CRONACAPRIMO PIANO

Picchia la madre in un bar e finisce in carcere

I carabinieri hanno arrestato la 26enne Angela Sposato che lunedì sera aveva aggredito e picchiato selvaggiamente la madre in un esercizio commerciale di via Iasolino. Dopo il processo per direttissima è stata associata presso la casa di circondariale di Pozzuoli. I precedenti e il caso dello stalking all’ex fidanzato

Un episodio che purtroppo annovera dei precedenti e che manifesta in maniera evidente il dolore patito (sotto ogni punto di vista) da un genitore che si ritrova ad essere vittima della violenza di un figlio. Un nuovo fatto di cronaca ha visto protagonista l’ischitana Angela Sposato. I fatti sono accaduti nella serata di lunedì quando i carabinieri della Compagnia di Ischia – guidati dal capitano Tiziano Laganà – sono dovuti intervenire a causa di una violenta aggressione che si era consumata in un bar di via Iasolino con vittima una donna 50enne, pesantemente malmenata. Un gesto folle che naturalmente non poteva passare inosservato con alcuni testimoni che hanno chiesto celermente l’intervento delle forze dell’ordine che si sono precipitate sul luogo dell’accaduto unitamente ai sanitari del 118. Gli accertamenti compiuti dai militari dell’Arma hanno permesso di lì a poco di ricostruire la vicenda in ogni suo dettaglio. La vittima, purtroppo, vive da tempo una situazione familiare difficile e complessa: più volte era stata maltratta e aggredita dalla propria figlia, 26enne, tanto da essere anche costretta a sporgere denuncia per porre fine a quello che era diventato ormai un pericolo costante.

L’autorità giudiziaria era anche intervenuta sul caso emettendo una serie di provvedimenti che però non sono bastati ad indurre la Sposato a porre un freno alla sua escalation di violenza. In primo luogo la misura del divieto di avvicinamento alla parte offesa a metà novembre, poi addirittura il 1 gennaio anche la misura cautelare degli arresti domiciliari quale aggravamento della misura precedente. Una decisione, quest’ultima, maturata dal giudice proprio con l’intento che la giovane potesse entrare nuovamente a contatto con la madre, ma che pure si è rivelata inutile. Nemmeno la misura coercitiva infatti ha messo in condizione Angela Sposato di arrendersi, al punto che nella serata di lunedì come detto si è consumata l’ennesima aggressione. Il personale guidato dal capitano Laganà l’ha trovata nella sua abitazione, quella stessa casa dove stava scontando la pena e nella quale aveva fatto ritorno dopo aver consumato l’ennesimo brutale gesto di violenza contro la mamma. Nei suoi confronti è scattato l’arresto mentre la 50enne è stata condotta presso l’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno: qui i sanitari l’hanno giudicata guaribile in dieci giorni a causa della raffica di calci e pugni subiti. Il sostituto procuratore di turno, informato dell’accaduto, ha disposto la celebrazione del processo per direttissima che è stato celebrato ieri mattina presso il Tribunale di Napoli alla presenza dell’imputata e del suo difensore di fiducia Giuseppe Musella. Il giudice ha convalidato l’arresto dei carabinieri disponendo gli arresti domiciliari a carico della Sposato prima che però arrivasse un ulteriore e tutt’altro che gradito (ovviamente per l’interessata) sviluppo nel pomeriggio. Nel processo infatti il giudice monocratico si era pronunciato soltanto relativamente al reato di evasione demandando al magistrato competente la decisione relativa ai maltrattamenti in famiglia, per il quale è stata emessa la misura della custodia cautelare in carcere. Per questo, la Sposato è stata prelevata e tradotta presso la casa circondariale puteolana.

Come detto sono diversi gli episodi che in tempi e circostanze diverse hanno visto protagonista la 26enne isolana. Che nel 2017, tanto per dirne una, fu processata con rito abbreviato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia dopo che era stata anche rinchiusa nel carcere femminile di Pozzuoli. Nello specifico la ragazza, allora 20enne, era accusata di molteplici atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzato, non essendosi mai rassegnata alla fine della storia sentimentale. Quest’ultimo si era già rivolto al Commissariato di Polizia per segnalare i comportamenti persecutori della sua ormai ex compagna ma purtroppo il trascorrere del tempo non aveva fatto altro che trasformare la fine della loro storia in un’ossessione che aveva indotto la Sposato a presentarsi quasi quotidianamente  sul posto di lavoro dell’ex fidanzato dove lo insultava ed aggrediva fisicamente. La ragazza aveva poi preso di mira anche l’abitazione del ragazzo, dove era riuscita persino ad introdursi abusivamente in almeno due occasioni,  arrivando, addirittura, in segno di totale spregio, ad urinare davanti alla porta d’ingresso, come documentato dagli uomini della Polizia. Questi ultimi a fine luglio intervennero nei pressi di un noto locale ischitano, dove riuscirono a interrompere, in flagranza di reato, un’ennesima aggressione nei confronti dell’ex fidanzato. Il magistrato di turno dispose l’arresto e la restrizione ai domiciliari, poi tramutatasi in obbligo di dimora. In seguito a un ulteriore episodio, accaduto poco prima di ferragosto, la ragazza fu sottoposta con il suo consenso anche all’applicazione del braccialetto elettronico. A ottobre, infine, poco dopo essere stata sottoposta nuovamente ai domiciliari, la ventenne fu arrestata con l’accusa di aver dapprima picchiato la madre e poi aggredito uno dei poliziotti giunti sul posto. Un episodio che indusse il giudice per le indagini preliminari, che già stava esaminando le precedenti accuse, a disporre la custodia cautelare nel carcere di Pozzuoli, dove la ragazza fu condotta il 12 ottobre e rimase fino alla celebrazione del predetto processo. Lunedì sera, purtroppo, ha dimostrato che il lupo perde il pelo ma non il vizio.

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