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L’isola in una carta idrogeologica

L’opera è stata realizzata in scala 1:10.000 ed è dedicata alla memoria di don Angelo Iacono, parroco della Chiesa di San Ciro al Ciglio. La carta fornisce negli intenti dei suoi attori “una panoramica dell'evoluzione vulcano-tettonica dell'Isola d'Ischia e aggiorna il modello idrogeologico, diventando un catalizzatore per l'acquisizione di dati migliori e per la gestione delle risorse naturali e dei rischi”

È stata presentata la prima mappatura idrogeologica dell’isola di Ischia in scala 1:10.000. La “Mappa delle unità geo idrologiche dell’isola di Ischia” e la sequenza idrostratigrafica di accompagnamento su scala di bacino si basano sulle più recenti mappe e dati geologici del progetto CAR.G e su nuove indagini e studi vulcanologici e idrogeologici”. Attualmente, il vulcanismo e la rinascita sono quiescenti, con il Mt. Epomeo caratterizzato da una moderata subsidenza, suggerendo che nessuna intrusione magmatica è attiva a bassa profondità. Tuttavia, il sistema magmatico di Ischia deve essere considerato ancora attivo, come testimonia l’intenso vulcanismo in tempi storici e la circolazione molto sostenuta dei fluidi geotermici che alimenta le fumarole diffuse e le sorgenti termali. Le sorgenti, le sorgenti termali e le fumarole sono caratteristiche superficiali dinamiche del sistema idrotermale vulcanico. Una miscelazione complessa e mutabile tra acqua meteorica, acqua di mare e fluidi profondi.Come spiegano gli autori, inoltre, la carta proposta fornisce negli intenti dei suoi attori “una panoramica dell’evoluzione vulcano-tettonica dell’Isola d’Ischia e aggiorna il modello idrogeologico, diventando un catalizzatore per l’acquisizione di dati migliori e per la gestione delle risorse naturali e dei rischi”.

Le fonti di dati includono la banca dati conservata dall’INGV, dalla Sezione di Napoli, dall’Osservatorio Vesuviano e dalle indagini sul campo, tra cui un’indagine sulle sorgenti e sulle sorgenti termominerali che è stata finora trascurata. In totale sono state riconosciute 130 unità vulcanistratigrafiche e 18 unità geoidrologiche; la distribuzione dei siti di fumarole è stata migliorata e sono state identificate eriscoperte 60 sorgenti e sorti termali. La mappa fornisce una panoramica dell’evoluzione vulcano-tettonica dell’isola di Ischia e aggiorna il modello idrogeologico, diventando un catalizzatore per lo sforzo di acquisire dati migliori e di gestire sia le risorse naturali che i rischi. Un lavoro dedicato a Don Angelo Iacono di Serrara Fontana.

Una mappa in scala adatta di idrofacie identificabili e unità geoidrologiche per evidenziare le principali strutture stratigrafiche e tettoniche delle isole vulcaniche, che controllano il flusso delle acque sotterranee, continua ad essere una sfida in molti paesi e ha bisogno di molti sforzi per combinare informazioni multidisciplinari, spesso incomplete e frammentate nel tempo e nello spazio– rilevano gli ideatori e realizzatori del progetto –Questa è una questione chiave anche per Ischia dinamicamente molto attiva caratterizzata da un’intensa attività idrotermale.La mappa è prevista per evidenziare il corrispondente contesto idrogeologico e l’architettura di un sistema di falde acquifere vulcaniche così complesso, gettando così le basi per l’aggiornamento e il miglioramento delle conoscenze sull’idrodinamica e sui processi di mineralizzazione delle acque sotterranee. Fa parte di una più ampia attività di ricerca multidisciplinare e ha origine da una visione integrata dei dati sul campo e della letteratura tecnica e scientifica che mira a un aggiornamento operativo del sistema di monitoraggio idrogeologico, geochimico e vulcanico.Questa mappa può essere particolarmente utile nella fase concettuale della modellazione.La “Mappa delle unità geoidrologiche dell’isola di Ischia” è la prima mappatura idrogeologica dell’isola in scala 1:10.000, consiste quindi in una sintesi di conoscenze sulla variabilità e sui controlli sulle proprietà idrologiche delle unità litostratigrafiche etichettate. Coinvolge e combina le informazioni raccolte da nuove indagini vulcanologiche, geochimiche, idrogeologiche, prove sul materiale acquiferico su scala variabile e osservazioni delle acque sotterranee, da letteratura pubblicata e non pubblicata e da fonti, mappe, documenti storici. Quest’ultimo diventa molto significativo nelle aree in cui i dati idrogeologici, compresa la posizione e il nome delle sorgenti, sono pochi e ambigui; vedi tutti i riferimenti citati.

La sequenza idrostratigrafica di accompagnamento su scala di bacino, rendono la mappa uno strumento utile per indagini approfondite, l’esame e l’analisi del sistema idrotermale composito dell’isola vulcanica attiva discussa. Il database alla base rappresenta un punto di partenza per lo sviluppo di un sistema di monitoraggio idrogeologico, geochimico e vulcanico più completo e quindi più operativo”.

I RISULTATI

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Come si piò leggere nel documento, la creazione di questa mappa su scala di rilevamento adeguata e la costruzione del relativo database hanno sottolineato la complessa architettura del sistema delle falde acquifere vulcaniche e la qualità variabile (e spesso scarsa o obsoleta) dei dati idrogeologici disponibili, diventando un catalizzatore per lo sforzo di acquisire dati migliori e di proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile del territorio.

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Un rigoroso processo scientifico è seguito dal progetto cartografico sviluppato per una mappa geologica e idrogeologica di base, che soddisfa le esigenze socioeconomiche attuali ed essenziali dei territori che richiedono la gestione sia delle risorse naturali che dei pericoli e rischi. In tal caso, una mappa tecnica/idrogeologica è essenziale per progettare strategie efficaci di pianificazione territoriale/ambientale e di gestione del rischio. “Le informazioni consentono di dare priorità alla ricorrenza e alla distribuzione dei depositi di copertura, o di dettagliare gli affioramenti dell’unità geoidrologica che costituiscono gli strati più poco profondi del sottosuolo; allo stesso tempo, assicura che l’impostazione morfostrutturale, che controlla la falda acquifera basale e le unità confinanti e quindi le condizioni del flusso sotterranee, non sia trascurata”. Lo studio segue gli studi preparatori condotti dall’Università di Napoli Federico II nell’ambito del Progetto “Acque sotterranee ed energia: una strategia per lo sviluppo sostenibile” P.O.R. Campania FSE 2014-2020 coordinata da Silvia Fabbrocino. Un particolare riconoscimento va ad Antonio Giardino e Lucia Marino, la cui curiosità ed entusiasmo durante gli studi di laurea sotto la supervisione di S. Fabbrocino all’Università di Napoli, prima ha fatto luce sulla meravigliosa isola di Ischia. Fondamentale il contributo operativo durante le indagini sul campo di Pasquale Belviso e alla Prof. Antonietta Iacono per il suo sostegno nell’analisi del background storico. Quest’opera è dedicata alla memoria di don Angelo Iacono, parroco della Chiesa di San Ciro al Ciglio. Infine, una menzione speciale va ai revisori Dr Jiří Pánek, Prof. Domenico Guida e Dr Steven Bernard, e ai redattori Dr Mike Smith e Prof. Jasper Knight che hanno guidato un perfezionamento dettagliato della mappa e del manoscritto.

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