CRONACA

Revocato il divieto di dimora a Rosario Rando

Accolto il ricorso dell’avvocato Antonio De Girolamo: il 48enne era stato arrestato dai Carabinieri dopo l’ispezione e il rinvenimento di alcune dosi di hashish

È stato accolto il ricorso presentato dall’avvocato Antonio De Girolamo per conto di Rosario Rando. La Decima sezione del Tribunale di Napoli in funzione di Riesame ha quindi disapplicato la misura cautelare del divieto di dimora sul territorio della Regione Campania per il 48enne isolano, divieto disposto alcuni giorni fa dal Gip De Lellis all’esito dell’udienza di convalida dell’arresto operato dai Carabinieri con l’accusa di detenzione di stupefacenti. Il giudice aveva ritenuto legittimo e corretto l’operato dei militari dell’Arma, disponendo la scarcerazione in seguito alla dichiarazione dell’indagato, il quale aveva spiegato che tali sostanze erano esclusivamente per uso personale, per poi avvalersi della facoltà di non rispondere.

Dunque l’isolano, dopo la rimessione in libertà, si è visto annullare anche la misura cautelare. Come si ricorderà, l’arresto era giunto al termine di un’operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal capitano Angelo Pio Mitrione, con i militari del Nucleo Operativo Radiomobile coordinati dal luogotenente Sergio De Luca. Un’operazione condotta in maniera decisa che si inscrive nella vigorosa lotta alle piazze di spaccio purtroppo molto fiorenti sull’isola. I militari si erano recati nell’abitazione del 48enne residentein via Fasolara, che del resto è soggetto già ben noto alle forze dell’ordine, e qualche lettore lo ricorderà già coinvolto nella famosa indagine dell’ex ristorante Tana del Coniglio. Per la perquisizione domiciliare i militari si erano dotati di un’unità cinofila, avendo fondato motivo di credere che nella casa del Rando si potessero trovare sostanze stupefacenti. La ricostruzione dei Carabinieri si è rivelata esatta, in quanto l’uomo aveva provato a dileguarsi tramite una finestra al pianterreno, mentre tentava di occultare un borsello contenente lo stupefacente. Nel dettaglio: un pezzo di hashish avvolto in cellophane del peso di 24.50 grammi; un pezzo di hashish cosiddetto afghano del peso di 16 grammi; un pezzo di hashish afghano del peso di 12 grammi; un pezzo di hashish del peso di 2.90 grammi, uno di 0.80 grammi e un altro ancora di 0.40 grammi. Oltre ai 57 grammi di hashish, venivano rinvenuti un coltello a serramanico con manico di colore marrone e lama annerita e intrisa di hashish della lunghezza complessiva di 14.50 centimetri, un coltello a serramanico di colore rosso con lama annerita e intrisa di hashish lungo 15 centimetri e anche due banconote da cinquanta euro.

Grazie all’unità cinofila era stato inoltre recuperato un sacco di colore nero che debitamente ispezionato avrebbe portato a rinvenire quattro piante di marijuana da poco recise alla base, una busta di plastica contenente 126 grammi di infiorescenze essiccate di stupefacente, un’altra busta con 270 foglie essiccate per un peso complessivo di circa 396 grammi complessivi di marijuana. Presente anche l’attrezzatura da “pollice verde”, cioé: una tenda per serra con all’interno ventilatore a corrente di colore bianco, un termometro digitale ed una lampada a luce ultravioletta.

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