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Maxi processo abusi edilizi, respinte le eccezioni

La quarta sezione del Tribunale di Napoli ha celebrato una nuova udienza del processo che vede imputati ben 25 personaggi sull’asse Barano-Casamicciola, per reati legati a irregolarità edilizie risalenti prevalentemente al biennio 2009-2010. Nel procedimento spiccano nomi eccellenti della politica dei due comuni, insieme a funzionari, dirigenti e dipendenti della Polizia Municipale. Le indagini, che si conclusero nel luglio del 2014, furono condotte sul territorio dai Carabinieri della Compagnia di Ischia. Dopo un anno, il collegio presieduto dal giudice Acierno ha finalmente sciolto la riserva sulle eccezioni presentate dall’avvocato Cristiano Rossetti, legale di fiducia dell’architetto Giuseppe Barbieri. Il penalista aveva  eccepito che non c’era stata alcuna proroga delle indagini nei confronti di Barbieri, ufficialmente indagato sin dal febbraio 2009. Di conseguenza, se non ci fossero state altre iscrizioni nel registro degli indagati per altri capi d’accusa, tutti gli atti d’indagine successivi al settembre di quell’anno sarebbero da considerarsi inutilizzabili da parte dell’accusa. Atti d’indagine che comprendono anche le intercettazioni telefoniche, avvenute prevalentemente tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010.

Su questo punto si era basata la seconda questione sollevata dal noto penalista: le intercettazioni sono state infatti compiute da remoto dalla stazione dei Carabinieri di Ischia, ma solo tramite ascolto, mancando quindi la registrazione normativamente richiesta. Circostanza che secondo la difesa le renderebbe inutilizzabili in giudizio. Tuttavia, il collegio giudicante ha respinto entrambe le eccezioni, con una motivazione che ha lasciato abbastanza perplessi i componenti della difesa, in quanto secondo il Tribunale i reati associativi sarebbero reati permanenti e le indagini non necessiterebbero di esplicite proroghe.   Il collegio ha inoltre fatto sapere che per alcuni capi d’imputazione verrà dichiarata la prescrizione nella prossima udienza del 6 febbraio. In particolare, essa cadrà su molte delle accuse di falso ideologico e falso materiale, su alcuni episodi di abuso d’ufficio e di reati edilizi, prevalentemente riguardanti il ramo casamicciolese dell’inchiesta. Resteranno in piedi le altre accuse, tra cui quelle di peculato e di omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale. Per questi ultimi capi d’imputazione il Tribunale nella prossima udienza conferirà incarico al perito per procedere alla trascrizione delle relative intercettazioni.

VERSANTE BARANO. I reati contestati, nella maggior parte dei casi, si riferiscono a vicende legate all’abusivismo edilizio, risalenti principalmente come detto al biennio 2009-2010. Per il “ramo baranese” sono stati contestati principalmente casi di omessa denuncia relativa ad abusi edilizi. Tra gli imputati c’è anche il sindaco Paolino Buono. Sono tre i casi che lo vedono coinvolto: nel primo il medico baranese, al fine di ottenere voti in favore del candidato al Parlamento Europeo, Pasquale Sommese, avrebbe promesso di interessarsi per evitare l’abbattimento di una costruzione abusiva; nel secondo caso, che si intreccia con il primo, avrebbe evitato l’abbattimento dello stesso immobile abusivo in concorso con il dirigente dell’UTC di Barano, Giuseppe Barbieri, procurando così un vantaggio patrimoniale consistente per il proprietario del manufatto; in un altro avrebbe infine omesso di effettuare denunce all’autorità Giudiziaria, benché a conoscenza della consumazione di reati di natura edilizia. Imputato per quest’ultimo reato in tre casi è il vigile Vincenzo Mattera e in quattro diversi casi è il Comandante della Polizia Municipale, Ottavio Di Meglio. Quest’ultimo è stato chiamato a rispondere anche per abuso d’ufficio, abusivo esercizio della professione di avvocato e peculato d’uso. Tra gli imputati baranesi risultano anche Giosi e Dionigi Gaudioso e per l’ex vicecomandante della Polizia Giovanni Sessa (oramai in pensione).

CASAMICCIOLA. Sul versante casamicciolese le indagini e i presunti reati riguardano principalmente due casi avvenuti entro il perimetro territoriale del Comune Termale. Nel primo si fa riferimento ad alcuni interventi effettuati per un immobile, sito al Cretaio, di proprietà di Borrelli Maria e Di Spigno Crescenzo. Secondo l’ufficio del pubblico ministero, l’architetto e tecnico di fiducia, Giuseppe Barbieri, con richieste di accertamento e di avvio del procedimento, per occultare fattispecie di reato e legittimare sul piano amministrativo delle opere abusive, avrebbe falsamente attestato che i lavori effettuati all’interno dell’abitazione erano di ordinaria manutenzione, mentre secondo accertamenti tecnici eseguiti dalla Polizia Municipale di Casamicciola e dai Carabinieri di Ischia, sarebbe invece emerso che «i lavori edili eseguiti andavano a realizzare un organismo edilizio in parte diverso dal preesistente, comportando aumento del volume e modifica dei prospetti e pertanto l’intervento realizzato non era classificabile nella mera manutenzione straordinaria, ma rientrava nella ristrutturazione edilizia». Gli interventi necessitavano dunque del permesso di costruire, previo parere dell’Ente preposto alla tutela del vincolo paesaggistico.

In questo scenario si inserisce anche l’allora sindaco del comune termale, Vincenzo d’Ambrosio che, secondo i Pm, non avrebbe impedito la formazione di un’ordinanza in cui veniva falsamente affermato che il manufatto era stato realizzato prima del 1967 e che l’intervento non avrebbe alterato l’aspetto dei luoghi e non avrebbe comportato impatto ambientale, mentre gli accertamenti dei Carabinieri avrebbero smentito tale ricostruzione, portando i pm a ipotizzare reati di concorso formale e concorso di persone nel falso ideologico, oltre all’abuso d’ufficio. Il secondo “caso” è legato all’immobile di Mario Fabio il quale, insieme a Salvatore Mattera, geometra e direttore dei lavori, in assenza del permesso avrebbero modificato in maniera importante l’immobile oltre a modificare la destinazione di uso di un immobile da alberghiero a residenziale. Anche in questo caso i sostituti procuratori Morra e Cannavale hanno chiamato in causa i piani alti dell’amministrazione casamicciolese: Ignazio Barbieri, il sindaco Vincenzo D’Ambrosio (a conoscenza dell’entità dei lavori abusivi), con l’architetto Giuseppe Barbieri, oltre all’architetto Giuseppe Monti. La Procura ipotizzò, a vario titolo, il reato di falso ideologico, con circostanze aggravanti comuni e concorso di persone.

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Francesco Ferrandino

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