CULTURA & SOCIETA'

MOLTO FREDDO MOLTO SECCO CON LIME Il rispetto a dispetto della società cieca nello sgomento

di Lisa Divina

Hey tu dedicati un minuto di riflessione: lo sai che la depressione è un disturbo che colpisce milioni di persone nel mondo?! È subito chiaro che quindi non puoi ignorarlo. Causa sofferenza, disabilità e costi sociali ed economici. Può avere diverse cause, tra cui fattori biologici, psicologici, sociali e ambientali. Ma non è incurabile, anzi può persino essere prevenuta e trattata ma spesso non viene riconosciuta, diagnosticata o peggio non viene curata adeguatamente.

Ma questo male di vivere lo puoi prevenire svolgendo un azione costante a diversi livelli, devi coinvolgere sopratutto la società e la collettività. Sicuramente devi sapere che bisogna promuovere la consapevolezza e la sensibilizzazione sul tema, contrastando lo stigma, la discriminazione e il silenzio che lo circondano. Informa la popolazione sui sintomi, le cause, le conseguenze e le soluzioni per uscire da tale condizione, incoraggia la richiesta e l’offerta di aiuto.

Certamente è necessario che previeni i fattori di rischio e potenzi i fattori protettivi, come la povertà, la violenza, l’isolamento, la mancanza di senso e di scopo, la scarsa qualità della vita, il sostegno sociale, la resilienza. Ovviamente hai l’esigenza di rimodellare gli ambienti che influenzano questa salute psicologica, ovvero la casa, le scuole, i luoghi di lavoro, ecc… Crea condizioni favorevoli per il benessere psicologico, fisico e sociale delle persone, garantendo i diritti, le opportunità, la partecipazione, l’inclusione, la sicurezza e la giustizia. Favorisci la realizzazione di servizi centrati sulla comunità e integrati con un’assistenza accessibile, efficace, personalizzata, basata sulle evidenze e sui bisogni delle persone con depressione. Coinvolgi i familiari e sostenili attraverso le scuole, il lavoro e tutti gli ambienti che viviamo nella quotidianità. È chiaro cosa devi fare? Lo hai fatto? Ti sei impegnato per far si che episodi tragici potessero essere evitati? Hai contribuito alla salute psicologica dei tuoi concittadini? Hai dato un aiuto concreto a chi si arrende sopraffatto da troppo dolore e si convince che non ha posto nella nostra comunità?

Ricordagli: Non sei pazzo! Sei mio amico! Un amico che va tutelato non evitato o addirittura violato come nella storia di terrore all’ombra del torrione dove le ombre hanno strappato alla nostra comunità la dignità. È un episodio di violenza gratuita e ingiustificata, che merita la condanna di tutta la società. Non puoi tollerare che una persona venga aggredita, punto, per di più da un branco di ragazzini, senza motivo e senza pietà, mentre si trova in un luogo pubblico in aria di festa. Si tratta di un atto di codardia e di inciviltà, che mina il senso di sicurezza e di convivenza che dovrebbe caratterizzare una comunità. La nostra comunità! Devi sapere che spesso, i protagonisti di queste violenze sono giovani, anche minorenni, che agiscono in gruppo, spinti da motivazioni futili o da una ricerca di emozione e di potere per emulare l’adulto che ha seminato “mala-educazione”. Ma sono tutti nostri figli, nostri fratelli, nostri amici, miei e tuoi. Alcuni di loro provengono da contesti sociali e culturali difficili che li rendono più vulnerabili e più esposti a influenze negative. Altri, invece, sono figli di famiglie benestanti, che non hanno ricevuto una corretta educazione ai valori e al rispetto degli altri. Anche qui per contrastare il fenomeno, devi intervenire a più livelli, coinvolgi le istituzioni, le forze dell’ordine, la scuola, la famiglia per pretendere la società civile che meriti. Urlagli che non vuoi un paese così! Urla a noi tutti che vuoi una società educata rispettosa e rispettabile. Tu conosci Kennedy? Sai di quando parlò del bisogno di essere cittadini attivi. Pronunciò la famosissima ed inflazionatissima frase: «Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese». Questa citazione la devi venerare come un monito atemporale sull’importanza dell’impegno civico e della responsabilità individuale all’interno della società. Sforzati di comprenderne la forza e l’importanza dell’azione individuale nel contribuire al miglioramento della comunità. Il potere che non applichi sul territorio e sulla tua amministrazione. Ora voglio che ti poni delle domande: Mi rispetto? Sono rispettabile? O almeno sai cos’è? Il rispetto implica il riconoscimento della dignità, dei diritti e delle differenze di ogni individuo, senza discriminazioni, pregiudizi o violenze. Il rispetto si basa sulla reciprocità, sull’empatia e sulla tolleranza. Ergo, il rispetto non lo puoi pretendere ma lo devi meritare. Devi essere rispettabile. La rispettabilità è la qualità di chi si comporta in modo onesto, responsabile, coerente e rispettoso verso se stesso e verso gli altri. Ecco cosa devi fare per contribuire ad una società sana! Chi è rispettabile non pretende il rispetto ma lo riceve naturalmente, perché lo offre in cambio. Quando pretendi il rispetto manifesti arroganza. Significa che vuoi imporre la tua volontà, il tuo punto di vista senza tener conto degli altri. Non accetti il confronto, il dialogo, la critica, ma cerchi di intimidire, di minacciare, di sottomettere. Ed è chiaro che non hai stima di te, ma hai solo bisogno di affermare il tuo potere. Capisci adesso perché voglio che ti fermi, rifletti e ti ponga delle domande. Ed invece, tu che fai? Spendi e spandi! Per te l’importante è fare festa e mostrare al mondo intero che sai vivere anche se invece qui muori lentamente nel silenzio e lo sgomento. Ma tu niente, sei impassibile, pensi ad organizzare feste che offuscano le menti invece di aprile e renderle libere. Vuoi solo distrarti e non ti importa se non capisci o se i problemi restano irrisolti. L’importante è che fai bella figura e convinci tutti che sai come divertirti. Ma davvero non ti stai ponendo una domanda? La domanda? Ma almeno sai se sei in grado di porti una domanda?

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