CRONACA

In otto anni chiuderanno 500 scuole

Tante piccole comunità perderanno le loro scuole oltre alla perdita netta in termini di figure professionali amministrative e tecniche. La Campania è prima nella lista “nera” delle Regioni per accorpamenti di istituti, infatti sono previste 146 fusioni.

I prossimi anni, anche a causa della forte contrazione delle nascite, saranno caratterizzati da cambiamenti e tagli del sistema scolastico nazionale. Il sistema introdotto dall’ultima riforma si prefigge di ottenere: l’armonizzazione delle reti scolastiche a livello regionale con il numero degli studenti nell’arco temporale di dieci anni, favorendo una migliore programmazione pluriennale della rete scolastica; la riduzione progressiva delle reggenze (sino all’eliminazione) attribuite ai Dirigenti Scolastici e della prassi dei DSGA condivisi tra più scuole, con il miglioramento dell’efficienza amministrativa e gestionale; l’attribuzione alle Regioni di un contingente di Istituzioni Scolastiche (ovvero un numero complessivo di dirigenti scolastici e DSGA) che ciascuna Regione potrà organizzare autonomamente senza i parametri legati al numero minino di alunni per Istituto 600/400; questo modello consentirà anche di programmare per ogni triennio il numero di istituzioni scolastiche, con dirigente scolastico e DSGA. Tale circostanza permetterà alle Regioni di procedere a una pianificazione a livello locale adeguata alle esigenze del territorio e all’Amministrazione di programmare un piano di assunzioni sulla base dell’effettivo fabbisogno.

Giuseppe D’Aprile

La riforma tiene conto solo della riduzione delle reggenze fissando un tetto massimo di dirigenze a livello regionale (855 dirigenti circa nel 2024), ma non tiene conto che eliminando le reggenze si chiuderanno molti plessi scolastici e con essi la perdita di numerosi posti di DSGA e personale ATA, nonché di docenti. La Campania è prima nella lista “nera” delle Regioni per accorpamenti di istituti, infatti sono previste 146 fusioni. Il taglio dei collaboratori e personale tecnico-amministrativo è stimabile in 500 unità e si somma alla cancellazione di 292 dirigenti.

“Le riduzioni in atto – sottolinea Giuseppe D’Aprile, segretario nazionale Uil Scuola Rua – sono parte di un pacchetto di misure previste in Finanziaria che andranno a tagliare in otto anni oltre 500 scuole: una perdita netta in termini di figure professionali amministrative e tecniche.

Scegliere di ridurre il numero di scuole piuttosto che ridurre il numero di alunni per classe è una logica non condivisibile e dimostra la poca lungimiranza del Ministero. La scelta di misure congiunturali, invece che strutturali – continua D’Aprile – non risolve le criticità derivanti dalla carenza di organico: a partire dalla sicurezza degli alunni alla gestione degli adempimenti di segreteria (sempre più articolati e complessi che vanno ben oltre i limiti stabiliti nel Contratto di Lavoro) come quella della piattaforma “Passweb” (portale INPS) e dei laboratori (spesso un assistente tecnico è responsabile di più punti informatici), dalla personalizzazione della didattica alla disabilità.

Una logica di contrazione e di risparmi che risponde soltanto a parametri di finanza pubblica mentre le risorse del Pnrr perdono progressivamente i loro obiettivi, compreso quello della digitalizzazione delle scuole. Bisogna completare il percorso avviato in fase pandemica – puntualizza D’Aprile – assegnando ad ogni istituto comprensivo un assistente tecnico di informatica (e non un tecnico su dieci scuole)”.

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