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Piazza degli Eroi, l’ultimo “schiaffo” arriva dal Tar

ISCHIA – L’ultima buccia di banana sulla quale sono scivolati Giosi e la sua amministrazione. Ed a farla rilevare, tanto per cambiare, è stato ancora una volta quella che è la vera spina nel fianco dell’attuale classe di governo del Comune di Ischia, il consigliere di minoranza Carmine Bernardo. Nel mirino stavolta finisce la vicenda relativa ai lavori di Piazza degli Eroi che causò anche un forte contrasto proprio tra l’attuale primo cittadino ed il vice Enzo Ferrandino, e che secondo alcuni l’ingegnere si sarebbe legato al dito non avendo gradito l’insubordinazione del suo “secondo”. Bernardo ha indirizzato una interrogazione allo stesso Giosi Ferrandino ma anche al prefetto di Napoli Gerarda Pantalone ed al segretario comunale Giovanni Amodio. L’oggetto sono proprio i lavori di riqualificazione urbana di Piazza degli Eroi ed aree limitrofe.

Nella premessa l’esponente politico ricorda che “con determinazione 122 dell’UTC del 4 febbraio 2015 è stata indetta gara di appalto per l’affidamento dei lavori in oggetto; a seguito del ritardo nella pubblicazione del Bando sulla GURI (Gazzetta Ufficiale Repubblica Italiana, ndr) , avvenuta solo il 17 luglio 2015, rispetto a quella sul sito Web dell’Ente risalente all’8 aprile del 2015, il termine per la presentazione delle offerte è stato differito al 31 Agosto 2015, situazione a cui si vanno aggiunti lunghi tempi di svolgimento della selezione; nel bando di gara è stato specificato che la durata dei lavori è pari a 180 giorni”.

Poi si passa all’excursus dei fatti incriminati e qui Carmine Bernardo rammenta ai destinatari dell’interrogazione che “la convenzione sottoscritta il 13 marzo 2015 tra il Comune e la Regione Campania prevedeva che erano ammesse a finanziamento solo le spese effettuate dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015; è evidente che i tempi per concludere i lavori entro la suddetta data non potevano essere rispettati, per cui si è dato inizio ad una procedura di appalto che già ab origine si sapeva che non poteva concludersi e che la Regione avrebbe revocato il finanziamento”. Un ragionamento, quello del consigliere, che poi trova conferma nel passaggio successivo quando lo stesso scrive che “infatti, il termine di scadenza del 31 dicembre 2015 non veniva rispettato, essendosi pervenuti entro la sua scadenza solo all’individuazione dell’aggiudicatario provvisorio, per cui il Comune con determina dirigenziale n. 89 del 7 marzo 2016 ha annullato la gara di appalto perché la Regione aveva revocato il Finanziamento dell’opera”. Le conseguenze di queste disattenzioni amministrative sono state inevitabili ed abbastanza scontate al punto che il Consorzio  stabile Egeco scarl, che si è visto annullare l’aggiudicazione dell’appalto, ha fatto ricorso al TAR Campania chiedendo il risarcimento danni per il mancato affidamento dello stesso.

A questo punto Carmine Bernardo scrive che “per la colpevole condotta assunta dalla stazione appaltante nel corso della gestione del procedimento di gara, risoltosi in un inutile coinvolgimento della società, che invece era titolare di una legittima aspettativa di stipulare un contratto di appalto,  il TAR, con sentenza N.4300  del 14/09/2016, ha condannato il Comune a risarcire alla ditta, per il fatto colpevole della Stazione appaltante, il danno stimato pari al 3% della base d’asta (circa cinquantamila euro)”. Una somma, questa, che dovrà essere pagata dall’ente locale e che dunque di fatto cadrà sulle tasche dell’intera collettività. Ed è per questo motivo che nella sua interrogazione Bernardo scrive a chiare lettere di ritenere che “sia necessario individuare i soggetti colpevoli di aver prodotto tale danno per le procedure avviate, pur essendo chiaro fin dall’inizio che il procedimento per l’affidamento dell’Appalto non poteva concludersi nei termini indicati nella convenzione sottoscritta tra il Comune e la Regione” e di conseguenza conclude come da prassi:  “Tutto ciò considerato interroga il Sindaco ing. Giuseppe Ferrandino chiedendo di conoscere: quali iniziative intende adottare, a proposito di quanto evidenziato sopra, e soprattutto quali iniziative intende adottare  per imputare il danno ai responsabili in modo da evitare che, ancora una volta, il danno da risarcire alla società aggiudicatrice, per oltre € 50.000,00, venga pagato dai cittadini con le esosissime tasse imposte. Si invita e diffida il destinatario della presente ad adottare gli atti del proprio ufficio nel termine di 30 giorni dalla ricezione della presente e/o a comunicare allo scrivente i motivi del diniego o del ritardo con avvertenza che trascorso inutilmente il detto termine di gg 30 verrà presentata denuncia per il reato previsto e punito dall’art. 328 cp cpc II comma”.

 

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