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PENSIERI IN LIBERTA’ – Ischia, la normalità e la misura che diventa colma

Di considerazioni, riflessioni e perché no… pensieri in libertà, nell’ultima settimana se ne sono fatte tante. E di svariata natura. C’è chi si limita ad esprimere la sua opinione, chi pretende come al solito che il proprio parere debba costituire vangelo punto e basta, chi parla o agisce soltanto per aizzare tizio o caio contro il suo prossimo, in perfetto ischitan style. L’oggetto del contendere, più o meno, è sempre lo stesso. Le due facce di un’isola: da una parte quella dilaniata dal terremoto e dall’altra quella dove la vita di tutti i giorni continua a scorrere in maniera più o meno normale. La settimana scorsa eravamo stati tra quelli che comprendevano il fatto che la giostra non potesse fermarsi. Viviamo di turismo, e al netto del dolore e del dramma vissuto da tanti concittadini è chiaro che bisogna industriarsi per limitare i danni conseguenza della fuga e della possibile paura dei vacanzieri. Altrimenti il dramma stesso rischierebbe, sia pure a breve e media scadenza, di avere ripercussioni ancora più gravi. E voglio sottolineare una cosa: questo pare essere sfuggito agli immancabili Masaniello di casa nostra, e pure parliamo di un particolare certo pregnante.

Insomma, non è proprio il massimo della vita ma pur mostrando ancora un pizzico di cinismo diciamo che è così che deve andare. Il problema, piuttosto, subentra quando si “scantona”. Perché, passata la fase iniziale di isterismo collettivo, continuare a sentire la solita litania – e cioè che il problema fosse soltanto di una piccola parte di Casamicciola mentre a Ischia e nel resto dell’isola tutto andasse a gonfie vele – alla fine ha fatto sconfinare la litania medesima nell’overdose. Cioè, voglio dire, a un certo punto ci siamo fatti prendere troppo la mano e mentre inizialmente Ischia doveva passare come un’isola nella quale si poteva tranquillamente venire in vacanza, a un certo punto l’abbiamo trasformata addirittura in una succursale di Rio de Janeiro. Il che, onestamente, andava evitato soprattutto per rispetto di chi (e sono tanti) in questo momento certo non se la passa bene. Insomma, a un certo punto non si è stati più capaci a mio avviso di staccare il piede dall’acceleratore e si è finiti inevitabilmente contro il muro, a velocità elevatissima.

Arbore che si ostina a dire al Tg 3 che non è successo niente e Gino Paoli che spiega di trovarsi in un paradiso terrestre e che dunque i giornalisti andrebbero denunciati sono due scivoloni clamorosi. Il secondo, addirittura, sarebbe da prendere a schiaffi: magari, tra una suonata e l’altra, lo accompagniamo al Maio così riesce anche a farsi un’idea della reale situazione esistente in loco. Se a questo aggiungete la sfilata di Sant’Alessandro svolta il giorno dopo dei funerali di Lina e Marilena e qualche serata in discoteca quasi a voler dimostrare che tutto fosse a posto ed esorcizzare il peggio, verrebbe davvero voglia di pensare ad una provocazione bella e buona nei confronti delle comunità di Casamicciola Terme e Lacco Ameno. Una serie di concetti ripetuti fino alla nausea, dunque, hanno fatto superare ogni soglia dell’umana decenza.

Alla faccia della concertazione, alla faccia dell’isola che dovrebbe rappresentare un unicum, la cittadina termale e il Comune del Fungo sono stati abbandonati al loro destino. Che dire, speriamo che quando sarà il momento di decidere sgravi fiscali e benefici di varia natura non si vogliano inserire anche i luoghi dell’isola verde “nemmeno sfiorati dal sisma” e “dove si vive benissimo e ci si gode una meravigliosa vacanza”. Se così non fosse, a quel punto un calcio nei testicoli non glielo toglierebbe nessuno. E ci siamo capiti. La verità finale è che dopo un inizio in cui certi atteggiamenti potevano essere compresi, si è scivolati nel solito e maledetto difetto di casa nostra: l’odiosa e becera logica del “si salvi chi può”. Che alla lunga, però, non porta da nessuna parte.

gaetanoferrandino@gmail.com

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E’ unica la mia Isola. In tutto.

Casamicciola alta piange. E’ distrutta. La sua gente e’ forte solo di una grande dignità  ma vive nell’incertezza, tra le macerie.

A meno di 2 Km tutto e’ intatto. La vita e’ uguale e non vi sono segni della strage. E questa gente, spesso indifferente, e’ troppo lontana da quei soli 2 kilometri…

Io sono di #ischia e per questo cittadino di #casamicciolaterme.

Io amo la mia terra, io amo Ischia: Casamicciola, la Rita, la Sentinella, il Fango…

Maurizio Pinto

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