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Quegli “strani” rifiuti ai giardini del Capitello

Durante la giornata di ieri chiunque avesse passeggiato nei paraggi di Piazza Girardi, al cosiddetto “Capitello” di Lacco Ameno, avrebbe sicuramente notato un particolare. Nell’aiuola adiacente l’albergo Villa Svizzera, sul lato di via IV novembre, l’armonia del giardinetto abitualmente molto curato era pesantemente rovinata dalla presenza di tre grossi sacchi di colore bianco, adagiati proprio sull’erbetta, tra una palma e un lampione, nei pressi del marciapiede. Diversi passanti hanno notato la cosa, fino a inviarci una esplicita segnalazione.   Non era possibile verificare il contenuto dei sacchi in questione, che tra l’altro erano “recintati” da una fettuccina di nastro biancorosso, di quelle che si usano per interdire l’accesso ad aree sottoposte a lavori o a sequestro. Tuttavia, a ben guardare, sui sacchi c’era un foglio con alcune indicazioni. La prima diceva: “Denominazione del rifiuto: terre e rocce”. Si potrebbe dunque trattare di materiale di risulta creato da qualche lavoro in corso e poggiato (temporaneamente, si spera) sull’aiuola in questione. Di seguito, c’era indicato anche il nome del “produttore” dei rifiuti: la Golder Associates srl di Torino. Si tratta di un gruppo internazionale di società di consulenza, operante soprattutto nel nord Italia ma anche nel resto dell’Unione Europea e Medio Oriente, specializzata in servizi di consulenza e progettazione nell’area dell’ingegneria ambientale e geotecnica, che si occupa di acque, rifiuti, suolo e bonifiche. Inutile telefonare alla sede torinese per chiedere chiarimenti: l’8 dicembre è giorno festivo. Sul foglietto legato alle fettuccine c’era anche scritto che i rifiuti in questione sono stati prodotti il 14 novembre scorso. Indicato anche il sito di produzione, ma con una sigla: Pvf 6517, che pare indichi l’area dove sorge la vicina stazione di servizio e rifornimento di carburante. Le ultime righe erano forse le più adatte a rivelare la natura del contenuto. C’era infatti scritto “Codice Cer Presunto: 17 05 04”, e infine “In attesa di risultati analitici per attribuzione Codice Cer”. Il codice in questione è quello previsto dal Catalogo Europeo dei Rifiuti (Cer, appunto), e senza l’indicazione dell’asterisco sta a significare che ci troviamo in presenza di rifiuti non pericolosi. Le prime due cifre (17) indicano “rifiuti di costruzioni e demolizioni (compresa la costruzione di strade)”, le altre specificano che si tratta appunto di  “terra e rocce non pericolose”: questo avvalorerebbe l’ipotesi che si tratti di materiale di risulta proveniente da qualche cantiere nei paraggi, forse proprio in corrispondenza della stazione di servizio. La presenza a poca distanza di un grosso serbatoio sembrerebbe definitivamente confermare il tutto, anche se quell’ultimo rigo lascerebbe intendere che la classificazione sia ancora provvisoria. La società Golder, per inciso, è quella che qualche anno fa compilò il Piano di caratterizzazione ambientale per conto dei titolari della stazione di servizio, piano che individua tutte le caratteristiche dell’area, determinando l’eventuale stato di contaminazione del suolo, comprese le acque sotterranee e superficiali, e il possibile rischio sanitario.

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