISPRA. Ischia e Procida: 14.124 abitanti a rischio frane. 3.027 a rischio alluvioni

In base all’ultimo rapporto Ispra: il 93,9% dei comuni italiani (7423 municipi) a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera.1, 3 milioni di abitanti sono a rischio frane, 6, 8 milioni di abitanti sono a rischio alluvioni. Tutti i dati sono in aumento rispetto a quelli raccolti nel precedente rapporto dalla 2018.

Nelle due isole del Golfo di Napoli, Ischia e Procida, secondo i dati del’Istituto Italiano, a Forio vi è una popolazione a rischio frane di 2.038 abitanti, mentre quella a rischio alluvioni è pari a 500 abitanti. Lacco Ameno conta una popolazione a rischio frane di 1.019 abitanti rispetto a 409 abitanti a rischio alluvioni. Casamicciola Terme registra una popolazione a rischio frane 2.030 abitanti rispetto a quella a rischio alluvione di 299 abitanti; Ischia ha una popolazione a rischio frane di 3.666 abitanti conto quella a rischio alluvioni di 622 abitanti. Barano d’Ischia ha una popolazione a rischio frane di 2.995 abitanti con 732 abitanti a rischio alluvioni. Serrara Fontana viene indicata con una popolazione a rischio frane di 1.355 con gli abitanti a rischio alluvioni pari 359 abitanti. Sta meglio Procida con una popolazione a rischio frane di soli 1.021 abitanti alluvioni 106 abitanti. Per complessivi 14.124 abitanti a rischio frane e 3.027 a rischio alluvioni. Certo è che la nuova batosta conferma, più ancora di quel vuoto ischitano, la necessità assoluta di un monitoraggio capillare dello stato di sicurezza della nostra terra.Un problema serissimo. Aggravato nei secoli, ma con una spericolata accelerazione negli ultimi decenni, dalle scelte compiute dagli uomini. Capaci di occupare ogni metro quadrato del terreno, fino a consumare (dato Ispra) il 22,8 per cento di spazio utile.Guardando al passato e fatte le debite proporzioni tra tutte le realtà, Casamicciola Terme, senza ombra di dubbio, è l’emblema di questo disastro. Sinonimo di catastrofe per eccellenza, si è trasformata nella terra dell’apocalisse,con tragedie e morti.

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