POLITICAPRIMO PIANO

Perchè Pascale è sempre più solo

Le parole di Pietro Monti hanno scavato un solco incolmabile con un altro esponente di un’amministrazione che perde i pezzi. E anche chi resta vicino al sindaco di Lacco Ameno è stufo del suo modus agendi. E la reazione furibonda è indice di un equilibrio ormai sempre più precario e vi spieghiamo i motivi

Forse all’ombra del Fungo il peggio deve ancora venire. E questo si augurano i detrattori di Giacomo Pascale. O forse il peggio è già alle spalle, nel senso che magari adesso il sindaco di Lacco Ameno deve fare i conti con una maggioranza risicata (sette contro sei che non è mai il massimo della vita, se sposti una pedina ti ritrovi a gambe all’aria, politicamente parlando s’intende) ma che laddove fosse granitica e blindata potrebbe consentirgli di tirare avanti sia pure con qualche patema d’animo. E con qualche consigliere che, inevitabilmente (il diavolo tentatore è insito nell’essere umano) potrebbe iniziare a tirare Giacomino per la cravatta alzando il prezzo della propria “devozione” alla causa. Insomma, un bel casino dopo che Giacinto Calise ha lasciato intendere – pur senza esporsi pubblicamente – di aver chiuso i conti con l’attuale amministrazione e Pietro Monti nell’intervista rilasciata al nostro giornale ha siglato un “atto di abbandono” che veramente più chiaro non poteva essere. Arrivando, tra l’altro, anche a dirsi pronto a sfiduciare il primo cittadino stufo del fatto che lo stesso pensi solo a spararsi la posa tra selfie, frasi e post sui social e foto con celebrità della politica al di là del mare. Ma qual è davvero la situazione che si respira a Lacco Ameno?

Partiamo da un presupposto. Se anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale Pascale ha lasciato intendere di non voler chiudere la porta a Giacinto Calise confidando che lo stesso rimanga interno alla maggioranza (ma si tratta di frasi di circostanza, visto che è noto agli addetti ai lavori che negli ultimi tempi il pediatra è stato più volte ignorato e mandato a “comprare il pepe” dal primo cittadino), l’atteggiamento tenuto nei confronti di Pietro Monti all’indomani delle sue esternazioni pubbliche è stato di tenore ben diverso. Voci di dentro, infatti, raccontano di un’iniziativa clamorosa e forse davvero avventata di Giacomo Pascale (in politica l’arma della mediazione si lascia sempre preferire, soprattutto se qualcuno ti sta voltando le spalle): pare che Pietro Monti sia stato cancellato d’imperio dalla chat whatsapp dei consiglieri di maggioranza e che il “Barone” abbia dato precise disposizioni al gruppo di non coinvolgerlo né renderlo partecipe in alcuna delle attività che afferiscono con la vita amministrativa. Un segnale chiaro di una frattura insanabile: se Pietro non vuole avere più a che fare con Giacomo, quest’ultimo replica con la stessa moneta. Capire a chi gioverà questo braccio di ferro, evidentemente, potrà dirlo soltanto il tempo. Che non sempre, al netto dei luoghi comuni, si rivela galantuomo.

Le parole di Pietro Monti hanno scatenato la reazione rabbiosa del “Barone”: il consigliere comunale cancellato dalla chat di maggioranza, il sindaco ha imposto ai suoi di non coinvolgerlo in alcuna attività inerente la vita amministrativa

Intanto però all’interno del gruppo dei sette i malumori crescono. In molti, pur rimanendo vicini all’attuale sindaco, sono in ogni caso scontenti e delusi di come va avanti l’attività di governo del paese. Il malessere di alcuni è ben celato (oddio, nemmeno troppo) ma è chiaro che l’accusa “madre” che viene rivolta a Giacomo Pascale è quella di essere diventato eccessivamente individualista. L’attenzione rivolta ai grillini, la volontà di stringere accordi in terraferma a caccia di una candidatura alla Città Metropolitana che poi non è arrivata, quel continuo ricorso ai social per darsi un’immagine che però di fatto non serve ad avere riscontri sul territorio. Lacco Ameno è un piccolo paese e se alla fine non risolvi i problemi non è certo un selfie o un post in più che ti aiuta a nascondere le magagne di un’amministrazione praticamente “ingessata” e piegata alle bizze del suo padre padrone. Ecco, è proprio di questo che consiglieri e assessori sono stanchi e vorrebbero che Giacomino lasciasse il mondo virtuale per fare finalmente ritorno in quello reale. Ma, a dire il vero, si tratta di una speranza alla quale nessuno comincia a credere più di tanto. E poi ci sono atteggiamenti a dir poco incomprensibili: il progetto realizzato in partnership con il Comune di Pollenatrocchia è figlio di una strategia che vede Pascale sempre più guardare al di là del mare ignorando rapporti con le altre amministrazioni isolane. Non è un caso che stia diventando sempre più un pesce fuor d’acqua e che lo stesso sindaco di Forio, Francesco Del Deo, cominci a guardare al suo modus agendi con sempre maggiore scetticismo.

La minoranza per adesso è “silente” ma probabilmente lavora sotto traccia per insinuarsi nelle crepe che si sono generate. Intanto però anche chi è rimasto fedele a Giacomo è stufo dei suoi atteggiamenti personalistici e improntati alla forma piuttosto che alla sostanza

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Nel frattempo ci si chiede che fine abbia fatto e come stia osservando l’evoluzione degli eventi la componente di minoranza, guidata dal senatore Domenico De Siano. Difficile pensare che con i dissidenti non ci sia stato un primo ammiccamento (in particolare con Giacinto Calise), anche se per adesso prevale la linea del silenzio e si lavora sottotraccia. E questo, se vogliamo, non è un buon segnale perché in politica la storia insegna che quando le maggioranze sono appese a un filo e dall’altra parte della barricata il mare sembra calmo, in realtà da un momento all’altro potrebbe scatenarsi uno “tsunami”. Non è detto che ciò accada, ma una cosa è certa e questo lo hanno intuito anche gli uomini e le donne più vicini a Giacomo Pascale. Se due anni fa al grido di “Libertà, libertà”, l’attuale sindaco veniva visto come il Messia in grado di liberare Lacco Ameno dal “tiranno”, l’impressione è che questa favola sia già finita e che questo credito non sarà possibile giocarselo due volte. Stavolta, insomma, non basterà il sentimento “anti” a trascinare il Barone. Il re è nudo, piaccia o meno.

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