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Processo Cpl Concordia, il “rebus” Lancia

ISCHIA

. Nuova udienza oggi, presso il Tribunale di Napoli, del processo sulle presunte tangenti per la metanizzazione dell’isola d’Ischia. Lo scorso 14 febbraio, come si ricorderà, al banco dei testimoni era stato chiamato Giulio Lancia, dirigente della Cpl Concordia e responsabile dell’area tecnica della società per Campania e Abruzzo, oltre che capocommessa sul progetto-Ischia. La testimonianza fu rinviata a oggi dal Presidente Pellecchia a causa di un cambiamento di status del teste, voluto dal pubblico ministero, che pure aveva citato il Lancia come testimone assistito ai sensi dell’articolo  210 del codice di procedura penale, in quanto coinvolto in un procedimento connesso, quello riguardante la metanizzazione nell’agro aversano, in cui Lancia risulta accusato insieme a Casari (presidente della Cpl) di concorso esterno in associazione camorristica. Il pubblico ministero aveva tuttavia affermato di considerare Giulio Lancia non più come teste assistito, bensì come “teste puro” e quindi di volerlo interrogare in questa veste. I difensori del sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino e dell’architetto Arcamone  avevano confermato la piena collaborazione con l’accusa, pur non riuscendo a nascondere una certa perplessità per l’insolita richiesta dell’accusa. La condizione di imputato in un processo connesso impediva formalmente al Tribunale di far deporre un teste col pericolo che egli rendesse dichiarazioni potenzialmente in grado di metterlo in una condizione “peggiorativa”. Ecco dunque la ragione del rinvio all’udienza odierna, in cui si dovrà chiarezza sulla posizione di Lancia, che deve essere garantito nell’atto di rendere la sua deposizione. Il presidente del collegio esaminerà la documentazione e le relative argomentazioni a supporto dell’ipotesi di ascoltare Giulio Lancia come testimone “puro”. Il difensore del dirigente, l’avvocato Carmine Gatto, aveva “aiutato” il p.m., consegnandole una copia del decreto di rinvio a giudizio del suo assistito nel processo “casertano”.  La circostanza è emblematica di un procedimento estremamente frammentato, diviso in più rami a seconda della zona teatro delle operazioni di metanizzazione. Com’è noto, un altro troncone del processo è quello emiliano, dove è al vaglio anche la posizione del fratello del sindaco di Ischia, l’avvocato Massimo Ferrandino. Tornando all’udienza di oggi, se la questione riguardante lo status del teste si risolverà considerandolo come testimone assistito, è concreta la possibilità che la testimonianza non si svolga, perché già due settimane fa Lancia aveva fatto sapere di essere pronto ad avvalersi della facoltà di non rispondere. Difficilmente invece potrebbe essere riconosciuto come “teste puro”, nel qual caso l’accusa con ogni probabilità si focalizzerà sulle evidenze d’indagine che farebbero emergere le pressioni di Lancia per ottenere l’adesione al progetto di metanizzazione anche di Lacco Ameno e Casamicciola, necessaria per l’assegnazione dei finanziamenti;  sul fronte foriano, nonostante la buona disposizione di Del Deo verso un reinserimento di Forio nel progetto, tale premura si scontrò con il suggerimento dei tecnici del comune del Torrione, Raia e De Girolamo, che sconsigliarono al sindaco la strada del project financing proposta dalla Cpl a favore di un normale bando di gara, cosa che comportava un notevole allungamenti dei tempi. Con grande disappunto della Cooperativa.  In una conversazione del 15 dicembre 2013 tra Lancia e Verrini, il primo diceva: «Adesso c’è la questione di Lacco Ameno e Casamicciola, per i quali occorre “spingere”», dimostrando molta “premura” nel voler chiudere gli accordi.

 

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