LE OPINIONI

IL COMMENTO Regione e comuni case di vetro (appannate)

Per motivi diversi, la Regione Campania e il Comune d’Ischia decidono di oscurare i vetri della trasparenza amministrativa. La Regione lo fa addirittura per legge, con la scusa della semplificazione amministrativa. Paradossale che per “semplificare” si decida di abolire l’obbligo di rispettare un limite temporale entro il quale pubblicare gli atti prodotti.

Ricordiamo ai lettori che la tempestività della pubblicazione serve a consentire a cittadini, direttamente interessati o anche non direttamente interessati, di opporsi a provvedimenti ritenuti lesivi di interessi legittimi di natura collettiva o anche di singoli cittadini. Il ritardo può spiazzare e rendere vano qualunque ricorso. Ma ricostruiamo quello che è accaduto alla Regione Campania: ogni anno viene deliberato un provvedimento di “Riordino normativo ed abrogazione espressa di leggi tacitamente abrogate o prive di efficacia”. Tale consuetudine ha ragion d’essere, quando una norma non risponde più alla sintonia, al feeling tra cittadini e legislazione regionale; quando – nel corso del tempo – la cittadinanza avverte la desuetudine e l’obsolescenza di una norma o quando la norma perde via via la forza cogente e la sua efficacia. Ma nel caso in questione, l’abolizione dell’art.5 del D.L. 14/3/2013 n.33 (Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni) non è giustificata né dalla desuetudine né dall’obsolescenza né – tanto meno – dallo scollamento tra norma e sentire popolare. Anzi, i cittadini chiedono sempre più chiarezza ed immediatezza d’informazione. Allora, perché la Regione decide, con l’art. 15 del Decreto sulla semplificazione amministrativa 2019, di abolire il termine temporale di 5 giorni dal provvedimento assunto, per la pubblicazione degli atti?

La consigliera regionale di opposizione, Maria Grazia Di Scala, che ha giustamente sollevato il caso, ipotizza che il governo regionale abbia adottato questa cancellazione del termine per incapacità burocratica di assolvere all’obbligo. Mi permetto di osservare che tale ipotesi avrebbe il torto di traslare la responsabilità sull’apparato burocratico della Regione, sollevando in parte i responsabili politici. Mi permetto invece di sostenere che il provvedimento è “ politicamente” riprovevole e che è “voluto” per mascherare quella che è una vera e propria retromarcia sulla trasparenza amministrativa. Il personaggio De Luca è noto: prontissimo alle roboanti e scoppiettanti battute contro oppositori e avversari politici, versato più sul fronte dell’autocrazia che della democrazia. A questo governo regionale non interessa la trasparenza amministrativa e non interessa la partecipazione attiva dei cittadini. Però, la denuncia pubblica di Maria Grazia Di Scala dimostra una cosa importante, che quando c’è volontà ed impegno, l’opposizione ha un ruolo. Troppo comodo ritenere che i consiglieri (comunali, metropolitani, regionali) ormai non contano più niente. Che contano soltanto il Sindaco, il Sindaco dei Sindaci, il Presidente della Regione. E la dimostrazione dei risultati della consigliera Di Scala, oltre alla efficace denunzia sull’abolizione dell’art. 5 della L.R. n.23 del 28/7/2017, denominata “ Casa di vetro”, la si è vista anche ( questa volta con successo) nell’ambito della III Commissione Affari produttivi, con la presentazione di un importante emendamento (approvato,oltre che da Forza Italia, anche dal PD e con l’astensione del M5S) col quale i Comuni terremotati di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, ottengono la procedura semplificata per la definizione delle domande di sanatoria anche per il terzo condono 2003, fissando il termine perentorio del 31/12/2019 per la chiusura delle pratiche.

Tale ottimo risultato- riportato dal Golfo di venerdì con un servizio di Francesca Pagano – lo si ottiene con l’inserimento dell’art. 9 bis col quale le modalità procedimentali di cui all’art. 9, comma 2 vengono estese alle istanze presentate ai sensi e nei termini del famigerato e travagliato art. 25 del Decreto Genova del 28/9/2018. Così si completa una saggia condotta normativa che viene incontro alle esigenze ed aspettative di chi ha subito gravi danni dal terremoto del 2017. E forse . in qualche modo ,si ritrova anche un minimo di coesione tra forze politiche (PD, Forza Italia, M5S) che pure si osteggiarono molto ( troppo) nella fase post-terremoto. Chissà se la stampa nazionale che, all’epoca del Decreto Genova ,gridò allo scandalo, si accorgerà che – a volte – i rappresentanti dell’isola riescono ad imbastire provvedimenti utili alla collettività! Mi si permetta- a proposito della stampa nazionale – una digressione polemica che, spero, non mi porti del tutto fuori tema: i grandi giornali, afflitti da una grave crisi di vendita, sembrano ormai galleggiare tra un giornalismo ciecamente partigiano e un giornalismo di lusinghe patinate verso il potere politico ed economico; tra attacchi pretestuosi e privi di senso critico e allettanti Guide turistico-gastronomiche. Mettetevi d’accordo signori della grande stampa: Ischia è solo un coacervo di abusivismo edilizio o il prototipo di bellezze naturali ed esclusività ricettivo-ristorative? E gli amministratori locali, per favore, siano dignitosamente più coerenti e fermi verso chi ci vuole bene o male secondo le convenienze di vendita o di contributi.

Ma torniamo sul tracciato dell’argomento oggetto di questo servizio: il tradimento della trasparenza degli atti amministrativi. Detto della Regione, dobbiamo dire qualcosa del Comune d’Ischia. Qui la giustificazione dell’assenza o del grave ritardo di pubblicazione degli atti è la carenza di personale. Allora, per trasparenza, si dica pubblicamente che cosa osta all’indizione di pubblici concorsi per completare l’organico. Forio ha avviato il percorso, sia pure tra mille critiche e mille riserve sulla presenza – tra i concorrenti – di troppi familiari ed amici degli amici. Ma l’alterazione dei concorsi va dimostrata ed eventualmente denunciata. La rinuncia ai concorsi è peggio, molto peggio! Faremo un solo esempio di mancata pubblicazione ( tranne che si verifichi tra la redazione e pubblicazione di questo articolo) di un atto che teoricamente potrebbe essere un fatto positivo e perfettamente in regola ma che, nella totale opacità, desta sospetti. Stiamo parlando della concessione dell’area esterna della Torre di Michelangelo, la sera del 31 luglio, per una manifestazione destinata ai giovani, “Torre experience”, a pagamento. Perché non è stata pubblicata la delibera di concessione dell’area, con la descrizione dei dettagli dell’evento? Eppure c’erano aspetti importanti da valutare e sottoporre al giudizio critico della cittadinanza, Va bene o non va bene la scelta di concedere l’area, di grande interesse culturale, per eventi che muovono centinaia di giovani, tra musica, vintage market, vinyl market, arte, banchi gastronomici? Chi lo ha promosso? Un’associazione culturale non nota ai più , dentro cui ci sono ristoratori ed altri operatori economici? Erano a posto con tutti i requisiti regolamentari e di sicurezza? Quanti ingressi sono stati consentiti, 200, 500, 1000? Perché la delibera relativa aI Love Ischia, Premio organizzato da Franco Cavallaro, viene pubblicata per tempo e Torre Experience no? Ripeto, in assenza di qualsiasi comunicazione da parte del Comune, possono nascere dubbi e sospetti, magari infondati. Alla fine i giovani hanno bisogno di occasioni d’incontro e svago e meglio se avvengono all’aperto e in uno scenario da favola. Basta, però, che tutti sappiano tutto e in maniera preventiva. Non ci accontentiamo più delle spiegazioni a posteriori! Ma l’opposizione, di grazia, dov’è?

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