CRONACAPRIMO PIANO

Perché il commercio isolano dice “no” a un nuovo lockdown

Anche sull'isola tutti d'accordo sulla presa di posizione di Confcommercio Campania: una nuova chiusura sarebbe il "delitto perfetto" a carico di tante piccole e medie aziende. Il parere degli operatori locali

Un’altra chiusura delle attività? Arriva il “no” deciso di Confcommercio Campania all’ipotesi delineata dal riconfermato presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che di fronte all’aumento della curva di contagi del covid-19 ha “minacciato” un nuovo lockdown. Misura che viene fermamente respinta dalla citata associazione che paventa effetti disastrosi e devastanti su tutto il tessuto economico locale, dal commercio al turismo. E sulla nostra isola come la pensano le associazioni del settore? Il fronte si presenta piuttosto compatto.

Marco Bottiglieri (Aicast): «Quella di De Luca può essere solo una provocazione, perché è impossibile pensare a una nuova chiusura, che metterebbe a rischio la tenuta sociale»

Marco Bottiglieri, rappresentante ischitano dell’Aicast, esclude decisamente una tale ipotesi: «È del tutto impossibile fermare nuovamente le attività. Credo che quella di De Luca sia piuttosto una sorta di provocazione, perché non esiste la benché minima condizione che si possa procedere a un stop come quello che si è avuto a febbraio e marzo scorso. Senza dubbio è necessario fare molta attenzione da parte di tutti noi cittadini, ma ribadisco che non è proprio pensabile bloccare tutte le attività commerciali, altrimenti si metterebbe a rischio la tenuta sociale. Forse si tratta di un annuncio teso a mettere in riga quella minoranza percentuale di persone che non rispetta le direttive e le normative di prevenzione anti-covid, una sorta di provocazione nello stile a cui il presidente ci ha abituato a partire dalla scorsa primavera, per invitare la popolazione ad autodisciplinarsi, vista anche la difficoltà nell’assicurare controlli a largo raggio. In ogni caso sarebbe impossibile affrontare l’inverno con un altro lockdown: in quel caso le autorità dovrebbero avere un piano B. Se De Luca ha già in mente dove trovare le risorse per far stare le persone a casa senza lavorare, va bene, ma temo che tale possibilità al momento sia piuttosto utopica».

Francesco Pezzullo (Confesercenti): «Moltissime famiglie, pur lavorando, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Un’altra chiusura sarebbe devastante. E poi lo stesso Conte ha assicurato che non ve ne saranno altre»

Identica la linea di Francesco Pezzullo, presidente di Confesercenti Ischia: «Impensabile chiudere di nuovo tutto, senza nessuna misura economica che ammortizzi le perdite. C’è ancora gente che aspetta i contributi stanziati la scorsa primavera ma che non sono ancora giunti di fatto ai legittimi aventi diritto. Proviamo a immaginare cosa accadrebbe con una nuova chiusura. Esistono moltissime famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, lavorando nelle condizioni attuali: se si chiudesse tutto di nuovo, come potrebbero sopravvivere? Mi sembra dunque assurdo ipotizzare un nuovo lockdown. Nemmeno in tempo di guerra si chiudeva tutto, quindi non capisco perché farlo ora quando ormai la popolazione ha accettato le norme di prevenzione, quando c’è già un’ordinanza che prescrive l’uso della mascherina per tutto il giorno anche all’aperto.

Marco Laraspata (Aicom): «Le dichiarazioni di De Luca hanno avuto un effetto disastroso sulle prenotazioni autunnali. E in ottica di prevenzione lo Stato si è comportato in maniera contraddittoria, si pensi ad esempio alle recenti elezioni»

Insomma, le precauzioni ci sono già, e poi invece assistiamo all’assurdo della stessa matita ai seggi elettorali scambiata fra tutti gli elettori, che fuori dai seggi erano costretti a file lunghissime creando di fatto assembramenti: un paradosso. In un’ipotesi del genere, bisognerebbe avere già pronto un adeguato contributo per mantenere le famiglie a casa. Comunque il presidente del Consiglio Conte ha detto che non chiuderà, non so se un presidente di Regione può prendere un’iniziativa in tal senso, in contrasto con le linee guida del governo. Cosa ancor più grave, è che le parole di De Luca su una ipotetica chiusura hanno determinato un pauroso calo del turismo, con i flussi quasi azzerati in seguito a quelle parole. I proclami del presidente hanno finito per infliggere un’altra batosta all’economia».

Anche Marco Laraspata, responsabile Aicom, delinea un analogo scenario: «Sull’isola siamo già con la “mascherina dell’ossigeno”, visto che le attività locali quest’anno hanno sofferto un calo di fatturato dal 40 al 65%, a seconda dei settori. Il mese di agosto è andato bene, ma non è certo stato sufficiente a colmare il gap dei mesi precedenti e soprattutto dei mesi prossimi, con tanti alberghi che stanno rapidamente chiudendo in successione. Da parte loro i balneari hanno già chiuso in anticipo per le avverse condizioni meteo. E le dichiarazioni di De Luca hanno dato la mazzata decisiva: quando parla un esponente di tale livello istituzionale, le sue parole si ripercuotono immediatamente, come in Borsa. E infatti dopo le minacce di chiusura sono arrivate a valanga un mucchio di disdette, quando invece erano state registrate molte presenze fino al 15 ottobre. Una chiusura totale in questo momento manderebbe in fallimento quasi tutti, perché sull’isola si tratta di un sistema interconnesso, un’economia circolare. Quindi senza dubbio va alzata la guardia contro il virus, visto il rilassamento che c’è stato in estate, ma non possiamo chiudere, non ce lo possiamo permettere, perché nessuno ci darà un contributo mensile per restare a casa. È sufficiente mantenere i controlli: purtroppo invece abbiamo visto che ai seggi elettorali non veniva nemmeno misurata la temperatura. Sono deluso più dallo Stato che da De Luca, visto che norme elementari non sono state applicate né fatte rispettare. E se dopo due settimane dalle elezioni ci sarà un aumento dei contagi, non sarà certo colpa dei cittadini, ma dello Stato che ha gestito male alcune circostanze come le elezioni stesse».

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