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Pilato resta ai domiciliari, il gip: «Gli era vietato, ha usato il telefono»

Il primo round va all’accusa, nell’attesa che adesso a pronunciarsi siano i giudici del Tribunale del Riesame, cui l’avvocato Antonio De Girolamo aveva già presentato la rituale istanza di remissione in libertà. Il giudice per le indagini preliminari ha infatti rigettato la richiesta di revoca di misura cautelare presentata dal legale di Lucio Pilato, tratto in arresto lo scorso 24 marzo dai militari dell’Arma per la ormai nota vicenda dei cellulari acquisiti tramite denunce false e poi rivenduti a ignari clienti. Il 50enne commerciante ischitano, per la cronaca, viene ritenuto responsabile dei reati di truffa, falsità materiale commessa da privato e contraffazione delle impronte  di una pubblica autenticazione o certificazione.

Nel provvedimento si legge che “premesso che a norma dell’art. 299 c.p.p., la revoca della misura cautelare è subordinata al venir meno delle condizioni di applicabilità richieste dall’art. 273 c.p.p. o delle esigenze cautelari potendo, d’altra parte, sostituirsi la misura in atto con altra meno grave o disporsi l’applicazione della stessa con modalità meno afflittive qualora le esigenze cautelari risultino attenuate o la misura non appaia più proporzionata all’entità del fatto o alla sanzione prevedibilmente irrogabile all’imputato, all’esito del giudizio in caso di condanna; evidenziato che permane invariato il quadro indiziario posto a fondamento dell’ordinanza applicativa della misura, rafforzato dalla piena confessione dell’indagato”. Un primo passaggio, questo, decisamente significativo per far intendere la linea di indirizzo del giudice che prosegue poi anche successivamente quando lo stesso scrive “che altresì permangono invariate le esigenze di cautela sottese al provvedimento genetico della misura, atteso che il tempo trascorso dalla sottoposizione dell’indagato alla misura in atto – ovvero del tutto esiguo (24 marzo 2017 giorno dell’esecuzione) soprattutto se rapportato alla gravità (ed alla molteplicità) di fatti posti in essere – non consenta di ritenere attenuate né tantomeno cessate le esigenze cautelari poste a fondamento dell’ordinanza applicativa e che non possa ascriversi alcun rilievo, a tal fine, alla richiesta di applicazione della pena formulata nell’interesse dell’indagato, ed alla confessione resa dallo stesso, circostanze su cui si fonda la richiesta”.

Il gip dott.ssa Giovanna Cervo, poi, aggiunge ed evidenzia che “l’irrilevanza delle circostanza dedotte dalla difesa a sostegno dell’istanza è resa ancor più evidente dalla circostanza segnalata nell’informativa della Compagnia dei Carabinieri di Ischia del 29 marzo 2017, laddove è emerso che nel brevissimo lasso temporale di sottoposizione della misura Pilato Lucio, del tutto noncurante delle prescrizioni imposte con il provvedimento restrittivo, intratteneva numerosi contatti telefonici con vari soggetti, manifestando in tal modo una personalità del tutto indifferente rispetto alle imposizioni dell’autorità giudiziaria e che lascia dunque ritenere inalterato il pericolo di reiterazione di reati”. Insomma, come si nota emerge anche un particolare decisamente inquietante, quello cioè del fatto che l’indagato avrebbe violato i dettami imposti dal regime di custodia cautelare, sia pure agli arresti domiciliari: una condotta negativa che certo non gli ha giovato nella valutazione del giudice e che ad onor del vero avrebbe potuto avere anche conseguenze più pesanti per Lucio Pilato. Una leggerezza davvero clamorosa ed inspiegabile. Nel medesimo provvedimento il giudice sottolinea “per i medesimi motivi di dover rigettare la richiesta di revoca delle prescrizioni imposte con ordinanza applicativa della misura, rilevato tuttavia di poter autorizzare Pilato Arcangelo, uno dei fratelli del Pilato, ad avere accesso all’abitazione, sita nel medesimo stabile dove abita, trattandosi di soggetto non coinvolto nei fatti di reato, emergendo dallo stato di famiglia prodotto in atti che il Pilato vive da solo nel domicilio coatto”.  Fin troppo scontate le conclusioni del gip che per i motivi appena indicati rigetta l’istanza di revoca della misura cautelare a carico di Lucio Pilato e fa altrettanto con le prescrizioni imposte con la misura in atto. Inoltre autorizza Arcangelo Pilato ad accedere al domicilio coatto.

Gaetano Ferrandino

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