CRONACA

LO SCAMBIO D’ACCUSE De Siano-Pascale, nuovo round sul filone giudiziario

Due note, due modi diversi per prendere posizione sul fatto che, come ampiamente previsto, le elezioni di Lacco Ameno vivranno una coda in tribunale e nello specifico dinanzi ai giudici del Tar Campania. Ha iniziato nel pomeriggio di ieri l’attuale sindaco Giacomo Pascale, di lì a poco è arrivata la replica di colui che ambisce a scalzarlo dalla poltrona, Domenico De Siano. Ecco le rispettive note.

PASCALE: RESTO SEMPRE PIU’ SCONCERTATO

Resto sempre piu’ sconcertato dal bipolarismo di certe persone. Domenico de Siano il 5 ottobre scriveva su facebook: “Lacco Ameno ha scelto e il popolo è sovrano: auguro buon lavoro al mio avversario e al nuovo Sindaco di Lacco Ameno”. Oggi invece abbiamo appreso che costui ha chiesto l’annullamento della nostra proclamazione, facendo ricorso. La campagna elettorale è stata dura. Ma, terminata, avevamo il dovere di ripristinare quanto prima la pace sociale e collaborare per la ripresa della nostra comunità: maggioranza e opposizione, con pieno spirito di servizio. Io comprendo la sua amarezza: capisco che non è riuscito a far salire una persona rispettabile in Regione (la dottoressa Di Scala), comprendo che la corrente di Forza Italia in cui si rispecchia è in declino, ammetto che è brutto essere messo in discussione persino dal proprio ViceCoordinatore regionale (nella giornata di ieri) e capisco che è dura – da Senatore – non essere accettato come Sindaco dalla propria comunità, finendo per essere la mia minoranza. Insomma, ammetto tutto. Ma non accetto che si prenda in giro me, la mia squadra e i concittadini che amministro. Con umiltà abbiamo proposto un team di professionisti, giovani e donne, con tante idee. E siamo già operativi, ancor prima dell’insediamento. Davvero non comprendo questo gesto scellerato, figlio di una bulimia di potere, piu’ che politica. Figlia dell’arroganza, della strafottenza, del poco rispetto professionale, istituzionale e politico. E soprattutto figlia di quel poco di rispetto umano che speravo potesse latentemente residuare nei miei riguardi.

Questa vicenda mi fa venire in mente l’epopea di Lucio Sergio Catilina, un politico romano vissuto prima di Cristo. La sua campagna politica gli era costata una fortuna ma all’ultimo momento la sua candidatura venne respinta. Così pensò di ricandidarsi e mise a punto un programma elettorale che pensava lo avrebbe portato al successo politico. Il programma però era fumoso, propagandistico e non attuabile. In realtà mirava solamente a gestire il potere, nemmeno tanto ad arricchirsi. Voleva il potere. E mise in moto un sistema che mirava a farlo impadronire del potere in ogni modo, a qualsiasi costo. Proprio in quei giorni di fuoco intervenne nella scena pubblica romana Marco Tullio Cicerone che, opportunamente protetto dai legionari romani, si rese protagonista di una serie di orazioni meravigliose. Fu la scintilla che provocò l’inizio della sconfitta di Catilina e del suo tentativo di rovesciare la cosa repubblica.

Uno dei piu’ celebri discorsi di Cicerone, e dell’intera epopea romana, iniziava così: “Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?” Ovvero: Fino a quando, Catilina, continuerai ad abusare della nostra pazienza? Per quanto tempo ancora il tuo comportamento si farà beffe di noi? Fino a che punto si scatenerà  questa tua temerità che non conosce freno? Non t’accorgi che le tue trame sono palesi?  Noi invece, da uomini pieni di coraggio quali siamo, riteniamo di compiere il nostro dovere verso la  patria sol che riusciamo a scansare le armi della follia di costui! “Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”.

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DE SIANO: COSTRETTI A DIFENDERCI DAL RICORSO DI PASCALE

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Questa mattina il TAR ha fissato per il 15 dicembre l’udienza in merito al ricorso che ho dovuto presentare per le scelte dei presidenti di seggio durante il voto. Ma è giusto che i lacchesi sappiano che siamo stati costretti a depositare il ricorso al TAR perché eravamo venuti a conoscenza che il sindaco Giacomo Pascale aveva, a sua volta, già presentato un ricorso al TAR e il presidente del TAR, il giudice Corciulo, aveva anche fissato l’udienza per la discussione sempre per il 15 dicembre 2020.

La nostra è stata una difesa e, infine, abbiamo dovuto adire le vie della giustizia perché il Pascale si era affidato alle difese di un avvocato molto vicino alla attuale maggioranza che regge le sorti della Regione Campania.

E’ chiaro che questa è diventata una questione di natura politica.

Ci siamo solo dovuti difendere depositando a nostra volta il ricorso”

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