dalla Redazione
Prendete Pollica, la città di Angelo Vassallo ed anche il secondo mare più bello d’Italia della nuova ‘Guida Blu’ di Legambiente e Touring club italiano. La perla del Cilento, prima delle 26 località campane ad ottenere il prestigioso riconoscimento, seconda in Italia solo a Domus de Maria, in provincia di Cagliari, merita ancora una volta le 5 vele, il riconoscimento più alto attribuito da Legambiente perché, oltre a vantare un 76,53% di raccolta differenziata – dato consolidato negli anni che ne ha fatto uno degli esempi della buona amministrazione in chiave campana – ha attuato, spiega Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania, «un’efficiente politica di azzeramento dei consumi energetici degli edifici pubblici, complici gli impianti fotovoltaici e un progetto sperimentale per produrre energia elettrica dal moto ondoso da localizzare nella parte retrostante del molo di sopraflutto. Bene anche le politiche di abbattimento delle barriere architettoniche, con un Centro velico dedicato ai diversamente abili, e la cultura, con la ristrutturazione del Museo del Mare».
Potrebbe già essere sufficiente questa semplice spiegazione a comprendere quanto sia divenuto incolmabile il divario che separa Ischia dalle altre località turistiche, anche della Campania. Perché mentre a Pollica si industriano in un progetto per produrre energia elettrica dal moto ondoso, sull’isola non si riesce a completare nemmeno uno dei tre impianti di depurazione e porre fine allo scempio ambientale di riversare liquami nauseabondi in quel mare che è anche il pilastro del sistema economico locale.
Si dirà: sono aspetti noti, Ischia non può competere con altre località della terraferma. Oppure che essere isola significa sopportare disagi e svantaggi che altri non vivono. Una giustificazione buona per tutte le stagioni, utilizzata spesso come uno scudo da politici ed imprenditori. Ma che ora viene finalmente smantellata, anzi demolita, da un’altra delle classifiche di Legambiente, quella relativa alle isole minori. Sorpresa: anche nella competizione con chi vive la stessa condizione insulare, Ischia ne esce con le ossa rotte. Tra le 11 isole minori premiate con 5 e 4 vele compaiono perfino Ponza ed Anacapri, isole vicine anche geograficamente ad Ischia. Ma manca l’isolaverde, alla quale ormai resta solo nel nome un raro cenno di ambiente.
All’isola, infatti, Legambiente ha destinato solo due vele, le stesse che sono state assegnate a Procida, Vico Equense o Amalfi. Solo Vietri sul Mare e Sorrento sono messe peggio, almeno in Campania: per loro, infatti, solo una vela.
Tra le località campane, secondo posto per Camerota: Legambiente e Touring Club Italiano sottolineano l’efficienza della raccolta “porta a porta”, evidenziando anche l’istituzione dello sportello InfoAmianto, per le rimozioni della fibra da manufatti privati e per le bonifiche di aree pubbliche. Completano il quadro i servizi di wi-fi e bike sharing e l’apertura al pubblico del sito archeologico della grotta della cala, a Marina di Camerota.
Con quattro vele, insieme alla già citata Positano, ecco Castellabate – il celebre borgo di “Benvenuti al Sud”, ma anche Capaccio-Paestum, Anacapri (primo dei comuni insulari campani), Sapri e Centola-Palinuro. Dieci le località con tre vele: si tratta di San Mauro Cilento, Ascea, Massa Lubrense, Casal Velino, Praiano, Vibonati, Pisciotta, S. Giovanni a Piro-Scario, Capri, e la new entry Montecorice. “Paesaggio e qualità del mare, ma anche distretti innovativi e laboratori delle buone pratiche sostenibili su energie rinnovabili, agricoltura di qualità, tutela e gestione del territorio. Le località campane premiate – spiega Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania – vantano offerte turistiche “verdi” fatte di escursionismo, climbing, birdwatching e di tante attività slow, con una ospitalità curata e sempre più mirata alla qualità. Rappresentano la bellezza della Campania che vogliamo, la Campania sostenibile”.
