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Motorino in fiamme a Ischia, l’incendio per rubare un casco

ISCHIA. Un fatto di cronaca che ha dell’incredibile, e che ha messo in condizione i carabinieri della Stazione di Ischia – guidati dal capitano Andrea Centrella e coordinati dal luogotenente Michele Cimmino – di riuscire a venire a capo di un episodio che qualche tempo fa aveva destato più di qualche sospetto. Accadde tutto quando in una zona decisamente centrale di Ischia andò a fuoco uno scooter e nell’immediatezza si fecero diverse ipotesi per arrivare a capire per quale motivo e da chi fosse stato messo in atto quell’insano gesto. La verità è stata adesso ricostruita dagli inquirenti e meriterebbe forse che ci si giocasse un terno al lotto: il mezzo a due ruote è andato completamente distrutto semplicemente perché un minore ischitano voleva rubare il casco che era legato allo scooter. La quadratura del cerchio è arrivata quando in caserma si è presentato il 44enne V.B. che a seguito dei fatti di cronaca accaduti nella zona di via Antonio Sogliuzzo spiegò ai militari una serie di circostanze che hanno contribuito a ricostruire la dinamica degli eventi.

L’uomo ha raccontato ai suoi interlocutori che intorno all’una di notte veniva contattato dal figlio che gli chiedeva di andarlo a prendere nella zona di porto d’Ischia, all’altezza del Bar Calise. Una volta rientrato a casa, il genitore rimaneva insospettito dalla telefona che riceveva da un amico e che lo metteva in uno stato di forte ansia ed agitazione che certo non sfuggiva all’occhio attento del padre. A insospettire ancora di più, il fatto che il ragazzo per intrattenersi al telefono col suo interlocutore usciva dalle mura domestiche, col chiaro intento di non fare ascoltare i contenuti della conversazione. A questo punto però V.B. ha rotto gli indugi ed ha chiesto con insistenza al figlio che cosa fosse successo e soprattutto chi lo avesse cercato ad un orario quantomeno insolito e inopportuno. Quello che ne veniva fuori era una verità francamente incredibile e allucinante.

Il sedicenne confessava al genitore che mentre lui stava andando a prenderlo aveva cercato un passaggio per raggiungere il porto d’Ischia. Ma non avendo un caso a disposizione aveva visto il ciclomotore di un amico dove era agganciato un casco sotto sella e allora provava a sfilarlo. Al giovane però l’operazione non riusciva e così per portare a compimento il suo piano decideva di adoperare un accendino al fine di poter riuscire a “liberare” la fibbia sotto sella. Missione compiuta, così il ragazzo poteva tranquillamente raggiungere il porto. Tutto questo, però, mentre il ciclomotore rimaneva oggetto di un principio d’incendio che di fatto distruggeva il mezzo inesorabilmente. V.B., da cittadino modello, contattava il padre del proprietario raccontandogli l’accaduto e dicendosi pronto a rimborsare il danno subito. Una questione risolta nella maniera migliore ma che ovviamente non ha risparmiato all’incauto ladro di caso una denuncia in stato di libertà all’autorità giudiziaria. Le accuse? Incendio, furto e danneggiamento. Forse sarebbe stato meglio beccarsi una multa a un eventuale posto di blocco. Anzi, togliamo pure quel forse…

Gaetano Ferrandino

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