LE OPINIONI

Maturando si impara

L’esame di maturità ha tolto il sonno a tutti anche ai più preparati, perché, oltre ad essere un’importante prova nella vita di tutti noi, chiude un ciclo della nostra vita quello di studente delle superiori, e ci pone di fronte a un cambiamento, a una scelta sul futuro e su quello che occorre ancora fare per costruire un progetto di vita. Proprio in questi giorni, gli studenti del quinto anno delle scuole superiori sono alle prese con una fase inevitabilmente carica di aspettative ed emozioni, prime fra tutte l’ansia, ma anche incertezze e dubbi per ciò che accadrà dopo l’esame. Al di là delle differenze individuali, una cosa è abbastanza certa: la maturità è un passaggio che rimane nella memoria di ciascuno, come una sorta di netta linea di confine. E in effetti, chi non ricorda la propria? Chi non se l’è ritrovata almeno una volta, protagonista dei propri sogni (o incubi) notturni?  Lo ammetto, a me capita ancora oggi. Rappresenta una svolta, un cambiamento importante. Andare all’Università, quale facoltà scegliere o cercare una specializzazione diversa, un percorso professionilizzante, trovare un lavoro. È come se in qualche modo sancisse il “debutto” nel mondo dei grandi.

Tra le domande più frequenti: Riuscirò a tenere a bada l’ansia, la preoccupazione di non saper rispondere a qualche domanda, fare il compito scritto in maniera buona?  E se mi viene un vuoto di memoria? E se non conosco l’argomento chiesto? Manca poco tempo, come faccio a ripassare, a colmare le lacune nella preparazione? E l’ansia si fa strada, minando la nostra concentrazione, perché ricordate “nell’ansia non si apprende”. Ecco un dettaglio curioso che mi ha spinto a riflettere, dall’anno scolastico 1998/1999 la denominazione corretta e ufficiale per l’esame che conclude il ciclo di studi superiori sarebbe Esame di Stato, eppure, la a locuzione Esame di Maturità è ancora largamente utilizzata nel linguaggio comune, come a volerne a tutti i costi sottolineare l’indissolubile valore simbolico di passaggio e crescita. Ci si aspetta, insomma, che chi giunge a questo traguardo superandolo sia “maturo”.

Ma non dobbiamo dimenticare che ogni cosa e soprattutto ogni persona ha un suo “naturale tempo di maturazione”.  Ma…cosa significa essere maturi? Maturi per cosa? E soprattutto può essere, secondo voi, un esame a sancirlo?  Personalmente, vedo l’esame più come un processo di attraversamento, un passaggio tra ciò che conosciamo, in cui tutto è organizzato soprattutto in funzione degli impegni scolastici, e ciò che invece rappresenta una terra inesplorata i ragazzi si avvicinano al tempo delle scelte, delle responsabilità e dell’autorganizzazione. Insomma, in un certo senso “all’improvviso” si chiede al ragazzo neomaggiorenne di sapere chi è e cosa vuole dalla vita e nella vita e di agire, di conseguenza in modo adeguato. Tutto questo può disorientare, far paura.

Il mondo dei “grandi” ci fa paura, perché non lo conosciamo, e spesso questa paura ci paralizza bloccando il nostro processo di crescita e autonomia. Alla fine del lungo percorso scolastico tutti noi ci siamo posti la fatidica domanda “e ora? Cosa ne sarà di me? Cosa farò? Sarò in grado di raggiungere i miei obiettivi?” Nessuno di noi si sente realmente pronto quando deve lasciare il suo “porto sicuro” per qualcosa di completamente inesplorato, e i motivi posso essere diversi non c’aveva mai pensato prima, era convintissimo della sua scelta ma alla soglia della decisione ha vacillato, o ancora fatica a distinguere le sue aspettative da quelle altrui (“se dovessi scegliere di non fare l’università deluderò tutti”; “papà mi vuole ingegnere, mamma medico”,ma TU cosa vuoi per te stesso?). In questi casi, secondo me, una delle cose più mature da fare è prendersi una “pausa esplorativa”, concentrandosi non sul passato o sul futuro , ma sul presente, l’unica dimensione realmente tangibile e ricca di possibilità.Mi piacerebbe chiudere con questa citazione: “Nella vita le cose passano sempre, come in un fiume. Anche le più difficili che ti sembra impossibile superare le superi, e in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti. Ti aspettano cose nuove”.

“Liberamente” è curata da Ilaria Castagna, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi de L’Aquila, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale di Caserta A.T. Beck

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Tel: 3456260689Email: castagna.ilaria@yahoo.com

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