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Porto di Lacco, attesa per l’ultima parola del Tar

Ieri l’udienza di merito per il ricorso che oppone la Marina di Capitello al Comune: in ballo il controllo dell’approdo turistico per l’imminente stagione

Si è svolta ieri la lunga udienza di merito davanti al Tar sulla controversia tra il Comune di Lacco Ameno e la società Marina di Capitello Scarl per il controllo del porto turistico del paese del Fungo. Il verdetto stabilirà se l’ente di Piazza Santa Restituta tornerà in possesso della struttura, o se essa rimarrà nelle mani dell’attuale gestore, e per quanti mesi ancora. Difficile, se non impossibile, sintetizzare le innumerevoli tappe della questione, che fra l’altro si sta svolgendo tra tribunali amministrativi, ordinari e persino collegi arbitrali. L’udienza di ieri fa seguito al provvedimento che lo scorso settembre lo stesso Tar aveva emesso, accogliendo l’istanza della società, che da sei anni gestisce l’infrastruttura portuale: l’ordinanza cautelare di fine estate aveva infatti congelato la situazione di fatto, rinviando all’udienza di ieri la trattazione del merito della controversia.

Difficile fare pronostici sull’esito: siamo ormai alle porte della nuova stagione turistica, ma lo stato di emergenza provocato dalla pandemia non è stato rinnovato. Dunque non è semplice delineare i possibili scenari. Il Tar potrebbe decretare la definitiva conclusione del periodo di gestione del concessionario, ma potrebbe esserci anche una nuova proroga trimestrale, al termine della quale il Comune potrebbe rientrare in possesso del porto. Sarà necessario attendere alcuni giorni, se non settimane, per la decisione e le relative motivazioni.

Come è noto, la quinquennale concessione rilasciata mediante project financing era scaduta lo scorso 9 giugno, ma a colpi di ricorsi e provvedimenti sospensivi la società era riuscita a farsi riconoscere il diritto, in virtù delle norme di emergenza post-covid, a mantenere il controllo del porto fino allo scorso 30 ottobre, di fatto garantendosi il controllo dell’approdo per l’intera stagione 2021.

A settembre il Tar accolse in via cautelare l’istanza del concessionario: il Comune impugnò l’ordinanza, ma il Consiglio di Stato lasciò impregiudicata la questione, lasciando che fosse il tribunale amministrativo a sbrogliare la matassa

A settembre, la Marina di Capitello aveva agito contro la diffida del responsabile del III Settore Lavori Pubblici del Comune di Lacco Ameno del 1° giugno 2021, con la quale era stato ordinato alla società ricorrente di lasciare liberi a favore del Comune di Lacco Ameno le aree e gli specchi acquei oggetto dell’affidamento ex art. 45 bis Cod. Nav., ma anche contro la Delibera del Consiglio Comunale di Lacco Ameno Terme n. 16 del 20 maggio scorso, non pubblicata sull’Albo Pretorio, avente ad oggetto: “Approdo Turistico di Lacco Ameno – Indirizzi per la gestione Turistica 2021”, della relazione ai sensi dell’art. 34 L. 221/2012 sottoscritta dal Responsabile del III Settore, della “stima dei fabbisogni per i servizi accessori connessi alla gestione del Porto Turistico di Lacco Ameno del 12 maggio 2021 a firma del Responsabile del II Settore dell’Ente, e della richiesta di stima dei costi per l’esercizio dell’attività di ormeggio a firma del Responsabile del II Settore del 12.05.2021.

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Il ricorso contestava anche il provvedimento con cui il Comune aveva previsto l’affidamento diretto dei servizi qualificati come strumentali ed accessori tramite trattativa privata Mepa, e della deliberazione della Giunta n. 47 del 18 maggio 2021 di approvazione delle tariffe portuali, e puntava all’accertamento del diritto della società ricorrente a beneficiare della proroga prevista dall’art. 103, c. 3 D.L. 16/2020 conv. in L 27/20, il cosiddetto decreto “Cura Italia”.

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Per quanto riguarda i motivi aggiunti depositati il 13 luglio, la “Marina di Capitello” contestava la nota del 29 giugno con la quale il Comune di Lacco Ameno, appena un giorno prima della Camera di Consiglio del 30 giugno, aveva rinnovato l’ordine di sgombero delle aree demaniali sulla scorta di “un ulteriore ed assorbente profilo ostativo ad una proroga in ragione della intervenuta decadenza per inadempimento della concessione della società Marina del Capitello s.c.a.r.l”, e tutti gli atti impugnati con il ricorso introduttivo appena illustrati.

Il Comune aveva impugnato il provvedimento cautelare, ma il Consiglio di Stato a gennaio aveva di fatto lasciato impregiudicata l’intricata questione, lasciando che fosse il Tar a sbrogliare la matassa.

Sull’altro fronte, al Comune di Lacco Ameno non è bastato attendere la scadenza naturale della concessione per tornare in possesso di un’infrastruttura strategica e remunerativa per le casse dell’ente, la cui gestione pubblica era tra gli obiettivi principale dell’amministrazione Pascale. Come si ricorderà, la controversia fu originata dal mancato versamento del canone annuo dovuto dalla società sin dalla stagione 2019, che portò il Commissario prefettizio a disporre la risoluzione del contratto per inadempimento, mentre la Marina di Capitello dal canto suo riteneva di non dover pagare in quanto il Comune non aveva messo a disposizione tutti gli specchi acquei previsti nell’accordo e anzi di avere realizzato a proprie spese una serie di opere, al punto da pretendere un risarcimento a proprio favore, e addirittura una proroga pluriennale per rientrare nelle spese sostenute. Una controversia che si è dipanata negli ultimi due anni a colpi di diffide, ricorsi, impugnazioni.

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