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Salva casa, l’isola si “aggrappa” a Salvini

Il ministro ha annunciato un pacchetto di norme: non si tratterebbe di un condono ma di misure che mirano a regolarizzare piccole difformità o irregolarità strutturali ma non solo. E allora si attendono notizia dalla Capitale…

“Avanti con la norma Salva-Casa”. Così il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato venerdì ad una serie di organi di informazione il “pacchetto di norme per intervenire sulla casa” che il Ministero sta preparando. Ed è ovvio che quando si parla di “salva casa” sull’isola in tanti aguzzano le orecchie: non è un caso che a Ischia ci siano almeno seicento immobili oggetto di sanzione accessoria della demolizione oltre a un’infinità di abitazioni o affini in attesa di concessione edilizia in sanatoria. L’attenzione, inutile girarci intorno, dalle nostre parti è alta e fa niente se non appena il leader leghista è uscito allo scoperto in molti abbiano lanciato l’anatema paventando lo spettro di un nuovo condono edilizio. Il buon Matteo ha spiegato che non si tratta di nulla di tutto questo ed ha anzi voluto precisare che si tratta soltanto di “una serie di misure che mirano a regolarizzare piccole difformità o irregolarità strutturali”. Che detto così, nell’attesa di approfondire la questione con illustri e autorevoli addetti ai lavori, può onestamente significare tutto e niente. Non è un caso che per farsi un’idea non resta che affidarsi ad un comunicato ufficiale emesso dal Ministero che spiega di essere all’opera per redigere un pacchetto di nome per intervenire sulla casa “così come chiesto e auspicato – si specifica – anche dalle amministrazioni locali, dalle associazioni e finanche dagli enti del settore edilizio. Sempre nella nota si lascia intendere che si tratterebbe di una serie di misure finalizzate a legittimare le piccole difformità o le irregolarità strutturali che riguardano, secondo una ricerca effettuata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, quasi l’80 per cento del patrimonio immobiliare italiano e scusate se è poco.
Gli interventi che sarebbero consentiti dalla norma “Salva Casa” pensata da Matteo Salvini, tratterebbero quanto segue: difformità di natura formale, legate alle incertezze interpretative della disciplina vigente; difformità edilizie “interne”, riguardanti singole unità immobiliari, a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche; cambi di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee;
difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della doppia ‘conformità’ che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo. Una misura quest’ultima, che viene ritenuta particolarmente significativa perché avrebbe una ricaduta tutt’altro che irrilevante sugli immobili attualmente non in regola concedendo il rilascio del condono a tante situazioni che in base alle normative vigenti non potrebbero mai accedere alla sanatoria. La ratio – continua il Ministero – è tutelare i piccoli proprietari immobiliari che in molti casi attendono da decenni la regolarizzazione delle loro posizioni e che non riescono, spesso, a ristrutturare o vendere la propria casa. Allo stesso tempo, l’obiettivo è quello di deflazionare il lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi dalle richieste di sanatorie. Alla luce della semplificazione e dell’efficienza amministrativa si è previsto anche di intervenire sulle procedure amministrative per garantire ai cittadini risposte certe in tempi certi.

Non si tratta di una novità ma dello strumento normativo per sanare le irregolarità architettoniche, edilizie e urbanistiche che il Ministro Salvini prometteva a settembre 2023. Anche allora si parlò di condono edilizio. Le linee di indirizzo su cui gli uffici si sono mossi, a seguito anche delle proposte raccolte nelle precedenti riunioni sul tema, e che hanno portato alla bozza normativa (che si tradurrà molto probabilmente in un decreto-legge), sono state presentate nel corso della riunione sul Piano Casa, tenutasi mercoledì scorsa al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla presenza del ministro Salvini con il Dipe (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica) e rappresentanti di circa 50 tra istituzioni, enti, associazioni, ordini professionali e fondazioni del settore. Insomma, si resta ancora una volta in religiosa attesa guardando sempre a quanto accade con un certo scetticismo. Visti i precedenti, il timore che non si arrivi a dama rimane notevole e poi rimane il rischio che i tanti vincoli paesaggistici che attanagliano l’isola possano rientrare in qualche “clausola escludente”. Ma se è vero che la speranza è l’ultima a morire, allora aspettiamo nuove dalla Capitale. Restando aggrappati a Matteo.

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