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A scuola per combattere il bullismo, alla “Scotti” il laboratorio dello spazio Gad

di Isabella Puca
Ischia – É stato ancora una volta il Comitato Genitori insieme a Campus Ischia a organizzare, presso la scuola media “Scotti” di Ischia, nelle scorse settimane, alcuni incontri dedicati al tema del bullismo. In prima linea, come lo scorso anno, la dottoressa Sabrina Polverino che ha guidato i ragazzi del biennio in un percorso per affrontare serenamente questo tema e combattere, una volta e per tutte, il fenomeno dilagante del bullismo. “Dinanzi a una società molto più complessa rispetto ad un tempo, l’impegno della scuola e della comunità è teso a trovare strumenti, educativi e non, idonei a fare in modo che il ragazzo bullo della situazione non venga espulso o si disperda senza lasciare tracce. Per raggiungere questo obiettivo, la prevenzione rimane l’unica strategia valida per combattere il fenomeno, partendo dalle prime classi, sia che si tratta di allievi della Scuola Secondaria di I che di II grado”. É questo un estratto del progetto che intende aiutare sia il bullo che la vittima prima che i danni possano diventare irreparabili formando mobber adulti del domani. C’è, infatti, un’importante linea di continuità tra bullismo e mobbing, che non può essere trascurata, se si vuole fare una buona informazione/formazione e prevenzione, perché, migliorando il mondo della scuola di oggi, agiamo di conseguenza anche sul mondo del lavoro di domani. Da qui deriva l’impegno dell’ Associazione Spazio Gad e Comitato Genitori Ischia nella lotta contro il bullismo e cyberbullismo nelle scuole, attraverso progetti di informazione e prevenzione del fenomeno. “Se non è possibile “debullizzare” del tutto la scuola, – si legge ancora – essendo il bullismo un fenomeno sociale, possiamo fare in modo che il bullismo si trasformi in una risorsa per il momento educativo, perché obbliga a confrontarsi su temi vitali per la “conoscenza” della democrazia, quali: l’uso del potere e della forza; l’assunzione di responsabilità verso se stessi e verso gli altri; il “sentimento” di solidarietà verso i più deboli a prescindere dalla classe sociale, dalla razza e dalla religione di appartenenza; la ricerca della forza per opporsi al prepotente; la scoperta del coraggio per affermare le proprie idee; il desiderio di rimanere “puliti nel pensiero, nella parola e nell’azione” come promettono e giurano una brava guida (girl guide) ed un bravo scout. La scuola si pone così come modello di comunicazione (e di trasmissione) di valori umani e civili”. «I ragazzi – ha dichiarato Cristina Rontino del Comitato Genitori – hanno risposto più che bene, la partecipazione è stata tanta, c’è stato un bel raccontarsi. Quest’anno abbiamo coinvolto il biennio e le classi dello scorso anno, in primavera continueremo con le altre classi e coinvolgeremo anche le altre scuole medie dell’isola e magari, perché no, anche gli studenti del primo anno delle superiori». Tra lezioni psicodidattiche e frontali, propedeutiche alle successive attività laboratoriali, sono stati illustrati ai ragazzi gli aspetti psicologici, comportamentali e sociali del bullismo e del cyberbullismo, le caratteristiche psicologico-comportamentali della vittima e del bullo e gli altri attori coinvolti: gli spettatori. «Si prova a fare prevenzione – ha concluso Cristina Rontino – e speriamo in una collaborazione attiva delle famiglie perché la violenza a quest’etá inizia giá a svilupparsi con piccoli episodi. Il nostro intento é quello di coinvolgere sempre di più le famiglie con convegni e percorsi di accompagnamento alla genitorialità».

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