CRONACAPRIMO PIANO

Morte di Willy, Ferrandino: «Sentenze da confermare»

Si apre con un rinvio al 27 aprile il processo d’Appello per la morte del giovane ucciso nel settembre 2020 dai fratelli Bianchi. Il legale ischitano, difensore del Comune di Artena (parte civile) auspica l’epilogo giudiziario

Una vicenda giudiziaria che ha scosso l’Italia intera e che vede protagonista nei panni di avvocato di una delle parti civili anche un nostro concittadino, il noto avvocato Massimo Ferrandino. Avrebbe dovuto aprirsi ieri dinanzi alla Corte d’Appello di Roma il processo a carico degli ormai famigerati fratelli Bianchi, ritenuti responsabili (e per questo condannati in primo grado) della morte del giovane Willy Duarte, ucciso in una piazza di Colleferro il 6 settembre 2020 per essere intervenuto in una discussione a difesa di un suo amico. Il processo è stato rinviato al prossimo 27 aprile dopo che gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli hanno annunciato di aver deposito una querela presentata da un amico di Willy, Samuele Cenciarelli, che fu il primo ad essere colpito da un calcio da Gabriele Bianchi, colui che avrebbe poi causato le lesioni mortali a Willy. Il dilemma sta nel fatto che nella sua deposizione da testimone dell’omicidio il Cenciarelli avrebbe detto cose diverse e i legali puntano su questo aspetto per provare la complessa impresa di riaprire il caso.

Una versione, questa, che però viene respinta in maniera netta e categorica dall’altra parte della barricata. Proprio Massimo Ferrandino, che in questo processo rappresenta il Comune di Artena che si è costituito parte civile, all’uscita dal palazzo di giustizia parlando ai giornalisti è stato perentorio: “Chiederemo con forza la conferma della sentenza di primo grado”. Poi, incalzato dai cronisti, ha aggiunto: “”Willy era un ragazzo dedito alla famiglia, al lavoro e allo sport ed è stato barbaramente ucciso dagli odierni imputati che avevano fatto della violenza e della sopraffazione il proprio stile di vita”. Anche Domenico Marzi, legale dei familiari di Willy, non ha dubbi sulla tenuta in secondo grado dell’impianto accusatorio e spiega: “Dieci o quindici persone dicono che ha essere stato colpito quella sera da Gabriele Bianchi è stato Willy, in più c’è una sentenza della Corte d’Assise. Io non commento le difese mediatiche degli altri, ma sto agli atti. Siamo convinti che l’impianto accusatorio reggerà anche nel processo di secondo grado: la questione è legata alle condanne all’ergastolo: ci aspettiamo la conferma dell’affermazione della responsabilità degli imputati”. Per la cronaca in primo grado i fratelli Marco e Gabriele Bianchi sono stati condannati all’ergastolo, Francesco Belleggia a 23 anni e Mario Pincarelli a 21.

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