CRONACAPRIMO PIANO

Rizzoli, i sindacati contro il direttore “fantasma”

Attacco frontale delle OO.SS che si scagliano contro Nunzio Quinto: a loro dire il presidio sanitario “fa acqua da tutte le parti con grave nocumento per l’utenza e il personale sanitario e parasanitario”. In un articolato documento evidenziata una serie di criticità e ci si appella anche i sindaci isolani

Sanità pubblica. L’Ospedale Anna Rizzoli di Ischia allo sbando. Sindacati a gamba tesa sulla gestione degli ambiti ASLNA2 nord di Mario Iervolino. Anche i sindacati, per una volta, hanno fatto un passo in avanti coinvolgendo anche la politica locale. Fin qui assente ingiustificata sullo scempio della nostra sanità. In politica, anche in quella dei sindacati, la forma è anche sostanza e la UILFPL ha cominciato ha dare sostanza alla sua forma, intervenendo sullo stato di un presidio che, rivelano le rappresentanze “fa acqua da tutte le parti con grave nocumento per l’utenza e per il personale sanitario e parasanitario stesso”. Tutti, soprattutto i decisori istituzionali si sono dimenticati del Rizzoli e cosi la UILFPL prova a far tornare la memoria a chi dovrebbe agire ed invece non lo fa. Sulle gravi problematiche di presidio, i vertici del sindacato scrivono ai sindaci dell’isola d’Ischia ed alla direzione sanitaria del P.O. “A. Rizzoli” del dottor Nunzio Quinto del quale però, di fatto chiedono la testa.

Nunzio Quinto

I modi definiscono le persone ma questa volta mi riferisco alle OS tanto per cominciare mi riferisco alla UIL che a differenza di altre sigle si impegna per l’interesse comune e non del singolo, in tutti gli incontri a livello locale ci siamo impegnati per migliorare la qualità della vita lavorativa di tutti i dipendenti mentre gli altri reclamavano eventuali diritti senza nemmeno valutare se avevano fatto il proprio dovere, inoltre siamo sempre stati fruitori di dialogo costruttivo con proposte risolutive al fine di risolvere dispute e problematiche che ormai sono diventate croniche e ricorrenti carenza di personale su tutti i reparti direzione sanitaria purtroppo assente giustificato dal doppio incarico” – sottolineano gli esponenti del GAU UIL ISCHIA Albano Adolfo, Giuseppe lacono, Concetta Ferrandino, Vincenzo Lubrano Lavadera, Ciro Pica e Veronica Zabatta. Il sestetto di sindacalisti ischitani punta il dito individuando il responsabile di questo scempio: il direttore Sanitario del PO Rizzoli, Nunzio Quinto e chiedono “la nomina di un direttore sanitario che sia presente e che dia continuità e risposte alle emergenze che attanagliano le problematiche di tale presidio – ovvero, sottolineano gli estensori della richiesta – personale logoro e stressato per trasferte e turnistica ormai fuori ogni criterio! In questi casi o si ferma l’emorragia o si rischia la debacle e non si sa a chi gioverebbe, ormai siamo tutti esauriti e nemmeno i metodi classici come straordinario progetti etc. etc. non sono risolutivi! – ed infine concludono- Quindi si dovrebbero attuare soluzione prima che la diga ceda sotto il peso di una frana (ndr già vissuta fisicamente dopo terremoto e pregressi cataclismi ormai appartenenti alla routine del nostro vivere quotidiano) quindi a parte confidare in Dio e sperare in interventi per soluzioni definitive o temporaneamente permanenti siamo stanchi di vagare nel deserto nell’attesa dei latitanti che si mettano in opera!In fine chiediamo l’intervento dei sindaci a sostegno della sanità ospedaliera e territoriale e dei cittadini dell’isola e di tutti i turisti che accogliamo in termini assistenziali” . Alla stregua di quanto esposto le sigle sindacali del GAU isola d’Ischia hanno chiesto un incontro urgentissimo. Per questo e per i tanti problemi rappresentati si dicono certi di un sollecito riscontro. Quella presentata sul caso dell’unico ospedale dell’Isola d’Ischia è la cartolina di una sanità allo sbando. Le storie di lavoratori che aspettano dignità e metodo da decenni, di malati costretti in corsia, di servizi da terzo mondo. Sono le cartoline da una sanità malconcia, in cui tutti i suoi attori principali, i decisori istituzionali, appaiono, trasversalmente impegnato a lavorare per aumentare la convenzione esterna, verso una sanità privata. Aggiungiamo che non conviene più ad un medico, lavorare nel pubblico. Ormai questa è la certezza. Ed il grido di dolore dei sanitari ed operatori lacchesi, prova a scoperchiare, ancora una volta il velo dell’omertà. Ischia come la Campania è il fanalino di coda della sanità nazionale.

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